COURMAYER NOIR IN FESTIVAL – Vince Sightseers

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Era difficile immaginare che il film diretto da Ben Wheatley sarebbe tornato in Regno Unito senza il Leone Nero e rivela la quintessenza del Brit humour più nero. La presidente di giuria di questa 22° edizione, Jennifer Lynch, ha rivelato di aver visto Sightseers ben due volte e di averlo amato alla follia

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sightserrsEra difficile immaginare che Sightseers (Turisti) di Ben Wheatley sarebbe tornato in Regno Unito senza il Leone Nero edizione 2012. Giudicato “la miglior commedia britannica dai tempi di Four Lions”, nonché vincitore per la sceneggiatura dei recenti British Independent Film Awards dopo gli applausi ricevuti all’ultima Quinzaine des Realisateurs a Cannes e in concorso a Locarno, il prodigioso “camp-road-movie” del 40enne regista inglese rivela la quintessenza del Brit humour più nero in formato economico e minimalista. Due protagonisti, una roulotte, un cane e una manciata di situazioni eccentricamente comiche sullo sfondo di una vacanza romantica consumata da una giovane coppia di inguaribili nevrotici. Niente di più o niente di meno da raccontare, ovvero un universo di umanità ingenuamente egocentrica e dunque votata alla follia. Grazie alla solidità di scrittura del film, il paradosso a cui si assiste esplorando le ossessioni di Tina e Chris si normalizza in un’avventura credibile, quasi verosimile. Fino al punto da sfiorare di giustificare il parossismo omicida dei due personaggi membri di una provincia inglese che – per scelta – resiste ad un certo tipo di emancipazione. Innocenti o colpevoli “giustificati” alla stregua dei “vecchi merletti”, i nostri goffi eroi distanzieranno la loro complicità proprio laddove il Regno Unito si separa in due mondi-culture poco conciliabili come Inghilterra e Scozia, sul Vallo d’Adriano.

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La presidente di giuria al 22° Courmayeur Noir in Festival, Jennifer Lynch, ha rivelato di aver visto Sightseers ben due volte perché “lo amo alla follia”. Una passione che con evidenza ha trascinato anche gli altri giurati ad esprimersi a favore della pellicola di Wheatley che, con sicura inconsapevolezza, si è trovato a vincere un’edizione “diversamente noir” del festival cine-letterario diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri. Il fil rouge – o per meglio dire noir – della rassegna chiusasi oggi ha ruotato attorno all’ingombrante concetto della mafia, e dei suoi linguaggi passati, presenti e forse futuri. Momento principe di tale “filo nero” è stato il convegno “Noi(r) e le mafie” che ha tenuto banco per due mattinate mettendo a confronto numerosi esperti in materia, di approccio diverso ma di egual generosità nel contribuire alla causa di “capire i linguaggi” di un vortice tragico ancorché affascinante. Proprio come il sublime ritratto – manifesto del festival 2012 – che Letizia Battaglia fece a Rosaria Schifani: correva l’anno horribilis 1992.

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