
Marco Risi sembra dare la possibilità a Corso Salani di costruire il proprio personaggio proprio sulla scorta di quello interpretato nei primi film da regista (al tempo Salani aveva già girato Voci d'Europa e Gli ultimi giorni). Il suo Alessandro ha più di un punto in comune con l'Alberto delle opere dirette da Salani, di cui recupera oltre alla scostante timidezza e alla stilizzata ritrosia vagabonda, anche l'iconico e inseparabile abito chiaro e la passione per un certo pop radiofonico grossolano, insieme alla possibilità di una fugace riflessione malinconica in voce fuoricampo. Proiezione gratuita da SentieriSelvaggi, via Carlo Botta 19 a Roma, h 20.30
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Corso online DAVINCI EDITING dal 7 febbraio

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Più che un ritorno al periodo “leggero” dei film con Jerry Calà degli inizi (tra cui il fondamentale
Vado a vivere da solo), come fu letto all'epoca della sua uscita in sala,
Nel continente nero, girato da Marco Risi dopo
Mery per sempre,
Ragazzi fuori e
Il muro di gomma, e subito prima de
Il branco, sembra rivisto oggi anticipare quel senso di grottesco violento e nerissimo (qualcuno direbbe “cannibale”) che poi proprio Risi affronterà di petto nell'audacissimo e sfortunato
Ultimo Capodanno. Non a caso già in
Nel continente nero è presente una delirante e ultrakitsch festa di San Silvestro nel villaggio vacanze gestito in Africa da Diego Abatantuono, pullulante di tronfi e viscidi politici criminali, monsignori dagli ambigui scopi umanitari, l'ennesima famiglia disastrata romanesca di Maurizio Mattioli, e finale con tragedia allegorica. Si tratta di una delle sequenze che appesantiscono il film di un senso di lettura tragicomica del presente (siamo in piena Tangentopoli) che da un lato lo legano profondamente a tutta una tradizione italiana di cinema apocalitticamente satirico, ma dall'altro gli donano un'andatura episodica e bozzettistica, che fatica a trovare un collante tra la vicenda privata e umana del personaggio interpretato da Salani, e il ritratto spietato ed emblematico del faccendiere Abatantuono.
Ecco, se Abatantuono sembra dare vita a una sorta di doppio oscuro, di parodia cinica e capovolta dei ruoli collezionati nei film del primo Salvatores, Marco Risi sembra al contempo dare la possibilità a Corso Salani di costruire il proprio personaggio proprio sulla scorta di quello interpretato nei primi film da regista (al tempo Salani aveva già girato Voci d'Europa e Gli ultimi giorni). Il suo Alessandro ha più di un punto in comune con l'Alberto delle opere dirette da Salani, di cui recupera oltre alla scostante timidezza e alla stilizzata ritrosia vagabonda, anche l'iconico e inseparabile abito chiaro e la passione per un certo pop radiofonico grossolano, insieme alla possibilità di una fugace riflessione malinconica in voce fuoricampo che purtroppo resta un espediente utilizzato per un'unica, bella sequenza e mai ripetuto da Risi nel resto del film.
CORSO SALANI, PER SEMPRE
Nel Continente Nero, di Marco Risi (1992) 117'
con Corso Salani, Diego Abatantuono, Anna Falchi, Maurizio Mattioli, Tony Sperandeo
Mercoledì 26 settembre, h 20.30
Sentieri Selvaggi, via Carlo Botta 19 a Roma
INGRESSO GRATUITO
info comunicazione@sentieriselvaggi.eu
tel 06.96049768
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Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale

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