CORRISPONDENZE – Il "day after" di Bush vs Kerry

ELEZIONI USA: -31 giorni. L'America si interroga dopo il primo dibattito.
Molta retorica, grandissima concentrazione, grande diversità, ma soprattutto un confronto leale, secondo la grande tradizione democratica americana.

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Elezioni  -31 giorni.

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A poche ore dalla fine del primo dibattito l'America si interroga su chi abbia vinto tra un Kerry che ha attaccato il presidente e si è visto in grande forma e Bush, che dopo un iniziale indecisione si è ripreso e ha seguito la sua linea politica.


Ma il dibattito, cosi' diverso da quelli nostrani dove i politici si esaltano e si agitano, e qualche volta vengono alle mani, era organizzato in maniera rigida. Il pubblico era presente ma non poteva assolutamente intervenire, ad ognuno dei candidati veniva dato un tempo massimo (di due minuti) per rispondere e guai se andavano oltre (era previsto uno stridulo suono che avrebbe coperto quello che avrebbe detto). Molta retorica, grandissima concentrazione, grande diversità, ma soprattutto un confronto leale, secondo la grande tradizione democratica americana.


Ma anche si è vista molta ipocrisia. Si sa che Kerry e Bush non si sopportano, non possono vedersi e quell'abbraccio finale cone le rispettive famiglie è sembrato un po' fuori luogo.


Per la strada la vita riprende, le "mall" si riempiono di persone che ripetono l'antico rito dello shopping del fine settimana, Ladder 49 di Jay Russell esce oggi al cinema per esaltare l'eroismo dei vigili del fuoco. E anche se nessuno parla apertamente della guerra, sempre piu' automobili (uno dei tanti simboli del pianeta America) mostrano con un certo orgoglio quei nastri gialli (quelli di fordiana memoria, immortalati in uno dei suoi capolavori – She Wore a Yellow Ribbon, da noi I cavalieri del Nord ovest) con i quali ricordano e appoggiano le truppe che combattono una guerra che sembra più infinita.

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