CINEMAMBIENTE 2005 – La comprensione salvifica del mondo

L'ottava edizione di Cinemambiente si pone al centro del dibattito internazionale sui temi ambientali, nel tentativo di agevolare la comprensione delle dinamiche socio-ecologiche del pianeta e attenuarne la deriva autodistruttiva.

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Torino si pone per una settimana al centro della riflessione sui temi ambientali, grazie alla coincidenza di due eventi quali l'ottava edizione di Cinemambiente e la terza del WEEC (World Environmental Educational Congress, Congresso mondiale di educazione ambientale). Un connubio che proietta la città nel vivo del dibattito internazionale, ma che apre anche la strada alla ricca stagione festivaliera autunnale, che proseguirà con il Festival del Cinema delle Donne e il Torino Film Festival, e anticipando l'evento più importante, le Olimpiadi Invernali del marzo 2006.

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Appare quasi ozioso sottolineare l'urgenza di una seria analisi a livello mondiale sulla salvaguardia dell'ambiente, soprattutto alla luce dei recenti tragici eventi causati dal passaggio dell'uragano Katrina nel Sud degli Stati Uniti; Cinemambiente, però, seguendo una politica ormai consolidata da alcuni anni, non si limita all'esplorazione delle tematiche ambientali in senso stretto, ma le amplia, coinvolgendo sfaccettature diverse, come le pur sempre fondamentali implicazioni sociologiche che sottendono all'analisi del mondo che ci circonda.


Il programma 2005 è, pertanto, ricco, variegato, multiforme; un caleidoscopio di circa cento film che affrontano tutti gli aspetti immaginabili dei temi legati all'ambiente. Alle sezioni "Concorso Internazionale Documentari", "Concorso Internazionale Cortometraggi" e l'interessante "Concorso Cinema Italiano" (tra i cui film si segnala Non si deve morire per vivere di Daniele Gaglianone), che dimostra la vitalità della cinematografia nostrana, il festival affianca la sezione "Panorama", con opere eterogenee di varia lunghezza che comprendono un omaggio alla figura dell'ambientalista Alexander Langer, prematuramente scomparso dieci anni fa, e la proiezione di alcuni lavori del gruppo Zentropa Real Dogumentary, punta di diamante di un movimento che mira alla realizzazione di documentari sulla falsariga del noto manifesto di Dogma 95 firmato da Von Trier e Vinterberg.

Particolare attenzione è stata dedicata al continente africano, con una serie di film che mostrano le stridenti contraddizioni di un continente con gravi problemi ma anche con enormi potenzialità di sviluppo, sostenute negli ultimi anni da numerose organizzazioni umanitarie che l'hanno scelto come base per le loro attività. Cinemambiente ha scelto una serie di opere realizzate in coproduzione tra paesi africani ed europei, quasi a voler sottolineare lo stretto rapporto che esiste (o dovrebbe esistere) tra i due continenti, la cui compartecipazione alle vicende mondiali è un fattore imprescindibile per la convivenza di popoli e razze.


Si segnalano inoltre la retrospettiva su "Verità della finzione. Alle radici del cinema diretto", che presenta opere di registi francesi degli anni Sessanta, tra cui molti film del compianto Jean Rouch (spesso ingiustamente sottovalutato rispetto ai "colleghi" più famosi), e i reportage della giornalista Sveva Sagramola. Discreto successo ha ottenuto, nella sezione "Eventi Speciali", la proiezione in apertura di festival di Genesis, seconda opera di Claude Nuridsany e Marie Pérrenou, già autori dell'apprezzato Microcosmos, del quale segue la falsariga raffigurando il mondo degli insetti con cura maniacale e sguardo ironico e preciso; applauditissimo è stato Pinocchio Nero di Angelo Loy, il racconto di un gruppo di ragazzini di Nairobi che ritrovano la loro individualità perduta partecipando a uno spettacolo teatrale coordinato dal regista e autore Marco Baliani.

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