Corpo estraneo, di Krzysztof Zanussi

Coproduzione italo-polacca, il film è il racconto della passione di Zanussi per i movimenti di rinascita e rinnovamento cristiano in Europa, ma l’imbolsito risultato appare difficilmente difendibile

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Coproduzione italo-polacca, girato in parte anche nell’Ancona negata al Visconti di Ossessione, il nuovo film di Krzysztof Zanussi racconta dell’amore tra Angelo e Kasia, sbocciato all’interno del fervente movimento cattolico dei Focolarini. La relazione non riesce a distogliere Kasia dalla decisione di entrare in convento, tornata nella sua Polonia. Angelo però non demorde e la segue fino a Varsavia, dove trova lavoro in una multinazionale. La tentazione si nasconde proprio tra i corridoi della lotta feroce per la carriera in cui Angelo fa il suo ingresso fin troppo ingenuamente, e ha il volto e il fisico conturbante di Krystyna, la sua superiore, una donna cinica, disinibita e arrampicatrice che inizia con il ragazzo un gioco al massacro di ricatti e molestie, fino a coinvolgerlo in una serie disastrosa di sotterfugi e inghippi nella partita pericolosa della corruzione. Riuscirà Angelo a resistere alla seduzione del lato new economy del Male?

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Al Festival del Cinema Europeo, Zanussi ha spiegato come Corpo estraneo sia nato dalla riflessione su quanto l’elemento italiano sia stato necessario per il legame con i movimenti di rinascita e rinnovamento cristiano che lo portano ad avere speranza per il futuro dell’Europa, in particolare il movimento dei focolarini che gli ricorda il radicalismo rivoluzionario di San Francesco.
Questo non salva malauguratamente la sua ultima fatica, vista anche a Toronto e Trieste, dal rivelarsi in buona sostanza difficilmente difendibile. Corpo estraneo conferma in quello del suo autore, ospite affezionato e ritornante delle kermesse italiane (come ad ulteriore esempio la rassegna romana CiakPolska dello scorso novembre), uno sguardo imbolsito e completamente arrugginito.

L’assurda vicenda imbastita dal film è una girandola vecchio stile che non tituba un attimo prima di tirare ancora in ballo l’espediente del convento e delle donne in carriera pronte ad ammazzare anche la madre per vincere una nuova gara d’appalto, un mélo di provocazioni giocose che si spingono troppo oltre, tra tentazioni lesbo e derive carcerarie (siamo ben lontani dai crime d’amour nelle versioni sia Corneau che De Palma).
Ma se avesse davvero spinto le proprie perversioni al punto di ebollizione, avrebbe quantomeno raggiunto il risultato di un thriller erotico morboso e senza pudore, come per rimanere a ritorni recenti di maestri del passato riesce al contrario allo strepitoso Barbet Schroeder di Amnesia. Purtroppo resta invece una confusa parabola metafisica che spreca l’impegno tenace e testardo di tutto il cast (il triangolo Riccardo Leonelli, Agnieszka Grochowska, Agata Buzek).

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