Cinema Svizzero Contemporaneo – Le Milieu de l’horizon, di Delphine Lehericey

Quella del ’76 è un’estate di transizione e Gus inizia qui il suo viaggio per lasciarsi l’infanzia alle spalle. Dalla rassegna di Cinema Svizzero della Cineteca di Milano, con Laetitia Casta

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L’adolescenza è l’età delle scoperte, delle crisi, dei cambiamenti e delle prime volte. Un’età in cui tutto cambia, si trasforma e a volte appare distorto.
Gus ha 13 anni, oltre alle corse in bici per le strade sbrecciate della campagna svizzera, deve occuparsi dell’azienda agricola di famiglia, così da buon apprendista segue suo padre durante le mansioni quotidiane.
Le Milieu de l’horizon di Delphine Lehericey è tratto da un romanzo di Roland Buty, e racconta una storia di crescita, di emancipazione e di accettazione.
Delphine già affrontava la crisi adolescenziale nel suo primo Puppy Love (2013). Sempre si tratta di ritrarre in intimità un adolescente qualunque, per riflettere sull’evoluzione del pensiero e del corpo, anche in relazione al mondo che lo circonda.
Nel 1976 un’estate rovente causa siccità in tutta Europa. Il vento tropicale e il sole rovente, li percepiamo anche noi oltre lo schermo, grazie alle bellissime immagini create da Christophe Beaucarne.
Per Gus, questa, è un’estate speciale, perché non è più un bambino. Durante il suo viaggio verso la crescita avrà bisogno di perdersi, di ritrovarsi e di incalzare qualche colpo di assestamento.
Nella fattoria di famiglia, Gus, suo fratello e suo padre lavorano a tutte le ore del giorno, ma gli animali continuano a morire a causa del caldo torrido e gli incassi non reggono.
Le cose si mettono male per l’intera famiglia, così, Nicole, la madre di Gus (Letitia Casta), si mette in cerca di un nuovo lavoro in città.

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Dopo un’intera estate secca e rovente, finalmente arriva l’alluvione, e con essa i cambiamenti.
I vecchi stili di vita cominciano a sfaldarsi e con loro crollano anche gli uomini che ancora vivono di ideali passati. Le donne, invece, non intendono più rinunciare alla libertà e finalmente hanno la possibilità di dedicarsi alla cultura, alla letteratura, alla musica.
Insieme a Gus, anche il mondo “cresce”: le donne si emancipano e si distaccano dalla monotonia della quotidianità, sempre più in cerca del loro vero essere. Quest’aria di libertà che circonda Gus, gli consentirà di raggiungere un pensiero più aperto e consapevole.
E’ un’estate di transizione e Gus inizia qui il suo viaggio attraverso la sessualità, i sentimenti e le crisi adolescenziali, per lasciarsi l’infanzia alle spalle.
Tutto quello che prima per lui era certezza ora non lo è più: Gus vede sua madre baciare un’altra donna, questo sarà l’evento cruciale che lo spingerà a porsi nuove domande e quindi a cercare le risposte. E’ l’inizio di un percorso di crescita durante il quale Gus imparerà a rivalutare il concetto di famiglia e a comprendere i sentimenti, a prescindere dagli schemi imposti.
Cécile (Clémence Poesy) fa parte dello stesso circolo letterario che frequenta Nicole e presto si trasferisce anche lei alla fattoria. Basterà la presenza di questo elemento esterno a distruggere l’equilibrio familiare, mettendone in risalto le disfunzioni. Cécile non solo intraprende una relazione con Nicole, ma attira anche l’attenzione di tutti, compresa quella di Gus: la sua carica erotica è dovuta proprio alla sua indipendenza, al fatto che ha già preso in mano la sua vita, lontano da legami familiari, al contrario degli altri che hanno vissuto l’intera vita nello tesso posto e con le stesse persone. Gus allora vive una sorta di doppio “tradimento”, da parte della madre e da parte della donna da cui era attratto.
Nicole è un personaggio coraggioso: dichiarando la sua omosessualità si libera di un fardello. Avere una relazione con un altra donna, mentre si è sia madre che sposata, è una condizione molto difficile da gestire durante un periodo in cui l’omosessualità non era ben accetta, specialmente in un ambiente rurale come quello di campagna. Qui, però, non viviamo la relazione dal punto di vista delle due donne, ma attraverso lo sguardo di un ragazzino che sta crescendo.

Il film di Delphine Lehericey ha fatto parte della rassegna di Cinema Svizzero della Cineteca di Milano. L’applausometro popolare che permetteva di votare online ha decretato questi i vincitori della manifestazione:

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
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