CORRISPONDENZE – E ora tocca a Dick Cheney e John Edwards

ELEZIONI USA – 28 gg. Secondo dibattito in diretta, questa volta salgono sul palcoscenico il vice-presidente Dick Cheney e il candidato democratico alla vice-presidenza John Edwards. Dagli States le corrispondenze di Sebastiano Lucci.

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Elezioni -28. Dopo una necessaria pausa la lotta per la conquista della Presidenza degli Stati Uniti (e non solo) riprende questa sera dall'Ohio. Questa volta saranno i due vice, nel loro unico duello, a sfidarsi in una serata che si preannuncia  essere e che probabilmente si concentrerà sulla questione della sicurezza nazionale ("homeland security"). Dick Cheney e John Edwards riprenderanno da dove Bush e Kerry si erano fermati, ma questa volta dovrà essere il candidato repubblicano sull'offensiva.

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I sondaggi intanto, che sono soltanto dei punti di riferimento e che hanno una relativa validità, danno John Kerry in crescita (il 40 per cento degli intervistati gli è favorevole, contro un 41% sfavorevole e un 13% indeciso). Sempre secondo il sondaggio del New York Times- CBS, la situazione per Bush è più o meno analoga (il 44% degli intervistati gli è favorevole, contro un 44% contrari e un 10% di indecisi). Tuttavia ad una domanda piu' precisa ("se le elezioni si svolgessero in questo momento, per chi votereste?") il risultato mostra una confermata parità (47% contro 47%, e il rimanente 6% di indecisi)  Ma ancora c'è tempo e niente sembra essere deciso. In questi giorni la radio e la televisione hanno bombardato i potenziali elettori di registrarsi per potere partecipare attivamente a questa elezione del secolo. Negli Stati Uniti c'è un sistema per cui non nocessariamente si viene automaticamente iscritti alle elezioni nei singoli stati (anche perche' negli Stati Uniti la gente è in continuo movimento da uno stato all'altro anche per un periodo molto breve) e il rischio che molte persone non vadano ai seggi è una realtà.  


 


Rimane il fatto che l'astensionismo, nelle elezioni presidenziali e soprattutto in quelle locali è altissimo, (a volte si sfiora il cinquanta per cento degli aventi il diritto di voto) che manifesta un preoccupante disinteresse che si è trasformato in un elemento che ha caratterizzato molte elezioni, tra cui l'ultima. (Su questo fenomeno due libri di grande interesse sono quelli scritti da Thomas E. Patterson, professore a Harvard – Vanishing Voter: Civic Involvement in an Age of Uncertainty – e quello di Alexander Keysser, The Right to Vote. The Contested History of Democracy in the United States).


 


Tutto questo succede mentre i cuori degli americani sono rivolti ai playoff di baseball che iniziano oggi e che vedono ancora una volta i New York Yankees gli ennesimi favoriti (ma quest'anno dovranno guardarsi dai Cardinals di St. Louis, che hanno stabilito un record impressionante nella regular season – 105 vittorie e 57 sconfitte – e i sorprendenti Houston Astros che da squadra sfavorita è riuscita a conquistare un posto, l'ultimo disponibile, per i playoff dopo sette vittorie consecutive).

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