Crisi del videogioco: Ubisoft valuta la vendita
La società cinese Tencent è in trattative per l’acquisizione dell’azienda di videogiochi francese che si trova in grosse difficoltà finanziare

Ubisoft, la società di sviluppo videoludico dietro a franchise come Assassin’s Creed e Far Cry, sta avendo non pochi problemi finanziari e organizzativi. Negli ultimi mesi, l’azienda ha registrato un calo significativo del valore delle sue azioni, una diminuzione delle vendite e ritardi nello sviluppo di progetti chiave, come si intuisce, anche, dal rinvio dell’uscita di Assassin’s Creed: Shadow di un altro mese. A questo si aggiungono i titoli di XDefiant e Star Wars: Outlaws che non hanno soddisfatto le aspettative di mercato.
Gli investitori hanno espresso preoccupazione per la possibilità di una vendita a Tencent, il colosso tecnologico cinese che già detiene una quota di Ubisoft. Secondo fonti recenti, la famiglia Guillemot, fondatrice e principale azionista di Ubisoft, insieme a Tencent, starebbe considerando un’acquisizione per stabilizzare l’azienda e risolvere i problemi finanziari attuali. Il 9 gennaio Ubisoft ha diffuso un aggiornamento strategico nella sezione dedicata agli investitori del suo sito ufficiale. Nel comunicato, l’azienda ha annunciato di aver incaricato consulenti di alto profilo per valutare e intraprendere diverse strategie finanziarie con l’obiettivo di massimizzare il valore per i suoi stakeholder. Questo processo sarà gestito sotto la supervisione dei membri indipendenti del CDA e ha già avuto una diretta conseguenza sulle varie proprietà intellettuali e sui progetti in sviluppo della software house francese. Da pochi giorni, infatti, Assassin’s Creed Shadows è stato rinviato alla primavera del 2025 dopo un’uscita prevista nell’autunno del 2024. Scelta legata anche al tentativo di affinare lo sviluppo dopo il flop di Star Wars: Outlaws. La decisione non è stata però, logicamente, apprezzato dagli azionisti ed il malcontento generale ha portato l’azienda a perdere in breve più del 10% del suo valore azionario in un tempo brevissimo.
Questa situazione riflette una più ampia instabilità che già da anni ha colpito l’industria dei videogiochi. Dopo il boom durante la pandemia. il settore ha registrato un calo significativo, con aziende come Sony, Epic Games, Niantic e Microsoft che hanno ridotto drasticamente il personale. Questa crisi è dovuta agli eccessivi investimenti post covid, diminuzione del pubblico, difficoltà nella fornitura di hardware e nei costi sempre più elevati nello sviluppo dei giochi.