CINEMA. Festa Internazionale di Roma 2007 – "Parole sante", di Ascanio Celestini (Extra)

parole santeL’esordio al cinema di Ascanio Celestini, amatissimo autore teatrale, è una volta ancora stratificata ricerca etnografica che si trasforma in “macchina parlante”. Percorre il cinema di narrazione come il suo teatro affabulante e, senza alcuna esigenza artistica, si aggrappa ai precari dell’Atesia, la più grande società di operatori telefonici della capitale

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parole santeAscanio Celestini, che ha trovato la notorietà soprattutto per essere ospite fisso nel programma di Serena Dandini, è sicuramente uno dei più interessanti e talentuosi autori teatrali. Stupende sono le sue opere come Radio Clandestina, Fosse Ardeatine, Fabbrica, Scemo di guerra (c’è anche un suo bellissimo libro omonimo sui ricordi di guerra), La pecora nera. Presenta alla Festa il suo esordio al cinema, è un documentario ancora una volta stratificata ricerca etnografica che si trasforma in “macchina parlante”. Il documentario non nasce da un’esigenza artistica, ma nasce per far emergere la storia, senza retorici retroscena politici e ideologici. Celestini attraverso indagini e interviste percorre il cinema di narrazione come il suo teatro affabulante, e si lega ai precari dell’Atesia, una delle più grandi società di operatori telefonici della capitale. Alcuni operatori sono i protagonisti del film: sono stati licenziati perché capaci di costituire all’interno della società un’Assemblea Coordinata e Continuativa contro la precarietà. "Non mondo" in un non-luogo a rapporto verticale, paternalista, senza rappresentanza, in cui chi ci lavora resta un bambino mai diventato adulto, riceve la sua paghetta alla fine del mese. È la cosiddetta infantilizzazione dell’istituzione totalizzante. Come al manicomio (vedi Pecora Nera) che ci trovi come minimo i mattarelli ma mai persone proprio uguali a te. I precari nel frattempo pare abbiano ottenuto un minimo di ascolto: i nuovi assunti non possono avere più un contratto a progetto, perché il progetto non esiste, ma possono ottenere per adesso un contratto a tempo indeterminato, pur sempre restando nettamente al di sotto degli standard europei per busta paga. Bisogna però stare sempre all’erta perché in un mondo in cui il mercato è diventato l’arbitro e i limiti dell’illegalità si allargano senza sosta, in un mondo in cui si legittima la precarietà a lavoro perchè la vita è precaria come pioggia che scende inesorabile (parafrasando un noto ministro dell’economia francese), tutto può cambiare sempre a discapito naturalmente dei più deboli.

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