Cosa sarà, di Francesco Bruni

In parte autobiografico, un film di una generosità totale, che lascia avvertire l’eco dei pensieri più intimi. Bravissimo Kim Rossi Stuart che vive il suo personaggio prima di interpretarlo

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Quali pensieri abbiamo quando ci accade qualcosa all’improvviso? Quanto siamo sinceri, recitiamo, siamo a disagio con gli altri? Per rassicurarli certo, ma anche per nascondergli come realmente stiamo. Il quarto lungometraggio diretto da Francesco Bruni, scritto dallo stesso regista con la collaborazione del protagonista Kim Rossi Stuart, è prima di tutto vissuto nella testa di Bruno Salvati, professione regista. Si è da poco separato dalla moglie e ha due figli, Adele e Tito. Un giorno, inavvertitamente, si colpisce al naso con la portiera dell’auto. Dopo alcuni esami scopre di essere affetto da una forma di leucemia e ha bisogno di un donatore. La ricerca non si rivela semplice. Poi il padre Umberto gli rivela un segreto che lo riguarda e in lui si accende una nuova speranza.

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In parte autobiografico, Cosa sarà entra diretto nella testa di Bruno. Mette a nudo la sua fragilità, rabbia, speranza o pessimismo. “Che cazzo di commedia è se non fa ridere?” gli dice a un certo punto il suo produttore. Forse sta qui uno dei numerosi punti di forza mai esibiti nel film. La comicità è spesso involontaria, non cercata. Può riguardare uno sguardo tra Bruno e il figlio Tito, l’equivoco che l’ex-moglie interpretata da Lorenza Indovina possa stare con un’altra donna, oppure una delle battute più belle e fulminanti del film. Adele dice a Bruno: “Io darei la vita per te?”. E il padre, con tutto il bene del mondo che ha per lei le chiede: “Ma da chi hai preso tu?”. “Da mamma” risponde lei.

Non ci sono filtri. Ci sono i pensieri intimi, più nascosti di Bruno. La paura di non farcela e di far parte di quel 15%, come rivela in quel serrato scontro con la dottoressa, interpretata dalla moglie di Bruni Raffaella Lebboroni, dove trasmette proprio a pelle, che in quel momento si è abbattuto e non crede a niente. Si avvertono tutti i suoi pensieri e ne escono solo una piccola parte. A cosa pensa Bruno mentre gli viene rasata la testa in apertura sulle note di Perfect Day di Lou Reed? E a cosa pensa nel momento in cui entra in quell’agenzia immobiliare di Livorno e chiede di Fiorella? Poi c’è il mondo di fuori, gli altri. Già in quella stanza d’ospedale dove è assistito, come un amico discreto, dall’infermiere Nicola che accorre subito appena lo vede in difficoltà dalle telecamere. C’è l’esterno. Il mondo fuori. La finestra aperta per far uscire una mosca. La vista del mare dall’appartamento di Livorno. Il mondo fuori, lo spazio, sono gli altri. I figli, l’ex-moglie, il padre e una nuova presenza nella sua famiglia.

Cosa sarà parla di paura e di malattia. La trasmette pur provando a sdrammatizzare attraverso lo sguardo di Kim Rossi Stuart, perfetto proprio per il fatto che non interpreta ma vive il suo personaggio con tutta l’energia che ha in corpo. E tutto il cast va oltre il proprio personaggio. Ognuno mette qualcosa di suo, forse di vissuto, forse no. E tra loro emergono soprattutto Fotiní Peluso nei panni di Adele e Barbara Ronchi in quelli di Fiorella.

Bruni realizza un film tutto di pancia. Non si vergogna delle debolezze umane

, anzi diventano un punto di forza. Bruno rivede il fantasma della madre in ospedale. C’è uno scarto tra quello che vede e quello che crede di vedere. Forse può capitare che in una scena ci volesse un piccolo taglio, come quella della dottoressa che dice a due giovani medici: “c’è del tenero tra voi due”. Ma probabilmente è proprio il risultato di una generosità totale, di un cineasta che in questo film ha dato tutto se stesso proprio come Moretti nel terzo episodio di Medici di Caro diario. Inoltre Cosa sarà mette a fuoco tutti i fantasmi della morte ma con uno slancio totalmente vitale, proprio come aveva fatto Virzì in La prima cosa bella che vedeva Bruni proprio tra gli sceneggiatori. Si piange e si ride, anzi si piange e si ride insieme. La rivelazione del regalo di Natale di Ciccio Bello è un colpo di classe. E nel finale si può vedere davvero che la vita può ripartire. Anche da zero. Perché Cosa sarà ci si attacca con tutte le sue forze. Le mani, i denti, le unghie. La gente che ci sta vicino è molto migliore di quello che pensiamo quando non stiamo bene e diventiamo cinici. E anche il ricordo d’infanzia del bambino con le macchinette, ci dimostra che alla fine alcune persone sono meno “merde” rispetto alle apparenze. Basta crederci, saperle aspettare. C’è tempo. Oppure no.

 

Regia: Francesco Bruni
Interpreti: Kim Rossi Stuart, Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe Pambieri, Raffaella Lebboroni, Fotiní Peluso, Tancredi Galli, Nicola Nocella
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 101′
Origine: Italia, 2020

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (26 voti)
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