CORRISPONDENZE – C.S.I. (Crime Scene Investigation) una serie televisiva DOC

E tra le nuove uscite negli USA arrivano “Sweet Home Alabama” di Andy Tennant, “Moonlight Mile” di Brad Silberling con Dustin Hoffman e Susan Sarandon e il polemico documentario “The Trial of Henry Kissinger”

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Tra le decine di programmi televisivi che inondano i canali via cavo statunitensi, C.S.I. (Crime Scene Investigation) trasmesso sulla rete CBS, ha un posto d'onore, non soltanto grazie al successo ottenuto di pubblico e di critica (e' alla sua terza stagione), ma anche per lo stile e le tematiche che vengono di volte in volta affrontate. Grande attenzione viene infatti data ai particolari, ai dettagli, con qualche puntata nel "gore'. Nulla viene lasciato al caso, ma all'attenta analisi e alla grande risoluzione che permette alla squadra investigativa di risolvere i piu' efferati crimini e di affrontare i piu' perfidi serial killer, criminali e delinquenti.  La serie, prodotta da Jerry Bruckheimer e creata da Anthony Zuicker, ha debuttato il 6 ottobre 2000 e sin dalla prima puntata ha ottenuto un crescente interesse e ad oggi e' stata esportata in Germania,  Brasile,  Svezia, Canada, Taiwan, Hong Kong e in molti altri paesi. In Italia viene trasmessa da Tele +.   William Peterson interpreta Gil Grissom, l'uomo che ha piu' esperienza di tutti al Criminalist Bureau. Nella sua squadra ci sono Catherine Willows (interpretata da Marg Helgenberger), che tra l'altro e' anche una madre e cerca di far bene i due compiti, Nick Stokes (George Eads) e Warrick Brown (Gary Daourdan), in grande competizione tra loro, il primo estremamente competitivo  Sara Sidel (Jorja Foz), la piu' giovane del gruppo.   Naturalmente il programma ha un suo sito, costruito ad hoc per i fan, molto complesso ma molto affascinante dove e' possibile anche acquistare gadget della serie. Il cast interpretano un gruppo di investigatori il cui intento e' quello di risolvere il crimine studiando le evidenze. La loro base e Las Vegas. Dal questa serie e' nata un'altra serie che e' alla sua prima stagione: C.S.I. Miami , sempre in onda sulla CBS.

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Molte le commedie questa settimana: Sweet Home Alabama di Andy Tennant, riprende alcune atmosfere del cinema classico hollywoodiano, quando Melanie (Reese Witherspoone), stilista di successo nella Grande Mela viene corteggiata dal figlio del sindaco, compie un viaggia nella natia Alabama per sistemare un piccolo dettaglio della sua esistenza e confrontarsi con il proprio passato.


    Con The Tuxedo il regista Kevin Donovan dirige una commedia degli equivoci che vede protagonista Jimmy Tong (Jackie Cheng), un autista che all'improvviso si trova tra le mani uno smoking magico che lo catapulta nel mondo di spionaggio e intrighi internazionali; Just a Kiss di Fisher Stevens, in cui vengono inserite scene di animazione,  che riprende il tema dell'educazione sentimentale, quando degli amici si ritrovano a rivivere le loro storie d'amore tutte iniziate con "soltanto un bacio".


    Un po' piu' intenso e sentito e' Charly di Adam Thomas Anderegg, tratto dal libro di Jack Weyland e' una romantica storia d'amore, tra incomprensioni, diffferenze, continue sfide e conflitti, tra un mormone (Jeremy Elliot) e un'artista newyorchese (Heather Beers).

    Dustin Hoffman e Susan Sarandon sono i protagonisti di Moonlight Mile di Brad  Silberling. Ambientato negli anni settanta, e' un dramma familiare di un giovane (Jake Gyllenhall) che si ritrova a dover confrontarsi con il proprio futuro e con nuovi rapporti sentimentali.

Skins di Chris Eyre (che aveva precedentemente diretto Smoke Signlas). Dramma ambientato in una riserva indiana di Pine Ridge, e' un'opera di denuncia sulle condizioni degli abitanti della riserva, tra miseria, alcolismo e perdita di identita'. Tratto dal romanzo di Adrian C. Louis del 1995.


    Molto piu' intimo e intellettuale e' invece Crazy as Hell di Eriq La Salle, al suo debutto, in un film che si concentra nel dialogo tra uno psichiatra e un misterioso paziente che viene identificato con il nome di l'Uomo, ma che rivela un'identita' ben piu' misteriosa e inquetante. Tratto dal romanzo di Jeremy Leven "Satan: His Psychotherapy and Cure by the Unfortunate Dr. Kessel, J.S.P.S".


     Tra le produzioni estere: dall'India arriva Road di Rajat Mukherjee e prodotto da Ram Gopal Varma (regista e produttore di Company che e' diventato il film hindu' di maggior successo quest'anno). Un road movie che si trasforma in incubo quando una coppia offre un passaggio a un motociclista. Tra musical e thriller, una combinazione di successo in India (un numero viene eseguito anche dal killer). Mentre dalla Francia ecco Wasabi di Gérard Krawczyk, coproduzione franco-giapponese, che vede protagonista Hubert (Jean Reno), un poliziotto francese tornare in Giappone dopo molti anni. La' lo attendono molte sorprese e situazioni pericolose e dovra' far affidamento a tutte le sue risorse per uscirne vivo.

     Anche tra i documentari (che per loro natura hanno una circolazione molto limitata) si segnalano uscite interessanti come quella del documentario di Eugene Jarecki The Trial of Henry Kissinger e Shangai Ghetto. Il New York Times ha definito il primo "un dessert al cioccolato perche' quando si inizia a mangiarlo non e' piu' possibile smettere". Uno spaccato di storia americana, in cui emerge la personalita' di Kissinger, da alcuni (come Cristopher Hitchens, l'autore del libro da cui e' tratto il documentario) considerato un criminale per il suo coinvolgimento in operazioni segrete in Cile, Timor e in altri paesi del mondo.
Shangai ghetto invece, di Dana Janklowicz-Mann e Amir Mann, riapre una ferita dolorosa quando alla fine degli anni trenta, gli ebrei che tentarono di abbandonare la Germania nazista, trovarono le porte sbarrate. Durante la conferenza di Evian del 1938, infatti gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'Australia e il Canada insieme ad altre 27 nazioni decisero di non modificare le proprie norme relative all'immigrazione impedendo di far entrare ebrei nel proprio paese, e' Shangai divenne il lido di oltre 20.000 persone costrette a vivere in condizioni pietose. E poi ancora Biggie and Tupac di Nick Broomfield, un documentario che esplora la vita e la drammatica fine dei due rappers, evidenziando i conflitti e la rivalita' tra le band, ma anche sugli interrogativi sulle indagini.

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