Cinque curiosità per riscoprire il franchise di Rocky Balboa

Riscopriamo il mito di Rocky Balboa con qualche curiosità dietro le quinte, che non tutti conoscono.

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Per chi è uno sportivo ormai costretto a inventarsi maratone sul balcone di casa propria o sulle scale condominiali, purtroppo non c’è rimasto nemmeno granché da seguire.
Ma fare ricerca e scoprire cose da vedere è uno dei migliori passatempo da sfruttare durante questa quarantena – e magari, perché no, rispolverare pure i grandi classici, che come loro niente riesce a cullarci rispedendoci al tepore delle nostre prime scoperte.

Uno dei più grandi franchise sportivi lo ha creato sicuramente Sylvester Stallone. Quella di Rocky Balboa non è solo una delle parabole più durature dell’american dream raccontate dal cinema statunitense, ma anche una mitologia che vive di propaggini che colpiscono l’immaginario popolare e si espandono al di fuori del cinema, come videogames o slot machine online. E’ possibile provare una demo di questa slot su imiglioricasinoonline.net

Allora riscopriamo il mito di Rocky Balboa, dei suoi cinque capitoli ufficiali più i due spin off dedicati ad Adonis Creed (sono film in larga parte sceneggiati e più volte diretti dallo stesso Stallone), con qualche curiosità dietro le quinte, che non tutti conoscono.

Ecco 5 aneddoti per riscoprire la saga del pugile che ha fatto la storia, ridefinendo l’immagine stessa della città di Philadelphia e l’idea, narrativa e stilistica, di film sulla boxe al cinema, dall’ambiente italoamericano alla comunità black:

1 – Grazie a Rocky, Sylvester Stallone divenne la terza persona a ricevere le nomination agli Oscar per aver scritto e recitato nello stesso film.

Prima di lui vengono Charlie Chaplin e Orson Welles, una coppia piuttosto forte con la quale Stallone ha potuto condividere una short list per gli Oscar. Dopo aver scritto la sceneggiatura di Rocky, Stallone rifiutò ingenti somme di denaro dagli investitori che gli proponevano di lasciare l’interpretazione a qualche altro attore. Alla fine ne valse la pena, perché interpretando Rocky, Sly si guadagnò ben due nomination agli Oscar, come miglior attore e come miglior sceneggiatura originale.

2 – Sylvester Stallone e Dolph Lundgren si sono picchiati sul serio in Rocky IV.

Stallone voleva raggiungere un livello superiore di autenticità e intensità durante le riprese per Rocky IV. Così pensò che per riuscirci avrebbe dovuto davvero prendersi a botte con Dolph Lundgren. Dopo tre riprese durante le quali Ivan Drago prendeva a pugni le costole di Rocky, Stallone iniziò a provare dolore al petto, ma lo ignorò per l’intera giornata. Durante la notte però non riusciva a respirare, così fu trasferito di corsa in ospedale. Lì venne fuori che Lundgren lo aveva picchiato talmente forte che gli aveva mandato la pressione sanguigna alle stelle. Il cuore si era gonfiato talmente tanto che batteva contro lo sterno e interrompeva l’afflusso di sangue e di ossigeno. Stallone rimase in terapia intensiva per ben quattro giorni. Nonostante questo, Stallone continuerà a coinvolgere “Ivan Drago” nei suoi progetti per i decenni successivi, tra Creed II e la saga degli Expendables.

3 – Rocky Balboa, il sesto capitolo, è stato il primo film del franchise ad utilizzare pugni reali come effetti sonori.

Per gli effetti sonori dei pugni volanti ne avevano provati di tutti i tipi: dalle bottiglie rotte, ai fucili da caccia, alle mazze da baseball che sbattevano sulla pelle bagnata. Per il sesto film della serie, Stallone ha voluto utilizzare, come effetti, i veri suoni dei pugni.
Quando il film è uscito, i critici lo hanno elogiato per aver reso i combattimenti più realistici di tutta la serie.

4 – Rocky V  sarebbe dovuto finire con la morte di Rocky.

Rocky V, ritorno alla regia dell’autore del primo episodio John G. Avildsen, che racconta la storia della rivalità tra Rocky e il nuovo arrivato Tommy Gunn, fu l’unico film della saga a perdere denaro al botteghino.
Nelle prime stesure della sceneggiatura Sylvester Stallone aveva intenzione di uccidere Rocky alla fine del film. Sarebbe morto senza cerimonie, in un’ambulanza sulla strada per l’ospedale.
All’ospedale avrebbero annunciato al mondo la morte del campione, poi sarebbe partito un flashback di Rocky che sale le scale del Philadelphia Art Museum. Alla fine Stallone scartò questo finale, per assicurarsi di poter continuare la saga.

5 – Joe Esposito aveva registrato You Are The Best di The Karate Kid, per la colonna sonora di Rocky III.

La maggior parte dei film di Rocky hanno un tema iconico all’interno della colonna sonora, che i fan possono aggiungere in questi giorni alla loro playlist di allenamento. Il tema di Rocky III è Eye of The tiger dei Survivor.
Tuttavia prima che fosse scelta quella traccia, Joe Esposito era convinto di voler usare la sua You are The Best come anthem principale del film.
Dato che il team di Rocky rifiutò la canzone di Esposito a favore di quella dei Survivor, Joe finì per usarla in una scena di combattimento di Karate Kid. curiosamente un altro franchise tenuto a battesimo da Avildsen.

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