Cosa verrà, di Francesco Crispino

Convincente opera prima, capace di coinvolgere dal punto di vista visivo, ma anche sotto il profilo narrativo, trovando sempre una posizione ricettiva mai invadente. Alice nella Città

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Cosa verrà è un documentario che racconta un anno intero, il 2020/2021, di un Istituto comprensivo statale siciliano, l’ Edmondo De Amicis di Floridia, provincia di Siracusa. Un anno particolare, trascorso in alternanza tra lezioni in presenza e DAD, a causa della pandemia Covid-19. Sono protagonisti gli alunni delle due classi di terza media che vivono il momento di passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Vivono anche con tanta voglia di crescere e conoscere. Ma devono anche fare i conti con l’incertezza del futuro, in una terra del profondo Sud.

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Cosa verrà è una convincente opera prima, capace di coinvolgere dal punto di vista visivo, nelle sue scelte di sguardo, ma anche dal punto di vista narrativo, sempre trovando una posizione ricettiva mai invadente ed in sintonia felice con l’ambiente.

In contrasto con l’immaginario collettivo che vede la nostra scuola allo sbando, soprattutto dopo aver superato le scuole primarie, oggi ancora di più considerate l’ultimo baluardo di un percorso educativo all’altezza, il regista ci mostra che esistono isole felici e soprattutto esistono realtà capaci di regalare speranze e contenuti importanti anche dopo aver abbandonato il grembiule. La scuola non è semplicemente luogo di insegnamento e apprendimento, ma luogo di confronto, dialogo, appartenenza. E c’è un passaggio ancora più interessante in questo documentario “educational”, la consapevolezza che determinati nuovi falsi miti siano da ridimensionare, come il mito dell’autenticità.

L’autenticità, la moderna ossessione di essere stessi, non salverà il mondo, non è da considerare il valore supremo, perché essere autentici significa anche considerarsi unici, terribilmente singoli. Ecco, nel momento in cui le insegnanti chiedono ai propri alunni di costruire una storia e renderla pubblica ai propri compagni, una storiella legata ad un oggetto particolare a cui sono affezionati per svariate ragioni sentimentali, viene fuori per magia tutto il desiderio di scoprire gli altri attraverso se stessi. E proprio estrapolando una battuta di uno dei protagonisti dell’opera, ci si ritrova il titolo e ancora una volta invasi dalla pandemica volontà moderna del documentare non più l’essere ma l’avvenire.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
2.75 (4 voti)
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