“Code name: Geronimo”, di John Stockwell

code name geronimo
Se giustizia è stata fatta, come dice Obama nel suo discorso alla Nazione messo in chiusura di Code name: Geronimo, l’America continua invece a rimandare il risveglio della sua Storia, nascondendosi ancora una volta dietro l’aura quasi mitica emanata dal ruolo di sentinella dell’ordine globale. E’ questo il vicolo cieco imboccato da John Stockwell e da un film che porta con sé tutti i vizi di un prodotto realizzato per il piccolo schermo

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code name geronimoBisognerebbe forse partire proprio dai nomi. Geronimo, il nome dato all’operazione che ha portato alla morte del nemico numero uno degli Stati Uniti è lo stesso di uno dei più grandi guerrieri pellerossa, l’ultimo baluardo di libertà contro la macchina messa in moto dal governo statunitense. Come ha scritto Noam Chomsky, “la mentalità imperiale è così radicata, in tutta la società occidentale, tanto che nessuno ha capito che stanno glorificando Bin Laden identificandolo con la valorosa resistenza contro un invasore genocida”. E, dunque, se giustizia è stata fatta, come sottolinea Obama nel suo discorso alla Nazione messo trionfalisticamente in chiusura di Code name: Geronimo, l’America invece continua a rimandare il risveglio della sua Storia, nascondendosi ancora una volta dietro l’aura quasi mitica emanata dal ruolo di sentinella dell’ordine globale. E’ questo il vicolo cieco imboccato da John Stockwell e da un film che porta con sé tutti i vizi e le semplificazioni di un prodotto realizzato per il piccolo schermo, in Code name Geronimo, al contrario di quel capolavoro che è The Hurt Locker, non c’è neanche l’ombra di un “intralcio che distorce la Storia e gli uomini.


Con in mano una materia ancora bollente e un progetto autocelebrativo lontano anni luce da qualsiasi tentativo di critica o riflessione su una missione dalle mille zone oscure tutt’ora da chiarire, John Stockwell si limita, senza molta immaginazione, ad inseguire la strada del racconto documentale, giocandosi anche la carta dell’innesto di immagini reali, con tanto di leitmotiv dell’immancabile attacco dell’11 settembre e delle parole spese da Obama per promuovere l’operazione contro Bin Laden. Il risultato è un film dal tessuto muscolare senza alcuna tonicità, sfilacciato e totalmente privo di direzione, che cerca disperatamente per tutta la sua durata di mettere insieme il doppio registro sul quale è costruito. Così, i movimenti dentro le stanze dei bottoni della CIA e il ritmo forsenntato di un’operazione sul campo, che tenta in tutti i modi di infondere verità all’anima da war movie di Code name: Geronimo, si alternano ad un timido tentativo di dare spessore emotivo ai protagonisti dell’operazione Geronimo, che si sbracciano inutilmente da dietro le loro finte interviste per creare anche solo uno straccio d’empatia.
 
 
Titolo originale: Seal Team 6: The Raid on Osama Bin Laden
Regia: John Stockwell
Interpreti: Cam Gigandet, Anson Mount, Freddy Rodriguez, Xzibit, Kenneth Miller, Kathleen Robertson
Distribuzione: Koch Media
Durata: 90’
Origine: USA, 2012
 

 

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