CINEMA DOCUMENTARIO: IDENTITA' E IMMAGINIScrittura, Televisione e Film

Il Comune di Schio e Documentary in Europe, in collaborazione con EDN, European Documentary Network e Zelig, scuola di documentario, televisione e nuovi media di Bolzano, promuovono un evento sul documentar

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SCHIO
26 – 29 settembre 2001

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Il Comune di Schio e Documentary in Europe, in collaborazione con EDN, European Documentary Network e Zelig, scuola di documentario, televisione e nuovi media di Bolzano, promuovono un evento sul documentario:
· Proiezione di documentari italiani ed europei per il pubblico
· Presentazione di una rete televisiva comunale catalana
· Incontro per i professionisti del settore
· Workshop sulla scrittura nel documentario rivolto a giovani autori

Il tema conduttore scelto per l’evento è l’identità. Il nostro paese sta vivendo un momento di grande trasformazione che, unito al fenomeno della globalizzazione, richiede nuove modalità di convivenza che consentano da un lato il mantenimento della propria identità e dall’altro il rispetto di quella altrui. Il documentario, che prende in esame diversi aspetti della realtà e della memoria, viene scelto come strumento per avvicinarci a queste tematiche, in quanto propone molteplici approcci, permette approfondimenti a vari livelli e favorisce il dibattito.

· Proiezione di documentari italiani ed europei per il pubblico
Una serie di proposte per avvicinare il pubblico alla ‘scoperta’ del documentario e, nello stesso tempo, per approfondire le tematiche legate all’identità. I documentari sono scelti con particolare attenzione per permettere a chi ancora non possiede una conoscenza del settore documentaristico di avvicinarsi a questo genere specifico. L’approfondimento si realizzerà grazie agli incontri con i registi e i produttori dei lavori presentati.

· La TV locale: un’esperienza europea
Una serata dedicata alla presentazione di una rete televisiva comunale catalana. Grazie alle nuove tecnologie digitali e satellitari, stiamo assistendo alla nascita di canali televisivi pubblici, che si prefiggono lo scopo di promuovere l’identità e la cultura locale. La Spagna rappresenta un caso emblematico, per le radicate autonomie locali presenti. Di fronte all’esigenza e alla volontà di favorire il mantenimento di una individualità regionale forte, pur in un contesto nazionale, una legge consente ad ogni Comune con un numero minimo di abitanti di avere una propria televisione pubblica. Se ne discuterà con il responsabile di Televisiò Viladecans, Joan Gonzales, dopo aver visionato insieme alcuni programmi dell’emittente.

· Incontro per i professionisti del settore
Un incontro tra i professionisti che operano nel campo degli audiovisivi, rivolto anche a chi nutre specifici interessi nel settore (filmmaker, giornalisti, insegnanti, responsabili di istituzioni). Nel Veneto e nel Nord Est esiste ed è in crescita, una produzione strutturata, con esempi produttivi di particolare rilevanza.
L’incontro prevede due momenti: il primo consiste nella proiezione e discussione di alcuni documentari, con la presenza dei realizzatori; il secondo, dedicato al sistema produttivo italiano ed europeo con un’attenzione particolare alla produzione indipendente e ai rapporti con le reti televisive e con le istituzioni.

Workshop sulla scrittura nel documentario rivolto a giovani autori

Durante 3 giorni, 20 giovani filmmakers o studenti (10 provenienti dal Veneto, altri 10 dal resto d’Italia) parteciperanno ad un laboratorio intensivo dedicato alla scrittura di sceneggiature per documentari, condotto da esperti europei. Lo scopo è incrementare le conoscenze tecniche, individuare metodi di ricerca, sperimentare la capacità di raccontare storie, ma anche impostare sceneggiature potenzialmente appetibili per il mercato nazionale ed internazionale.

Modalità:
I partecipanti analizzano, con l’aiuto di esperti italiani ed europei, le diverse modalità di scrittura per il documentario. Ogni partecipante si iscrive con una propria idea di documentario, legata al tema dell’identità, che verrà analizzata e riscritta durante i tre giorni, con la supervisione degli esperti. Inoltre, verranno utilizzati come case-study lavori già realizzati: sono infatti previsti interventi di ospiti scelti fra i registi e/o gli autori di documentari selezionati.

Conduttori del workshop:
Susan Gray: autrice e regista americana, che ha collaborato con National Geographic e Discovery Channel per diverse serie documentarie
Hugues Le Paige: giornalista, responsabile del settore documentari di RTBF (Radio Television Belge Francofone)
Stefano Tealdi: produttore e regista, presidente di EDN, European Documentary Network.

Selezione:
Per partecipare al workshop occorre inviare alla segreteria di Documentary in Europe, entro il 1 settembre, un progetto, il cui soggetto affronti, secondo un approccio scelto individualmente, il tema dell’identità. Dovrà essere completo di:
– una breve descrizione del progetto o sinossi (max. mezza pagina)
– l'introduzione o il contesto nel quale si inserisce il progetto (max. mezza pagina)
– l'idea ed il suo sviluppo 'filmico' o trattamento (max. 1 pagina)
– eventuali note sull'approccio visivo o le intenzioni del filmmaker (max. mezza pagina)
– curriculum dell’autore
Saranno selezionati 20 partecipanti (10 provenienti dal Veneto, altri 10 dal resto d’Italia), sulla base dell'idea presentata, delle potenzialità del progetto e dell'eventuale materiale già realizzato dal candidato.

Costo di partecipazione: £. 250.000

Borse di studio:
Una volta concluso il laboratorio, alcuni dei lavori potrebbero ricevere delle borse di studio ricercate presso enti pubblici e privati per continuare nella ricerca e completare la scrittura. Inoltre saranno studiate delle modalità per promuovere le sceneggiature, quali presentazione a produttori e reti televisive nazionali e regionali, diffusione su Internet, presentazione all'incontro internazionale organizzato ogni anno da Documentary in Europe.

IL TEMA DELL’IDENTITA’

Il Comune di Schio ha deciso di legare le attività culturali di quest’anno al tema dell’identità.
Negli ultimi anni il termine identità è molto usato con riferimento alla nuova composizione multietnica della nostra società. In questo caso l’io si definisce in contrapposizione all’altro, proveniente da un altro paese, spesso dal Sud o dall’Est del mondo.

Indubbiamente la definizione dell’io parte dalla differenziazione da un altro, ma la costruzione identitaria dell’individuo è un processo complesso e non legato esclusivamente all’appartenenza nazionale: l’individuo è una pluralità di identità.
Sono molti gli elementi a partire dai quali ciascuno di noi costruisce la propria identità: il genere (maschi e femmine); l’età (giovani e adulti); luogo di residenza (nord e sud / città e campagna); religione, opinioni politiche, posizione sociale, interessi particolari (sport, hobby, impegno nel volontariato…).
Ciascuna di queste componenti crea appartenenze identitarie che sviluppano un proprio sistema di valori, atteggiamenti e modi di comunicare, in base ai quali l’individuo trarrà legittimazione e riconoscibilità, sovrapponendosi identità individuali e identità di gruppo.

La trasformazione del nostro Paese in una società multietnica e il progressivo aumentare della diversità culturale nei luoghi del lavoro, dello studio e delle relazioni sociali ha portato a dirigere l’attenzione sul tema dell’identità e della diversità.

Le istituzioni hanno un importante e delicato ruolo a questo riguardo: di fronte al timore di una perdita di coesione culturale, con il rischio di irrigidimento su posizioni di rifiuto o addirittura di forme di razzismo, il loro compito è da un lato quello di facilitare e arricchire lo scambio fra persone portatrici di culture diverse, dall’altro quello di creare condizioni e strumenti di conservazione delle identità e valorizzazione dei diversi patrimoni culturali, per evitare o compensare lo smarrimento e lo sradicamento sia nei nativi sia nei migranti.

In un contesto caratterizzato da una composizione multietnica e allo stesso tempo fortemente mediatizzato, occorre tener conto anche del ruolo cruciale ricoperto dai media, a causa della dimensione simbolica che questi introducono (con il carico di pregiudizi che spesso ne conseguono), soprattutto quando si tratta di identità legate all’appartenenza etnica o religiosa. I mezzi di comunicazione, in particolare la televisione, tendono ad accentuare l’immagine dell’altro attraverso identità “visibili” quali il colore della pelle e del modo di vestire, l’altro non viene percepito in quanto individuo nella sua pluralità di identità, ma è spesso rinviato alla sua comunità di appartenenza, con il pericolo di scivolare in immagini stereotipate e fuorvianti.

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