"Cose cattive". Incontro con Simone Gandolfo e il cast del film.

Cose cattive un progetto indipendente, un horror contemporaneo e una metafora sul significato del castigo. Un blog e quattro ragazzi entrati a far parte di un gioco perverso: chi posterà le cose più cattive, a insindicabile giudizio degli utenti e del misterioso Master, vincerà un altrettanto misterioso premio. A presentare un misterioso progetto sono venuti il regista, Simone Gandolfo, i protagonisti: Pietro Ragusa Jennifer Mischiati, Nicola Sorrenti e il produttore Luca Argentero.

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Cose CattiveCose cattive un progetto indipendente, un horror contemporaneo e una metafora sul significato del castigo. Un blog e quattro ragazzi entrati a far parte di un gioco perverso: chi posterà le cose più cattive, a insindicabile giudizio degli utenti e del misterioso Master, vincerà un altrettanto misterioso premio. A presentare un misterioso progetto sono venuti il regista, Simone Gandolfo, i protagonisti: Pietro Ragusa Jennifer Mischiati, Nicola Sorrenti e il produttore Luca Argentero.

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Come è nata l’idea del progetto?

Simone Gandolfo: Dopo il successo di una serie Tv nella quale interpetavo uno dei protagonisti , sulla mia pagina Facebook ho notato un grande aumento degli “amici”. Questo mi ha fatto pensare che, nell’era di internet, il concetto di realtà ha perso la sua definizione ordinaria. Dietro alla tastiera di un computer siamo anonimi ma ancheprivi dell’istinto che scatta quando siamo “vis a vis” con un altra persona.

Luca Argentero: La scelta di produrre “Evil things” è stata condizionata dalla struttura narrativa incentrata sull’utilizzo di un numero limitato di attori e location, permettendoci di concentrare i tempi del piano di lavorazione. Abbiamo coinvolto, nei ruoli chiave, tecnici spesso alla prima esperienza. La versione originale del film è stata realizzata in inglese ed è già stata finalizzata la versione in lingua italiana. Il film è stato realizzato interamente con fondi privati. La fase di produzione è iniziata pallalelamente allaa creazione di un blog, lo stesso che genera le vocende raccontate nel film. All’interno del blog sono stati creati i profili dei nosstri personaaggi che hanno interagito costantemente con utenti. Il blog esisteva per circa sei mesi per poi diventare il sito ufficiale del film.

Come avete preparato il vostro ruolo?

Pietro Ragusa: Mi sono aiutato molto con gli aspetti concreti del personaggio: la sua casa, la maschera, le sue invenzioni. La sfida per me è stata quellaa di esprimere le emozioni, i desideri, le paure nonostante la maschera che portaava nella maggior parte delle scene. Ho dovuto usare solo gli occhi e la voce.

Jennifer Mischiaati: La cosa più difficile è stato rendere credibili gli “eccessi” cioè di permettere a Julia, da un lato, di interpretare il personaggio che ssi era costruita e, dall’altro, di permettere di crollare e far vedere la bambina impaurita. Ho cercato di renderla una caricatura e sspero, almeno in parte, di esserci riuscita.

Nicola Sorrenti: Il mio personaggio è un ragazzo intelligente e aabile, convinto di trovare nel gioco crudele di “Evil Things” una conferma del proprio valore. Mi sono preparato partendo dall’esterno. Al provino mi sono presentato con un paio di occhiali enormi da nerd, poi ho cominciato a vedere i film horror per conoscere un po’ il linguaggio di genere, durante le prove invece mi ha aiutato molto lavoro con il regista.

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