CinemAsia – I ritmi dell'amore di Taiwan
Gf*Bf e When a Wolf Falls in Love with a Sheep sull'eterno sentimentale giovanile. Nel primo i fragori della protesta si fondono con le ingarbugliate traiettorie emotive di tre amici, nel secondo la confusione del quartiere degli studi fa incrociare la sorte di due giovani in modalità spesso buffe. Il ritorno di Yang Ya-che e Hou Chi-jan. La rubrica è a cura di www.asiaexpress.it
Il cinema di Taiwan è tradizionalmente sospeso tra l'eredità artistica della nouvelle vague di inizio anni '80, con il riferimento a Hou Hsiao-hsien, Tsai Ming-liang o Edward Yang e il loro sguardo minimale, intimo e intransigente sulla quotidianità, e una vena più sottilmente popolare. La ricaduta sul pubblico locale è però spesso inferiore alle aspettative, con anni di crisi in cui la cinematografia taiwanese è sembrata in procinto di scomparire. Qualcosa negli ultimi anni timidamente si muove, sia sul versante d'essai, con le voci autoriali di Chang Tso-chi (The Best of Times, When Love Comes) o Chung Mong-hong (Parking, The Fourth Portrait), che su quello commerciale, come dimostrano gli insperati exploit di Doze Niu (Monga, Love) e Wei Te-sheng (Cape No. 7, Warriors of the Rainbow), o la vertiginosa scalata panasiatica di You Are the Apple of My Eye di Giddens Ko.
In questo contesto in evoluzione si muove un sottobosco di registi promettenti, ben rappresentato da Yang Ya-che e Hou Chi-jan – entrambi al secondo lungometraggio. Il primo, dopo il divertente Orz Boys (2008), che presentava il mondo dell'infanzia dalla prospettiva dei bambini, mostra tutte le sue ambizioni raccontando dell'amicizia e dell'amore tra due ragazzi e una ragazza lungo venticinque anni di travagliata storia taiwanese. Vicino alle modalità lucenti del Leste Chen di Eternal Summer (2006), Yang compone un ritratto complesso, che articola le difficoltà del mondo queer come metafora del percorso verso la libertà politica e sociale di Taiwan. Gf*Bf, talvolta riportato anche con il più diretto Girlfriend Boyfriend, riesce a cogliere l'indecisione carica di tensione dell'adolescenza e l'adrenalina infusa di gioia della consapevolezza politica, facendo convivere i semplici aneliti d'amore con sconvolgimenti sociali più ampi.
È il 1985 e Taiwan è sotto la legge marziale. Le scuole sono prigioni controllate da docenti e guardie del regime, ma Liam, Aaron e Mabel sono ben decisi a far valere le loro ragioni, fino a organizzare una dimostrazione che coinvolga l'intera scuola. Mabel è attratta da Liam, Aaron è attratto da Mabel, mentre Liam sembra volersi sottrarre. L'evoluzione del loro rapporto, passando per il 1990, il 1997 e il presente, segue i mutamenti della società, con legami che si fanno sempre più tumultuosi. I tre protagonisti hanno la corporeità e la sfrontatezza necessaria a caricare i loro scambi di emozioni ribollenti: Rhydian Vaughan conserva il trasporto eversivo di Monga, Gwei Lun-mei recupera i modi schietti di Blue Gate Crossing/Incroci d'amore (2002), che aveva tema simile virato al femminile, mentre Chang Hsiao-chuan, già protagonista di Eternal Summer, ha la parte più difficile nel trattenere verso l'interno i suoi slanci. Con la fotografia contrastata di Jake Pollock (Starry Starry Night, Wu Xia), le musiche indie-pop riccamente intessute nel montaggio, e l'attenta scansione temporale verso la conflagrazione dei non detti, Gf*Bf ha presa salda sul pubblico, salvo esagerare i toni verso il tragico nel finale. Se anche la seconda parte è più traballante, con qualche concessione di troppo alle aspettative del pubblico, rimangono i riferimenti articolati e l'alchimia spasmodica tra i protagonisti, a raccontare che siamo “onde che nascono dallo stesso oceano”, come recita una poesia citata due volte. Un film instabile e comunque sempre appagante: Yang prende più rischi rispetto all'esordio e quindi promette ulteriori sviluppi.
Discorso diverso per Hou Chi-jan: il suo esordio con One Day (2010) si inseriva in un pieno percorso autoriale, ancorato alla guida produttiva di Hou Hsiao-hsien, un lavoro stratificato di sceneggiatura che con molta autoconsapevolezza fondeva in un'unica visione melodramma adolescenziale, sprazzi onirici e orizzonte fatalista. In When a Wolf Falls in Love with a Sheep sembra ritornare sui suoi passi e rielaborare la formula classica delle commedie sentimentali. Il nuovo film, che arriva dopo l'esperienza negli omnibus Juliets (2010) e 10+10 (2011), importante per l'industria locale nel riunire decani e nuove leve, ha in effetti un impianto più platealmente commerciale, che conserva però molte ragioni di curiosità. Hou Chi-jan prende a pretesto i soffusi palpiti emotivi di due giovani – che funzionano a qualsiasi latitudine – per descrivere in forma poetica un luogo specifico di Taipei, Nanyang Street, la strada delle scuole di perfezionamento, in cui giornalmente transitano migliaia di studenti in cerca di conferme sul proprio futuro. Il percorso di avvicinamento dei due protagonisti diventa allora anche la messa in scena poetica e nostalgica di un ricordo e di una città (dove lo stesso regista si è mosso e ha studiato).
Tung è un giovane sfaccendato che dopo esser stato abbandonato dalla ragazza si ritrova a lavorare in una piccola copisteria. Ogni giorno le sue dita danzano stancamente sulla carta, fino a che non si rende conto che tra le migliaia di test e quiz che deve stampare ce ne è sempre uno con disegnata in fondo una buffa pecora, in pose sempre diverse. Quasi per errore, inizia a scarabocchiare su quei fogli un lupo, che risponde ai dubbi esistenziali della pecora. La pecorella è disegnata da un'assistente agli studi di una delle tante scuole di Nanyang Street, in attesa di dimenticare un amore passato e con il sogno di diventare un'illustratrice. Ne nasce un caso che appassiona gli studenti di passaggio nella scuola di recupero. Hou insaporisce la trovata con miriadi di accelarazioni pop, dall'animazione frame per frame alle scritte a schermo, fino alle vignette che prendono vita propria, e se anche i toni permangono vicini a quelli di una fiaba dolce e immediata, i suoi due protagonisti hanno il tempo di costruirsi un'aura fragile e suadente capace di superare le barriere del pubblico. Come nel caso di Gf*Bf, anche in When a Wolf Falls in Love with a Sheep alle eventuali cadute di ritmo sopperisce un amore incondizionato per la propria storia, con trovate divertenti e un ritratto compartecipe e disincantato dell'amore e dell'amicizia. Se infatti Hou Chi-jan aderisce ai dettami della commedia sentimentale più stereotipata, si prende lo spazio per un finale positivamente amaro, che non racconta di traguardi raggiunti, ma della maturità necessaria a vedere punti di ri-partenza indispensabili. Un film scopertamente semplice, che conserva uno sguardo incantato sulla realtà di tutti i giorni, facendo ben sperare per i futuri sviluppi narrativi.
La rubrica è a cura di www.asiaexpress.it
TRAILER GF*BF
TRAILER WHEN A WOLF FALLS IN LOVE WITH A SHEEP