Comizi d’amore, di Pier Paolo Pasolini

Da Milano a Palermo, Pasolini si mescola agli italiani e alle italiane di qualsiasi classe sociale, conducendo un’indagine, ancora attuale, sulla concezione della sessualità e dei suoi tabù.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Durante l’estate del 1963, Pier Paolo Pasolini è in viaggio per l’Italia in cerca di nuovi volti per il suo prossimo film: Il Vangelo secondo Matteo. Da tempo, però, il regista e friulano medita sulla necessità di creare un’opera di cinema-verità che abbia come centro d’interesse la questione sessuale. Comizi d’amore nasce da una domanda precisa. Nell’Italia del boom economico, dove si sta raggiungendo il tanto agognato benessere materiale, gli italiani sono in grado di evolvere anche il proprio pensiero su ruoli e tabù legati alla sessualità?

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Da Milano a Palermo, dalle fabbriche delle grandi città ai poverissimi campi dell’Emilia-Romagna, fino ad arrivare alle spiagge della Calabria, Pasolini si mescola agli italiani e alle italiane di qualsiasi classe sociale, mostrandosi davanti alla macchina da presa e intervistando persone di tutte le età. È quasi un “commesso viaggiatore” che sembra provenire da una dimensione spazio-temporale diversa rispetto a coloro a cui pone delle domande, spesso scomode e franche. A completare l’indagine di Comizi d’amore sono, infine, gli interventi di alcuni grandi intellettuali del tempo come Alberto Moravia, Cesare Musatti, Giuseppe Ungaretti e Oriana Fallaci.

La ricerca pasoliniana, però, evidenzia, fin dalle prime battute un’incapacità fattuale da parte degli intervistati di prendere effettivamente sul serio l’argomento. C’è chi ci scherza sopra, chi tenta di schivare il problema sollevato dalla domanda (vedi un giovanissimo Peppino di Capri) e chi addirittura non risponde. Il pubblico, secondo Pasolini, si auto seleziona, provocando il primo vero problema di un cinema-verità che non dovrebbe basarsi sulla selezione del campione. A questo punto, viene da chiedersi quale sia la vera Italia? Quella capace di mostrarsi oppure il-lato-oscuro-della-luna che decide di celarsi alle domande ritenute troppo scomode? La risposta che prova a dare Moravia prende in considerazione l’incapacità da parte delle persone di impegnarsi nel decifrare un argomento così osteggiato dalla morale borghese. Qualsiasi sia il tipo di domanda, se più generale o se più specifica, le risposte mancano di quella profondità di ragionamento che meriterebbe un argomento così vasto e complesso come quello del sesso. In questo senso, sono emblematiche le risposte di alcuni studenti borghesi, i quali sostengono che i tabù sessuali non siano legati ad un processo di adattamento nei confronti della morale borghese. Tuttavia, gli stessi non sono poi in grado di spiegare effettivamente a cosa sia dovuta la presenza di questi tabù. Allo stesso modo, delle giovani ragazze operaie non riescono a dimostrare perchè sia più giusto lavorare onestamente piuttosto che prostituirsi per guadagnare.

Le ricerche si spostano nel profondo sud e toccano argomenti più precisi come l’omosessualità, definita a più riprese anormalità o deviazione. Il conformismo radicato nel pensiero delle persone intervistate le porta quasi naturalmente a chiedere all’intervistatore, ma anche a se stessi, se sia giusto il ragionamento appena fatto. Questa incertezza primordiale, radicata in anni di educazione secondo la morale borghese, è dettata dalla volontà di uniformarsi, ma, d’altra parte, genera anche sentimenti decisamente poco elastici come lo scandalo. Sentirsi scandalizzati è dunque riflesso dell’incapacità di esporsi e di carpire le novità che giungono. La paura della propria istintività spinge ad accettare, nonostante delle vistose incertezze, il modello conformista che ben conosciamo.

Le uniche riflessioni di spessore che Pasolini intercetta sono quelle degli intellettuali che dimostrano una propensione all’analisi seria e all’apertura verso ciò che di nuovo ha da offrire la vita. Ad esempio,  una riflessione di grande ispirazione è quella che ci regala Ungaretti sul tema dell’anormalità:

Tutti gli uomini in un certo senso sono anormali, in contrasto con la natura, l’atto stesso di civiltà è un atto di trasgressione e prepotenza nei confronti della natura.

La ricerca prosegue, toccando temi tutt’altro che semplici come il divorzio e la legge Merlin. Anche in questi casi, la risposta delude le attese. “La famiglia è il nucleo su cui fondare la società, erano meglio le case di tolleranza.” Poi, quando il discorso si sposta sul tema più ampio della prostituzione, si accampano le solite scuse del tipo “Qui è sempre stato così”.

Ne esce un’ Italia spaccata dove l’onore sessuale del sud Italia, più povero e proletario che segrega e ammutolisce la donna, viene affiancato dalla retorica moralista e borghese del nord che ostacola comunque una completa libertà femminile, soprattutto in ambito sessuale. Insomma, citando lo stesso Pasolini:

L’Italia del benessere materiale viene costantemente contraddetta nello spirito da questi italiani reali.

 

Regia: Pier Paolo Pasolini
Durata: 90′
Origine: Italia, 1964
Genere: documentario

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
4.44 (9 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array