CODA – I segni del cuore, di Sian Heder

Il remake americano de La famiglia Belier diventa una favola indie sul “farcela” malgrado tutto. Tutto funziona ma è anche così programmatico da rischiare di risultare anonimo.

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In un momento in cui l’immaginario è sempre più ricco di racconti inclusivi, era in realtà solo questione di tempo prima che il cult francese La famiglia Bélier, il film di Éric Lartigau su una ragazzina udente nata in una famiglia di sordomuti attirasse l’attenzione del cinema americano.

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Ma il remake di Sian Heder (anche sceneggiatrice), ribattezzato CODA è un’invasione in piena regola, a tratti violenta, degli spazi in cui si sviluppava il film originale. A tradire il passo della trasposizione è già il titolo, acronimo di Child Of Deaf Adults (figlio di genitori sordi). Il punto di vista è dunque su di lei, su Ruby, più che sulla sua famiglia. Perché quella della Heder è soprattutto una storia di affermazione individuale, legata ad una mentalità tutta americana del self-made man. E così CODA conserva l’ossatura dell’originale ma ne rilegge gli spunti da un punto di vista autoctono. La giovane Ruby è ancora una promessa del canto, dovrà ancora scegliere tra un futuro nella musica (stavolta  come allieva del prestigioso ateneo di Berklee) o un destino che la vorrebbe unico contatto con il mondo esterno della sua famiglia di pescatori, che stavolta, non a caso, vuole mettersi in proprio ed essere “inclusa” a tutti gli effetti nella comunità in cui vive.

A sopravvivere è lo sguardo caloroso e sincero con cui si racconta la disabilità, per il resto, il film della Heder è forse più efficace come esperimento attraverso cui rileggere certe coordinate del cinema americano da un nuovo punto di vista, senza il suono o la parola, che come remake in senso stretto. Lo scheletro europeo sostiene infatti un racconto dal piglio avvincente, tipico di certo cinema sportivo, che segue tanto la preparazione di Ruby in vista del colloquio per il college (coadiuvata, tra l’altro, da un professore mai così allenatore, burbero ma dal cuore d’oro) quanto l’avventura imprenditoriale dei suoi genitori.

CODA

È un film, forse anche per questo, molto più fisico dell’originale, CODA, che a tratti sembra guardare alla slapstick, tutto gesti improvvisi e velocissimi, praticamente retto soltanto dall’espressività straordinaria di Troy Kotsur, ma che non riesce mai a trasportare questa forza nella dimensione argomentativa. CODA è un film leggero, forse troppo, privo dell’urgenza dell’originale. Alcuni spunti, ma anche alcuni passaggi cruciali del film di Lartigau, dal ballo in cui la protagonista ha il menarca all’importanza del suo ruolo di mediatrice verso il mondo esterno cadono infatti nel vuoto e così le tensioni interiori di Ruby hanno un peso irrisorio sulla scena.

Come prevedibile, quello di Sian Heder è un racconto molto più pragmatico di quello di Lartigau, che tradisce la distanza dal sistema di valori dell’originale. Sballottato tra gli obblighi di un remake ed il desiderio di piegare il materiale ai suoi discorsi, CODA soffre lo spazio angusto in cui è costretto a lavorare: e così alcuni passaggi del racconto vengono dati per scontato ed i prelievi dall’originale risultano rigidi a contatto con la nuova narrazione. CODA, forse, non poteva essere diverso da così, un racconto di formazione tinto di Rom Com che centra senza troppi scossoni quell’atmosfera motivazionale che insegue da subito. Il film della Heder è però impalpabile, così programmatico da rischiare di risultare anonimo, una constatazione che colpisce ancora di più quando ci si rende conto che in alcuni, rari momenti, CODA riesce quasi miracolosamente a riempire la scena di un’emotività inedita, nutrita di spirito europeo, come nello straordinario ultimo confronto tra Ruby e suo padre, efficace rilettura di una delle scene centrali dell’originale. Ma forse la Heder si fida ancora troppo poco del suo sguardo.

 

Vincitore di 3 Premi Oscar:

  • miglior film
  • migliorattore non protagonista (Troy Kotsur)
  • miglior sceneggiatura no originale (Sian Heder)

 

Titolo originale: CODA
Regia: Sian Heder
Interpreti: Emilia Jones, Troy Kotsur, Marlee Matlin, Daniel Durant, Eugenio Derbez, Freida Walsh-Peelo
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 111′
Origine: USA, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2.83 (6 voti)
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