Cinema2Day: chi agevola la politica del sottocosto?

L’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura sta facendo sorgere dubbi sulla convenienza della promozione che andrebbe a svantaggio dei piccoli esercenti. L’esperienza del Beltrade di Milano

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Siamo ormai giunti al quarto mese di Cinema2Day, l’iniziativa proposta dal Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo che permette l’acquisto del biglietto del cinema a 2 euro ogni secondo mercoledì del mese. Se nei giorni successivi al primo appuntamento i giornali aprivano con titoli entusiasti che segnalavano il raggiungimento delle 600mila presenze nelle sale italiane, ora qualcosa sembra non più quadrare e sono cominciati a sopraggiungere i primi dubbi sulla reale convenienza della promozione. In particolar modo a porre l’attenzione sui dati non esaltanti registrati nelle prime tre giornate sono stati i piccoli esercenti che hanno rilevato un netto calo degli incassi ed un sostanziale aumento del divario tra le realtà minori cittadine ed i multisala. Molti cinema hanno così deciso di non aderire più all’iniziativa scatenando una polemica che sta prendendo sempre più piede sul web. Solo in Piemonte sono già 50 gli esercenti che hanno detto no ai Cinema2Day, come anche uno dei cinema storici di Milano come il Beltrade che, come si legge sulla pagina ufficiale FB, ha riscontrato diverse contraddizioni riguardo al sottocosto del biglietto del cinema. A parlarne è stata Paola Corti, curatrice della programmazione del cinema milanese, che ha fatto della sua una battaglia prima di tutto un fatto culturale: “Non pensiamo che la politica del sottocosto sia intelligente per promuovere il cinema ma favorisce un appiattimento della cultura favorendo invece la grande distribuzione. I dati dei primi due mesi non hanno rilevato né più spettatori né conseguentemente più incassi.”. Di fatto i dati che si leggono relativi al mercoledì 2day di Novembre nel cinema milanese recitano di 57 biglietti venduti con un incasso pari a 116 euro (uno spettatore ha deliberatamente pagato il prezzo intero del biglietto) al cospetto della settimana precedente in cui con 73 biglietti l’incasso è stato di 411 euro. Una differenza notevole che si spiega con l’offerta che una realtà così di nicchia cerca di proporre ai propri spettatori. Quello di far pagare una cifra irrisoria per la visione cinematografica, infatti, aumenta statisticamente la mercificazione di prodotti che già sono indirizzanti al grande pubblico, mettendo ancora più a rischio film di maggiore interesse culturale che necessitano di costi di gestione più alti. A lungo termine mantenere un prezzo così basso diventa insostenibile per le sale che fanno già fatica a competere sul mercato.

--------------------------------------------------------------
IL NUOVO #SENTIERISELVAGGI21ST N.17 È ARRIVATO! in offerta a soli 13 euro

--------------------------------------------------------------

cinema-beltrade-milano

Sempre sulla pagina ufficiale del Beltrade si legge provocatoriamente come alla terza settimana di programmazione un titolo come La Ragazza Senza Nome dei fratelli Dardenne abbia incassato di più che in una giornata di 2day in altri cinema ma che nella giornata di mercoledì, quando nelle sale più grandi il prezzo era dimezzato, non si sia venduto nemmeno un biglietto. “Sono solo i multiplex a guadagnarci” ha affermato Paola CortiMagari insieme al biglietto ridotto questi cinema propongono anche un menù popcorn e Coca-Cola che a loro costa pochissimo. Sono anni che il ministero sta favorendo queste realtà anche con le agevolazioni messe a disposizioni affinché si aprissero multisala all’interno dei centri commerciali. Loro non hanno limiti di programmazione mentre per le sale di provincia è difficile anche gestire il costo del biglietto. L’impressione è che si voglia mandare la gente al cinema per far guadagnare sempre le stesse persone”.

Questo è il punto su cui i detrattori della polemica di queste ore cercano di ribattere: il cinema costa troppo e permettere ad una famiglia di usufruirne a 2 euro una volta al mese è una beneficio a cui non si dovrebbe rinunciare. Ma è proprio vero che in Italia vedere un film in sala sia diventato così elitario? Statistiche alla mano la media del costo del biglietto nel 2013 è di 6 euro, ancora meno del 2010 in cui ha raggiunto il picco massimo di 6,41 €. Tra i beni culturali il biglietto del cinema è uno di quelli che ha avuto l’incremento di prezzo minore (nel 1989 si registrava una media di 4.08 €) e se si vuole fare un confronto con la media europea il nostro paese è notevolmente sotto la soglia registrata negli altri stati fermi a 8.30 €. Inoltre sta prendendo sempre più piede anche in Italia l’abitudine già consolidata in altre nazioni di agevolare bambini e studenti con sconti mirati oppure di fornire loro un pacchetto di visioni a prezzo più basso.

Allora il problema della crisi di spettatori che registra il nostro cinema (in un giorno feriale come martedì 13 Dicembre il film che ha incassato di più ha registrato i 15.692 €) non è da ritrovare nel prezzo ma nella poca attenzione che la nostra politica culturale riserva alla promozione del cinema, come sottolineato da Paola Corti: “Un’iniziativa come i Lux Film Days che aveva dato la possibilità di vedere gratis tre film scelti dal Parlamento Europeo aveva già molto più senso. Per questa iniziativa del Cinema2Day il Ministero ed i suoi tanti sponsor hanno investito dei soldi, anche solo per la tanta pubblicità che gli è stata fatta. Sarebbe curioso sapere la cifra precisa ma sicuramente dare anche solo 500 € al mese agli esercenti che si impegnano quotidianamente a favore dell’interesse culturale avrebbe avuto una maggiore utilità.”.

Purtroppo questo disagio dei piccoli esercenti viene oscurato anche questo mese dall’apparente successo d’incassi che continua a macinare l’iniziativa. I dati parziali di ieri 14 Dicembre recitano di 681mila presenze (il secondo e terzo appuntamento con i mercoledì a 2 euro avevano raccolto, rispettivamente, 870mila e 767mila spettatori) con i € 279.093 incassati solo dal film che apre la lista, Non c’è più religione (circa 263.500 € in più rispetto al giorno precedente). Ancora non sono sopraggiunti invece i parziali dei monosala che ancora stanno aderendo alla promozione.

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    2 commenti

    • A Roma ho visto salette piene come mai prima. Secondo me l’ha critica sul prezzo al pubblico perde di vista il denaro speso dai singoli. Per molti spendere 6/8 euro è molto. Aiutare le salette, i film d’essai, le piccole produzioni contro i potentati e le mega produzioni non può dimenticare i singoli che amano il cinema e non ci vanno mai perché non possono permetterselo.

    • Anche a Napoli ho visto file piene come non mai nei cinema d’essai, gente che non andava al cinema da una vita. E in ogni caso una sala non è obbligata ad aderire. L’unica vera debolezza di questa iniziativa per me è che essendo una cosa estemporanea non aiuta a formare un pubblico nuovo per i film più “difficili”