"Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato", di Daniela Cursi Masella e Salvatore Allocca


In questo film continua tragicamente a mancare quello sfondo invocato da Massimo Causo sulle pagine del blog di Sentieri Selvaggi qualche mese fa: quel «contatto con la realtà dello sfondo, con la configurazione di una scena umana, sociale, culturale» che è di per sé Cinema. E manca soprattutto quella capacità di far vibrare l’ovvio per riportarlo a nuova luce, interfacciandolo costantemente al nostro privato universo sentimentale di spettatori abitanti di un Mondo

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Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato

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Riscrivere i canoni di un genere è di solito un'operazione lunga e accidentata. Ed è ormai chiaro da tempo che il cinema italiano abbia deciso di “investire” (in ogni accezione del termine) sul genere commedia brillante, sperimentandone con alterne fortune i percorsi e le derive. E allora, in questo ultimo week end agostano, con gli ombrelloni ancora aperti e l’odore di crema solare ancora sparso nell’aria, sbarca in sala una delle prime commedie italiane della nuova stagione: Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato. Tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice Daniela Cursi Masella (qui coregista insieme al giovane Salvatore Allocca) il film evidenzia da subito e senza esitazioni la sua matrice letteraria: narrazione in “prima persona” scandita per capitoli e protagonista (Sofia, una solare Francesca Inaudi) che ci guida come turisti in una miriade di peripezie sentimentali. Sue e delle due migliori amiche Penelope ed Alice che rappresentano i due poli opposti di femminilità italica: l’una aggressiva e sensuale, l’altra ragazza della porta accanto fedele e ottima consigliera. Il tutto suggellato dalla passione di Sofia per i cavalli, che ha prodotto una singolare teoria “scientifica”  sull’accostamento della psicologia equina a quella degli uomini. Insomma siamo in pieno territorio di commedia brillante declinata al femminile, dove i pianeti uomo e donna cozzano e rimbalzano cronicamente sino a quando in un istante magico si incontreranno in un insieme da Happy End. Ora, se da un lato è lodevole il tentativo di svecchiare il genere strizzando l’occhio a fenomeni televisivi d’oltreoceano quali Sex and the City o ispirandosi vagamente ad altri famosi romanzi/film come il dittico di Bridget Jones, spiace comunque constatare che qui manca evidentemente qualcosa. E, sia chiaro, non è certo un problema di qualità tecnica (curatissima la confezione filmica, a partire dall’ottima fotografia) e nemmeno di carenza di idee di base (siamo pur sempre dalle parti di un genere così tanto sperimentato che a livello drammaturgico è decisamente difficile proporre qualcosa di nuovo). E allora cosa manca? Forse continua tragicamente a mancare quello sfondo invocato da Massimo Causo sulle pagine del blog di Sentieri Selvaggi qualche mese fa, analizzando proprio le nuove commedie italiane campioni d’incasso: manca quel «contatto con la realtà dello sfondo, con la configurazione di una scena umana, sociale, culturale» che è di per sé Cinema. E manca soprattutto quella capacità di far vibrare l’ovvio per riportarlo a nuova luce, interfacciandolo costantemente al nostro privato universo sentimentale: quello strano senso di appartenenza spettatoriale che crea istantaneamente un Mondo e fa stare comodi abitandolo anche per poco meno di due ore. Situazione, questa, che continua imperterrita a riuscire (e in una maniera sempre più sofisticata) alla migliore commedia sentimentale americana, risultando clamorosamente evanescente in un film come questo. Bisognerebbe tornare a riflettere seriamente sui dettagli, sui fuori campo, sugli sfondi…

  

Regia: Daniela Cursi Masella e Salvatore Allocca

Interpreti: Francesca Inaudi, Giorgia Surina, Giulia Bevilacqua, Enrico Silvestrin, Mehdi Nebbou, Ilaria Spada, Lele Vannoli, Imma Piro, Michelangelo Pulci, Alessandro Bianchi
Origine: Italia, 2011
Distribuzione: Fox
Durata: 104'

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