Cosa ci racconta il successo delle live Hot Tub su Twitch

In seguito al successo delle hot tub streamer, la piattaforma ha creato una categoria dedicata e ha demonetizzato una delle performer più celebri, sollevando diverse polemiche nella community

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Nell’ultimo periodo su Twitch, celebre piattaforma di live streaming legata principalmente al gaming, sono iniziate a comparire sempre più dirette in cui alcune streamer chattano in bikini, mentre si trovano all’interno di jacuzzi o piscine. Questo tipo di contenuti ha creato forti polemiche all’interno della community perché sono ritenuti da molti una facile scorciatoia per ottenere views e subscribers. La discussione si è infiammata soprattutto dopo che alcune live tenute da due tra le più celebri hot tub streamer, Pokimane e Amouranth, hanno raggiunto più di centomila visualizzazioni. In particolare la seconda di recente è stata al centro di una diatriba proprio con gli amministratori di Twitch che hanno deciso di demonetizzare i suoi video senza alcun preavviso. La streamer si è lamentata della decisione sul suo profilo Twitter, che conta più di 4 milioni di followers, facendo notare la contraddizione di colpire qualcuno in modo così arbitrario e discrezionale, pur senza alcuna violazione palese delle linee guida della piattaforma. In seguito Twitch ha spiegato tramite un post sul blog ufficiale che la decisione è stata presa dopo che i brand avevano deciso di interrompere il supporto proprio alla luce dei contenuti delle sue live. La demonetizzazione dei video le farebbe perdere circa 480.000 dollari di introiti annui, ma c’è da dire che la streamer ha altre forme di guadagno legate ad altre piattaforme come YouTube, Instagram ed OnlyFans.

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Il proliferare di questo tipo di contenuti su Twitch è dovuto principalmente alle zone grigie delle linee guida, in merito alle quali gli stessi amministratori hanno annunciato delle modifiche che verranno attuate nei prossimi mesi. Stando alla policy infatti questo tipo di performance non violerebbe nessuno dei termini di servizio del sito relativi ai contenuti sessualmente espliciti e quindi renderebbe impossibile il ban delle streamer, che è stato richiesto da diversi creator, in attesa di una presa di posizione ufficiale da parte dei gestori in merito ai contenuti hot tub. Nel frattempo per arginare il fenomeno è stata inaugurata una categoria apposita, chiamata Hot tub, pools and beaches, in cui far convergere questo tipo di contenuti, spostandoli dalla classica sezione Just Chatting, così da indirizzare più facilmente gli interessati e permettere una pari visibilità a tutti i tipi di contenuti. Purtroppo questa soluzione non è bastata ad acquietare gli animi, anzi in alcuni casi ha contribuito ad infervorarli. Tra le contestatrici principali di questa decisione c’è la streamer Yabbe che si è lanciata in aspre critiche contro Twitch tramite il suo profilo Twitter, sottolineando come le hot tub streamer danneggino le donne che non si esibiscono e non sessualizzano i propri corpi. Inoltre ha fatto presente che i contenuti hot tub hanno già spazi dedicati come la piattaforma OnlyFans, nota per le performance soft porn.

D’altro canto i contenuti hot tub generano un notevole flusso di views e conseguenti introiti che ha spinto molti creator a cavalcare l’onda del trend solo per motivi economici, visto l’enorme successo che sta riscuotendo, motivo per cui secondo molti utenti Twitch non si è ancora adoperato a censurarli. La soluzione pensata dunque parrebbe più una toppa volta a nascondere la reale intenzione dei gestori, ovvero rendere i contenuti hot tub economicamente meno convenienti, ma mantenendo comunque inalterato il flusso di utenti sulla piattaforma. Nulla a che fare quindi con questioni etiche o morali.

Il fenomeno delle hot tub streamer inoltre amplia ulteriormente la riflessione sul tema dell’emancipazione femminile sul web, che sempre più spesso, con il progredire delle piattaforme online e il proliferare di materiale audiovisivo, passa attraverso l’esposizione del corpo. Da un certo punto di vista infatti questo tipo di contenuti sono forse la forma più pura di auto-affermazione e controllo della propria immagine di cui le donne possono disporre. Dall’altro lato però non è possibile analizzare questa forma di empowerment senza valutarne i rischi, ovvero l’appropriazione e la circolazione di foto e video senza il consenso dei soggetti interessati. Certo una donna che decide di esibirsi in bikini per denaro forse già mette in conto, o perlomeno dovrebbe, che la sua immagine possa circolare ed essere usata al di fuori dei suoi canali, ma trattandosi di un fenomeno nuovo e in continuo sviluppo, non c’è ancora una regolamentazione chiara né sul tipo di contenuti condivisibili né sulle tutele garantite alle performer. Motivo per cui alcune influencer come Emily Ratajokowski sono corse ai ripari mediante gli NFT, ovvero i non-fungible tokens.

Il format hot tub pone inoltre un’altra questione, cioè l’equiparazione di un certo tipo di intrattenimento disimpegnato che porta ad introiti di molto superiori rispetto ad altri contenuti che richiedono preparazione e professionalità. Una soluzione a questo problema potrebbe essere la differenziazione della monetizzazione a seconda dei format proposti, tenendo comunque in considerazione il fatto che sono gli stessi brand a scegliere su quali tipo di creator e contenuti investire attraverso le pubblicità. E se da una parte persiste il dubbio che le live hot tub siano solo una forma di guadagno immediata, resta la certezza che la domanda di contenuti di questo genere non può che aumentare, facilitati dalla rapida diffusione e il facile accesso alle piattaforme online.

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