"Crime Spree – Fuga da Chicago" di Brad Mirman

Il film innesca una logica da flipper, mettendo in moto uno sguardo impazzito (appunto la pallina) che va toccare corpi e volti, microstorie e macroeventi (appunto le stazioni in cui la pallina rimbalza), con una leggerezza comunque invidiabile, lontana da ogni tipo di astuzia cinefila e di civetteria postmoderna

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Proiezione NEXT MORNING al Tertio Millennio Film Festival - Una produzione Sentieri selvaggi

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Proiezione di RIDER 48 al Med Film Festival – Una produzione Sentieri selvaggi

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Nell'opera di Mirman si percepisce sin da subito il ricorso ad un cinema volutamente sopra le righe, un pastiche a tratti persino indiavolato di corpi e personaggi vari, in un intreccio a dir poco forsennato. Il cinema di Crime Spree si avvinghia così alle contorsioni di un testo a volte anche tortuoso (le peripezie di un gruppo di malviventi alle prese col furto del denaro appartenente ad un importante boss di Chicago, interpretato da Harvey Keitel), ma sempre riscattato dall'intelligenza degli attori (in testa come ovvio Gèrard Depardieu, lo stesso Keitel e anche il sorprendente Johnny Hallyday) che, immersi nel bailamme impazzito del racconto, sembrano riscrivere continuamente il copione, aderendo all'immagine di un cinema che in fondo viene come a vivere un interessante progress di improvvisazione. Così, accanto agli svolazzi di una messa in scena che in fondo imita il movimento senza possedere comunque mai la libertà di opere apparentemente simili come lo stesso The Italian Job dello scorso anno, si avverte la presenza costante di uno sguardo che viaggia leggero tra serietà e parodia, riuscendo comunque a mantenere un equilibrio notevole tra i due estremi. Insomma Crime Spree pratica con mestiere i luoghi comuni più abusati del genere, lo fa peraltro con un ricorso insistito alla frammentazione del tessuto narrativo (è infatti come se ogni personaggio vivesse una vita pronta poi a incrociarsi improvvisamente con quelle degli altri) che sembra essere una caratteristica comune di certe opere similari degli anni Novanta (probabilmente da I soliti sospetti in poi), eppure il regista sembra propendere decisamente per il classico, finendo poi per smerigliare se possibile ancora di più i vissuti individuali, filmandoli come schegge di vita impazzite. In questo senso Crime Spree innesca una logica da flipper, mettendo in moto uno sguardo impazzito (appunto la pallina) che va toccare corpi e volti, microstorie e macroeventi (appunto le stazioni in cui la pallina rimbalza), con una leggerezza comunque invidiabile, lontana da ogni tipo di astuzia cinefila e di civetteria postmoderna.


 


Titolo originale: Crime Spree


Regia: Brad Mirman


Sceneggiatura: Brad Mirman


Fotografia: Derek Rogers, Matthew Williams


Montaggio: Eddie Hamilton


Musiche: Rupert Gregson-Williams


Scenografia: Gordon Barnes


Costumi: Geisha Philipps


Interpreti: Harvey Keitel (Frankie Zammeti), Gèrard Depardueu (Daniel Foray), Johnny Hallyday (Marcel Burot), Renaud Sechan (Zero), Said Taghmaoui (Sami) Stephane Freiss (Julien Labisse), Shawn Lawrence (Agente Pogue)


Produzione: Gft Entertainment, Hannibal Pictures, Studio Eight Productions Ltd, Vision View Entertainment


Distribuzione: Gruppo Minerva International


Durata: 98'


Origine: Canada/Gran Bretagna, 2003


 


 

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