Corpo, automi, robot. Tra arte, scienza e tecnologia

Lugano – dal 24 ottobre 2009 al 21 febbraio 2010

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Principali tematiche della mostra
Sezione 1
Gli automi nella storia
La prima sezione della mostra, allestita a Villa Ciani, intende ripercorrere le tappe fondamentali della
storia degli automi, dall’età greca sino all’inizio del XX secolo. I primordi saranno raccontati mediante
reperti archeologici di età classica i cui apparati iconografici si riferiscono alla ricca tradizione mitologica
greca. Disegni, volumi a stampa e riproduzioni di codici miniati illustreranno gli incredibili automi dalle più
disparate finalità realizzati dagli arabi sulla scorta dell’eredità scientifica, meccanica e tecnologica ricevuta
dai greci. Non mancherà una riflessione sugli ingegneri senesi del Rinascimento, così come saranno
presenti alcuni modelli realizzati negli anni cinquanta a partire dai disegni di Leonardo da Vinci, il quale,
raccogliendo l’eredità dei senesi, giunse a formulare invenzioni sorprendenti. Del grande artista saranno
presentati in mostra cinque modelli storici e un’ala interattiva – messi a disposizione dal Museo della
Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano – e Uomo volante dalla spettacolare apertura
alare ispirata agli studi leonardeschi sul volo. Particolare attenzione sarà data agli androidi sei-
settecenteschi – di cui si esporranno originali e riproduzioni – realizzati sotto l’impulso delle nuove
scoperte scientifiche e fisiologiche e grazie all’apporto della sapienza meccanica e ingegneristica della
manifattura orologiera svizzera. Pierre e Henri-Louis Jacquet-Droz, pionieri dell’alta orologeria – con i
quali la fabbricazione degli automi raggiunse il suo apice sia dal punto di vista dell’imitazione del corpo
umano sia da quello della riproduzione di una sua funzione – saranno rappresentati in mostra dal
Dessinateur, eccezionalmente messo a disposizione dal Musée d’art et d’histoire di Neuchâtel. L’excursus
sulla storia degli automi proseguirà con alcuni esemplari realizzati da costruttori contemporanei, nei quali
sono riprodotte non solo le funzioni più complicate, ma anche le caratteristiche atte a rendere tali
creazioni sempre più umane, con una rappresentazione non scevra da considerazioni artistiche.
La robotica
Dopo la prima guerra mondiale entra in scena un altro importante elemento che ci permette di dare una
definizione di robot e che ne costituisce il discrimine rispetto all’automa: la capacità di produzione.
L’automa, che svolge in maniera stupefacente un’azione umana circoscritta imitando l’uomo, è quindi
uscito di scena e al suo posto appare un “corpo” autonomo che realizza un intero ciclo funzionale,
addirittura fino alla comprensione e all’autocorrezione dei propri errori.
Infatti allo studio della meccanica e del funzionamento degli androidi si affianca il tentativo di riprodurre
alcune funzioni sofisticate dell’essere umano, sia corporee che logiche. Decisivo è l’intervento
dell’informatica, dalle prime macchine di Turing risalenti agli anni cinquanta, sino ai successivi calcolatori
e ai moderni software che muovono organismi simili a noi anche dal punto di vista delle componenti
biologiche.
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Negli spazi espositivi dedicati alla tecnologia e alla robotica, verrà dato risalto alle applicazioni della
robotica, le quali sono sempre più sorprendenti e i cui ambiti sono sempre più diffusi: dai robot industriali
che compiono lavori ripetitivi fungendo da forza lavoro nelle catene di assemblaggio usati da decenni
nell’industria, ai robot mobili che posseggono ampia libertà di movimento e una certa autonomia.
Saranno inoltre presenti robot dalle sembianze umane, in grado di fungere da guide in musei e sostituirsi
ad attori di teatro, così come i giocattoli che, ampiamente diffusi nella nostra società, imitano gli esseri
umani e animali nelle movenze e nelle funzioni. Non saranno trascurati i frutti della tecnologia biomedica,
ad esempio apparecchi acustici e pace-maker i quali, impiantati chirurgicamente all’interno del corpo
umano per migliorarne alcune funzioni, permettono di attuare la fusione uomo-macchina dando origine a
ibridi o cyborg.
Sezione 2
Arte moderna e contemporanea
In questa sezione, allestita a Villa Malpensata, verranno percorse le principali tematiche della storia
dell’arte del Novecento e dell’arte contemporanea secondo due precise direttrici.
Da un lato si espliciterà, secondo un’ottica antropologica, il rapporto uomo-macchina che l’arte dei primi
decenni del secolo ha percorso; dall’altro si proporrà un’iconografia della rappresentazione del corpo
rispetto al meccanico e all’artificiale, scegliendo esempi rappresentativi e suggestivi, senza alcuna pretesa
di esaustività.
Il primo approccio, di tipo antropologico appunto, individua nel dada la soluzione di un conflitto crescente
tra uomo e macchina, tra società e rivoluzione industriale. La macchina viene pensata come un oggetto al
servizio dell’uomo ma allo stesso tempo la sua stessa costituzione, l’interazione dei suoi meccanismi con
il corpo umano, ne provocano la distruzione, la menomazione. La macchina aggiunta al corpo umano ne
amplifica le potenzialità ma lo distrugge, lo serializza. In questo contesto distruttivo, caratterizzato dalle
due guerre mondiali, la meditazione del movimento dada indica una soluzione possibile nell’eros, nella
sublimazione del meccanico in amore. In questo senso risulta centrale l’opera di Duchamp Il grande
vetro, realizzata nell’arco di tempo dal 1915 al 1923, di cui sarà presente in mostra una simulazione
reinterpretata appositamente dall’artista Carlo Bernardini. Altre opere di Duchamp saranno proposte in
mostra insieme a quelle di altri esponenti del dada, da Man Ray a Francis Picabia e altri.
Altri movimenti artistici hanno più o meno consapevolmente trattato il macchinismo: dal futurismo con la
celebrazione della macchina (Balla, Depero, Pannaggi), all’arte russa d’avanguardia, con la scomposizione
dell’elemento naturale in oggetto semplice, astratto, costituito da linee essenziali che ne determinano la
funzione (Malevic, Stepanova, Puni), al surrealismo, la cui riflessione sul corpo ha talvolta portato alla
rappresentazione dell’umano come un bizzarro, onirico e inquietante essere artificiale.
Un’ulteriore sezione sarà dedicata all’arte contemporanea, proponendo una scelta di opere che affrontano
in modo problematico il rapporto con il corpo. Del resto, questo tema costituisce l’asse portante della
gran parte dell’estetica contemporanea, che proprio sul corpo mette in atto sperimentazioni, costituendo
anche ibridi. In questa parte della mostra figurano opere di Vincenzo Agnetti, Luigi Ontani, Gilberto Zorio,
Jean Tinguely, Nam June Paik, Panamarenko, Maya Vonmoos, Giuliana Cuneaz, Kenji Yanobe, o, ancora,
le performance di Stelarc, in cui il corpo dell’artista viene fatto oggetto di esperimenti elettrici.
 
MUSEO D'ARTE
Riva Antonio Caccia 5 (6900)
+41 0588667214 , +41 0588667497 (fax)
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