"Cypher", di Vincenzo Natali

Il presente retrò/attivo di Natali è un filo che congiunge gli spazi chiusi di “Cube” alle linee geometriche della mente, proiettando in uno stato ipnotico e "disturbato" la visione del trascorso delle identità smarrite. Carico ma essenziale, è cinema che si contorce fino a (in)evocare l'anima del genere fanta/thriller.

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Il corpo di Morgan Sullivan è un involucro schedato che a stento contiene le richieste della propria identità oppressa. È una spia industriale tormentata dai richiami dei ricordi che scoperchiano il senso di appartenenza ad un mondo irriconoscibile. In Cube, l'obiettivo è di far sembrare uno stesso luogo differente e ricondurre l'immagine del futuro alla purezza delle linee geometriche. Stupefacente operazione che si ribalta: le stesse linee affollano e riempiono l'unità spaziale in una visionarietà ridondante. Il presente di Cypher retrò/attivo è un filo che congiunge gli spazi chiusi di Cube alle linee geometriche della mente, proiettando in uno stato ipnotico e "disturbato" la visione del trascorso delle identità smarrite. Carico ma essenziale, è cinema che si contorce fino a (in)evocare l'anima del genere fanta/thriller. Citazionismo fibrillante di scariche sinaptiche che connettono epilettiche reminescenze autoriali e carezzevole cura estetica, ormai matura per una definitiva riconoscibilità. Sospeso tra scenografia futuribile e letteratura sociologica, nel mondo di Sullivan (eccellente Northam) la moralità dell'uomo è garantita dalla prevedibilità delle sue azioni. Misurarsi con l'hi-tech in cui la tecnologia è un'appendice lombare delle terminazioni umane perché gli interrogativi urgenti riguardano le dinamiche sociali, gli sviluppi del "Sistema" corrotto all'interno di una già prefigurata globalizzazione. Qualcosa di più sofisticato di una simulazione: una vera e propria produzione della fantasia tra sogno premonitore e ipotesi di realtà. Al centro il rapporto dell'individuo con i poteri forti di un'ipotetica "dreamland", l'area 51 delle multinazionali che non da scampo e tregua. Non c'è potere che non cerchi di mantenere i propri privilegi a ogni costo, ingannando, uccidendo, mascherandosi di libertà, controllando le menti. La cura Ludovico, cui è sottoposto il protagonista, resetta ogni traccia mestica, riducendo la persona ad un essere "pavloviano". Lividi scenari, ai limiti dell'inverosimile, parti di una sarabanda infernale tra scienza e tecnologia, progetti supersegreti, sogni e deliri fin troppo realistici e ispirati, ancora una volta, dal sogno americano e dalla teoria del complotto, quella complessa filosofia cospirazionista che informa di sé la letteratura cyperpunk e underground. La libertà di scelta e di libero arbitrio sono calpestate: la visibilità è una trappola. La prigione è di vetro, ti muovi pensando di essere libero. Il riscatto scende dall'alto inconsapevolmente e fatale (in apparenza), ricompattando il "Sistema" come un puzzle impazzito e riconoscibile solo quando avrai ricordato veramente chi eri.

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Titolo originale: Cypher


Regia: Vincenzo Natali


Sceneggiatura: Brian King


Fotografia: Derek Rogers


Montaggio: Bert Kish


Musiche: Michel Andrews


Scenografia: Jasna Stefanovic


Costumi: Tamara Winston


Interpreti: Jeremi Northam (Morgan Sullivan), Lucy Liu (Rita), Nigel Bennett (Finster), Timothy Webber (Calloway), David Hewlett (Vergil Dunn)


Produzione: Gaylord Film, Pandora, King St. Entertainment


Distribuzione: MediaFilm


Durata: 95'


Origine: USA, 2002 


 


 

 


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