CINEMAFRICA – VENEZIA 70. "Traitors", di Sean Gullette: Martello o chiodo

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Da Venice Days un debutto promettente, realizzato a partire da un corto omonimo del 2010, girato in Marocco dall’indipendente americano Sean Gullette, con un cast scelto e diretto con sicurezza.? Non ci sono i modelli del cinema indipendente statunitense ma quelli  più vivi della new wave marocchina. Articolo a cura di www.cinemafrica.org

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traitorsTangeri è una delle città più cinematografiche del mondo, con le sue memorie letterarie, i suoi palazzi di era coloniale, le scalinate che sbucano su improvvise terrazze sul mare e, appena oltre, la Spagna. Ma è anche una delle più violente e insicure, a due passi dall’Europa di Schengen ma anche dalle piantagioni di coca e hashish del Rif. È qui che vive, insieme all’artista Yto Berrada, fondatrice della Cinémathèque de Tangier, il cineasta indy Sean Gullette, collaboratore storico e complice di Darren Aronovsky, che ha portato a Venice Days il suo lungo d’esordio, Traitors, realizzato a partire da un corto omonimo del 2010.

Traitors è il nome della punk rock band femminile di Malika, una ragazza di 25 anni tosta e determinata. Con le sue amiche lavora nel call center di una compagnia francese dove tutte le telefoniste si fanno chiamare Caroline, finché, all’ennesima insinuazione razzista di un cliente, non si fa cacciare dal patron. Proprio adesso che la produttrice Jad ha sentito un loro pezzo (il titolo le suona chiaro: I’m so bored with Morocco), vorrebbe produrre il loro primo cd, ma vuole un demo da realizzare a spese delle ragazze. Malika ha una sorella preadolescente, Fatima, e una madre che si fa in quattro per portare i soldi a casa, mentre il padre brucia al bar i soldi dell’autofficina e dalla banca un giorno arriva l’ennesima minaccia di sfratto. "Se sei un chiodo sopporta i colpi, ma se sei un martello colpisci", dice un proverbio marocchino.

traitorsCe n’è abbastanza insomma perché Malika prenda il coraggio a due mani e accetti l’invito di Samir, un trafficante sulla sedia a rotelle, cliente dell’officina: dovrà guidare un auto imbottita di droga da un villaggio del rif a Tangeri, badando a superare i posti di blocco della polizia. Una notte per ottomila dirham, poco più di settecento euro. All’inizio tutto fila liscio, le donne del villaggio sono accoglienti e anche i due compagni di viaggio, Amal e Omar, la trattano con un certo rispetto. Sullo sfondo, però, s’intravede la figura di un losco organizzatore, che si fa chiamare Haj e al primo sgarro di Amal, la umilia davanti a tutti. Rimaste da sole, Malika apprende che Amal è di fatto schiava del giro, troppo implicata e a conoscenza di fatti e persone per potersi emancipare.
Nonostante debba portare a casa la pelle e i soldi pattuiti, Malika decide di non chiudere gli occhi e aiutare la ragazza a fuggire in Europa. Dovrà affrontare però l’ira dei trafficanti e tirar fuori tutte le sue risorse per uscirne.

Concepito come una coproduzione marocco-americana, Traitors è l’ennesima dimostrazione della vitalità del cinema marocchino. Gullette guarda non solo ai modelli del cinema indipendente statunitense ma anche ad alcune delle forze più vive della new wave marocchina, soprattutto femminile. La scelta di includere nel cast Soufia Issami, protagonista del nervoso debutto di Leila Kilani Sur la planche (2011) e in un cameo Morjana Alaoui, star di un altro esordio frizzante, Marock (Laïla Marrakchi, 2005) rappresenta un segno preciso di interesse e vicinanza.

traitorsRinunciando a sfruttare a pieno il set tangerese ma anche ad evitare facili suggestioni da cartoline nella parte on the road, e pur pagando il prezzo di una scansione piuttosto prevedibile dell’intreccio, Gullette sceglie anzitutto di stare addosso ai suoi attori, così da cucire loro addosso dei ruoli, anche minori, di respiro. Ma nella prima e nell’ultima parte si lascia andare a una sintassi più libera e frammentaria, accompagnando in vibranti sequenze di montaggio gli andirivieni notturni di Malika, intenta a girare in pulmino nelle strade di Tangeri un improvvisato video della loro prima hit di lancio.

Inno punk rock alle ragazze e ai ragazzi delle primavere arabe, Traitors riesce a declinare, con un certo grado di impatto su un pubblico non necessariamente di nicchia, efficacia drammaturgica e intelligenza di scrittura filmica, regalando alla protagonista Chaimae Ben Aicha un primo ruolo complesso e dinamico, di ribelle dall’anima sensibile.

Articolo a cura di www.cinemafrica.org

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