Corto Cortissimo 2009

La tournée di "Corto cortissimo" parte il 2 novembre da Padova

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CORTO CORTISSIMO 2009
a Padova, Belluno, Rovigo, Vicenza e Verona
 

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Il cinema d'autore presentato all'ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia torna a farsi vedere in altre città del Veneto. La Regione infatti, dopo le apprezzate "Le Giornate della Mostra”, con film selezionati dalla "Settimana Internazionale della Critica", è pronta a pro­porre  in cinque città venete alcuni  film della Sezione “Corto Cortissimo”.  La proposta, realizzata in collaborazione con la FICE (Federazione Italiana dei Cinema d'Essai) delle Tre Venezie e la Mo­stra del Cinema, si articolerà in cinque serate tra Padova, Belluno, Rovigo, Verona e Vicenza. Un'ulteriore importante occasione di valorizzare lavori di alta qualità che hanno poca (se non rara) occasione di essere distribuiti nelle sale cinematografiche, proiettati  eccezionalmente in apertura di serata. Lavori che sfidando i lungometraggi sul campo della durata sfiorano al massimo la mez­z'ora e riescono comunque a raccontare una storia, ad emozionare il pubblico.  Inoltre l’intesa vin­cente tra Regione,  Fice e la Biennale di Venezia  è destinata a promuovere in futuro altre iniziative capaci di evidenziare le potenzialità culturali del Veneto, dalle sale agli autori, dai grandi festival alle opere d’essai.

La tournée di "Corto cortissimo" parte il  2 novembre  da Padova, al MultiAstra,  seguita il 5 no­vembre dal Cinema Italia a Belluno, il 9 novembre da Cinergia a Rovigo, l’11 novembre dal Cinema Patronato Leone XIII a Vicenza e il 16 novembre dal Cinema Pindemonte a Verona. Tutti gli spet­tacoli avranno inizio alle 21, con ingresso gratuito. In cartellone, con un’unica proiezione di 90 mi­nuti, quattro cortometraggi:

UERRA di Paolo Sassanelli (16’), dove si racconta il primo Dopoguerra nel Sud Italia per bocca dei nonni che ci ricordano chi siamo e da dove veniamo; LA SECONDA FAMIGLIA di Alberto Dall’Ara (27’) sul  tema del pregiudizio e della paura dell’altro in un contesto paradossalmente caratteriz­zato dall’impegno sociale;  SO CHE C’E’ UN UOMO di Gianclaudio Cappai (30’), un film autobio­grafico di relazioni familiari, di destini ineluttabili; IL GIOCO di Adriano Giannini (18’), dove l’immensamente grande e l’universo del dettaglio sono tenuti uniti dalla fantasia di un bambino.
  
 Tutte le informazioni sui film presentati sono consultabili nel sito www.spettacoloveneto.it  

Le trame dei film

IL GIOCO di Adriano Giannini
Soggetto: dal racconto "Il gioco della
mosca" di Andrea Camilleri  Sceneg-
giatura: Adriano Giannini  Fotografia:
Daniele Massaccesi  Montaggio: Mauro
Bonanni Musica: Enrico Melozzi  Inter-
preti: Mattia Di Stefano, Liborio Di
Stefano, Emanuele Vaccaro, Gianluca Taibi,
Giuseppe Emanuele, Gabriele Vasile
Cozzo,  Alessio Vasile Cozzo  Produ-
zione:  Andrea Vinci, Adriano Giannini
(Ombla Production) Origine: Italia, 2009
Durata: 18’
 
Sinossi: Sicilia 1950. Su una spiaggia sette ragazzi sono impegnati in un gioco
da loro ideato. È una scommessa, si puntano soldi, chi vince prende tutto. Cosa
aspettano? Cosa cercano di evocare? Perché quell’inusuale rito preparatorio?
Quale creatura vogliono attrarre? Gennarino, il più piccolo, sembra custodirne
il segreto. Sarà lui, infatti, a rivelarci l’identità della “misteriosa creatura”.
Commento del regista: L’immensamente grande e l’universo del dettaglio, uniti
insieme dalla fantasia del bambino. Fotografare l’innocenza di un mondo segreto,  che si sta per aprire alla nuova cultura occidentale, mi ha permesso
di esplorare fantasie che sfociano nel suono profondo delle gole marine siciliane.
 
   

SO CHE C’E’ UN UOMO di Gianclaudio Cappai

Sceneggiatura: Gianclaudio Cappai
Fotografia: Emiliano Fiore  Montaggio: Sara
Pazienti (A.M.C.)  Scenografia: Alessandro
Bertozzi  Costumi: Gianni Addante  Musica:
Piernicola Di Muro  Suono: Stefano Campus,
Max Gobiet, Marzia Cordò Interpreti:
Giorgio Carminati, Ugo Piva, Daniela Virgilio,
Roberta Mattei, Francesca Bianco
Produzione: Bruno Paschina, Alessio Ortu,
Samuel Carro (Hirafilm), Demiurgos
Film Origine: Italia, 2009  Durata: 30’
Sinossi: In uno squallido casale di campagna, sotto un caldo afoso e opprimente,
si trascinano i dubbi, le paure e i malesseri di una famiglia senza controllo. A
tensioni mal represse fa eco una promiscuità morbosa, e il perturbante s’insinua
in ogni gesto e rumore. Se poi il grande assente è il futuro, non basta la follia di
un figlio dolcemente crudele a mascherare quel senso di ineluttabilità contro cui
è inutile combattere.
Commento del regista: Ho fatto un film strano. Eppure la materia trattata è cosi
vissuta che ogni elemento autobiografico sprigiona un forte bisogno di catarsi, se non
di esorcismo. Nell’animo di questi personaggi c’è un universo sull’orlo del collasso, che
a volte può essere silenzio e sopportazione, oppure grido e rivolta. Finanche morte. Il
mio sguardo impietoso su di loro vuole sì cogliere la fragilità di certi rapporti, ma
soprattutto le incongruenze e le ambiguità dei nessi che li tengono uniti.
 
 
 

LA SECONDA FAMIGLIA di Alberto Dall’Ara

Sceneggiatura: Andrea Cedrola, Stefano
Grasso, Carlotta Massimi,  Alberto Dall’Ara
Fotografia: Ethel Pistritto  Montaggio:
Huan Eul Lee  Scenografia: Lara Sikic
Costumi:  Alice Bucelli Musica: Roberto
Boarini  Suono:  Vincenzo Schiavo, Giulio
Capanna  Interpreti:  Alba Rohrwacher,
Rinat Khismatouline, Karina Drahynych,
Claudia Della Seta, Alberto Di Stasio,
Alessandro Mistichelli  Produzione:
Elisabetta Bruscolini (CSC Production),
Medusa Film  Origine: Italia, 2009
Durata: 27’
Sinossi: Roma, Margherita giovane assistente sociale, venticinque anni, dà
lezioni di italiano ad Alina Radtchenko, da poco in Italia, e instaura con la
famiglia della bambina un rapporto che va al di là di quello professionale. I
problemi cominciano quando la madre di Margherita è vittima di un’aggressione
e i sospetti cadono su Roman, un conoscente dei Radtchenko. Margherita
diventa preda di un conflitto interiore nel quale il dubbio si fa strada fino a
stravolgere anche i rapporti di amicizia più profondi.
Commento del regista: La cultura può estirpare il pregiudizio? L’apertura
mentale e l’impegno sociale sono sufficienti ad allontanare la paura dell’altro, o è  possibile che la cosa più terrificante sia, in realtà, scoprire qualcosa che non si vuole  conoscere di se stessi?

 

 

UERRA di Paolo Sassanelli

Sceneggiatura: Paolo Sassanelli,
Antonella Gaeta  Fotografia: Federico
Annicchiarico  Montaggio: Michele
Sblendorio (A.M.C.)  Scenografia:
Daniele Trevisi  Costumi:  Veronica Lopez
Suono: Valentino Giannì  Interpreti:
Dino Abbrescia, Totò Onnis,  Angela Iurilli,
Andrea Montani, Pietro Pollonio, Donato
Fanelli, Rita Milillo, Roberto Petruzzelli,
Michael Paul Kremmerlein  Produzione:
Tommaso Arrighi (Mood Film)  Origine:
Italia, 2009  Durata: 16’
Sinossi: Bari, estate 1946. La guerra è finita ma non soffiano venti di pace tra
Paolo e Luigi. Ferito di striscio in Abissinia, Paolo vorrebbe la pensione dal
sindacato. Luigi gli ricorda il suo passato da fascista. La discussione si anima
quando Paolo perde l’ennesima partita a scopa. Il figlioletto Antonio assiste
silenzioso all’umiliazione del padre. Con i soldi avuti dalla madre per il pranzo
compra un fucile giocattolo e col piccolo esercito di fratellini marcia verso casa
per dare il fucile al padre, così che possa rivalersi.
Commento del regista: Per raccontare il primo dopoguerra del sud Italia mi sono
affidato all’umanità infinita dei miei nonni, che è quella che noi italiani condividiamo
nella memoria delle nostre famiglie e che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo. Il
mio maestro dice sempre “Se riesci a mostrare la poesia della vita e con un semplice
gesto commuovere, stai facendo qualcosa che ha valore!”. È quello che ho provato a
fare.

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