"Cose da fare prima dei 30", di Simon Shore

Film corale, leggero, accattivante, “Cose da fare prima dei 30” raccoglie la sfida – che la contemporaneità cinematografica sembra continuamente rinnovare – dei 'venti-e-qualcosa': un arco temporale tra i più densi e movimentati, difficile da raccontare senza scadere in derive morali o di sociopsicologia spicciola.

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Quante deviazioni può offrire la Londra di inizio millennio a chi non ha ancora compiuto trent'anni e decide di fare una lista delle cose irrinunciabili prima che il fatidico numero 3 irrompa nel conteggio dell'età anagrafica? Ecco una domanda che si sposa bene con tutti i discorsi – triti e tritati – sulla famigerata sindrome da Peter Pan, in cui i quasi-trentenni oggi si crogiolano o si nascondono. La questione non è nuova, anzi: i mass media quasi non sembrano occuparsi d'altro. Così il cinema da più punti di vista racconta impedimenti, inettitudini e conflitti di una generazione che ha scelto consapevolmente la via del rimando: rimandare, rimandare, rimandare le responsabilità. Cose da fare prima dei 30 prende di petto il problema: tutto corre, soprattutto il tempo, è ora di scegliere. Ovvero, di crescere. Ma, per fortuna, resta lontano dalle strategie simboliche e narrative di quei registi che il 'problema generazionale' se lo pongono – e di conseguenza scelgono di rappresentarlo – in maniera quasi epica (bastano come esempi Ricordati di me e Che ne sarà di noi?): non troveremo macchiette, né personaggi repellenti o mostruosamente inverosimili. Non troveremo neanche illuminanti messaggi o visioni innovative; ma se dobbiamo ancora decidere se il 'problema' di un mondo che indugia sulla soglia dell'età adulta è davvero un problema, allora viva il gioco, la risata, la commedia e la decostruzione – forse un modo possibile di raccontare le storie dei trentenni contemporanei, in fondo comicamente riconoscibili nel passaggio dal cinema al reale. Simon Shore abbandona i ventenni di Vite Nascoste (ma non il tema dell'omosessualità) e parte dal calcio – quale elemento ludico migliore per raccontare al maschile l'infanzia, l'amicizia e la condivisione di una vita? – per intrecciare le vicende di sei giocatori dell'Athletico Greenwich, squadra in cui i protagonisti sono cresciuti, giocando insieme per vent'anni. Alla soglia della cinquecentesima partita, Don Robson (George Innes, di Quadrophenia e Master and commander), fondatore della squadra, sta morendo. Una scossa che genera lo scatenarsi narrativo di piccoli e grandi drammi che i personaggi devono, nel bene e nel male, fronteggiare: non sentirsi in grado di avere un figlio, vivere l'omosessualità senza nascondersi, mettere a tacere il ticchettio dell'orologio biologico, trovare l'equilibrio impossibile tra l'amore della vita e la sete di avventure non ancora placata. Interpretazioni accattivanti e mano sana e leggera per vicende universali, che quasi convince a guardare il tutto da un punto di vista ludico – quindi estremamente serio, ma non serioso: nella presa di responsabilità, giocosamente irresponsabile.

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Titolo originale: Things to do before you're 30
Regia: Simon Shore
Interpreti: Emilia Fox, Jimi Mistry,
Bruce MacKinnon, Dougray Scott, Shaun Parkes, Billie Piper, Rosie Cavaliero, Charlie Cox
Distribuzione: Warner Bros
Durata: 101'
Origine: Gran Bretagna, 2004

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