Connected, di Simona Calo

L’autrice di Ovunque ma non qui e The New Normal si confronta con la riflessione più scottante, ambigua e feroce del momento, quella sul ruolo dell’IA nel quotidiano. Prime Video

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Connected, il documentario di Simona Calo, disponibile su Prime Video e Apple TV+, mostra una volontà ferrea, cattedratica e, al tempo stesso, incredibilmente moderna e interattiva, di spiegare a ciascuno spettatore le conseguenze dell’incessante presenza dell’IA, in ogni sua forma, nella vita quotidiana di ciascuno di noi, essendo talvolta di supporto e talvolta irrimediabilmente inquietante, se non addirittura spaventosa, tanto in termini di privacy, quanto di risposta intellettiva e interattiva.

La tecnologia ha sempre sostituito l’uomo, con questa riflessione il documentario di Simona Calo comincia ad interrogarsi sul nodo centrale di Connected, ossia il ruolo dell’IA rispetto all’evoluzione delle professioni. Dunque l’impatto inevitabilmente sostitutivo di quest’ultima, in merito a meccanismi dapprima tecnici e ripetitivi, ed in futuro probabilmente sempre più creativi. Come accaduto peraltro nell’ambiente cinematografico d’oggi. 

 

Attraverso una serie di capitoli, qui nella veste di vere e proprie domande mostrate sullo schermo e successivamente pronunciate da una voce, come detto, apparentemente umana, eppure robotica, quella di Hugh, Connected struttura la propria riflessione documentaristica attorno alla questione: L’IA ci sta indirizzando verso un futuro radioso, oppure verso una cupa realtà distopica? La risposta non tarda a giungere, eppure Simona Calo, sfruttando una moltitudine d’interviste a professionisti del settore, presenta la possibilità di uno scontro d’opinione, destinato a non raggiungere mai un’unica direzione.

Mostrando luci ed ombre dell’intelligenza artificiale, trattando per esempio la questione della cecità attraverso l’analisi delle potenzialità dell’app Be My Eyes e ancora del supporto professionale dell’IA per creativi e tecnici d’ogni settore, le cui opere tutt’oggi e sempre più saranno in grado di eludere così gran parte delle attività ripetitive e semplicistiche, Simona Calo mette in luce inevitabilmente anche tutta quell’oscurità che ben presto sopraggiunge, riflettendo sull’invadenza dell’IA, rispetto non soltanto alle nostre piattaforme social, ma anche al nostro quotidiano, tra acquisti online, suggerimenti, ricerche e via dicendo.

L’IA dunque, come una questione d’etica, che apparendo alla stregua della scoperta del fuoco, non può far altro che spaventare l’uomo, per poi, nel corso del tempo, tranquillizzarlo sempre più, tenendone in considerazione luci, ombre, aspettativi positivi ed aspetti negativi. Lo conferma Hugh, il narratore onnisciente di Connected, nient’affatto umano, bensì generato da quella stessa intelligenza artificiale che Simona Calo intende raccontarci.

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