Da Il laureato la rivoluzione di Hollywood. Un ricordo di Mike Nichols

mike nichols

Tra i moltissimi che piangono la sua morte, il tweet di Steven Spielberg: “Il laureato – ha scritto Spielberg – è uno dei film che hanno cambiato la mia vita”. Il regista è scomparso a 83 anni. Nel corso della sua carriera ha lavorato con i più importanti attori statunitensi ed è uno dei pochissimi al mondo ad aver vinto un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award: il Grande Slam dei premi dello spettacolo nel mondo.

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mike nicholsDustin Hoffman che urla, nel finale de Il laureato (1967). Urla, dalla vetrata della chiesa dove lei si sposa. Urla “Elaaaaaaaaaaine!”, un grido da animale ferito, un grido che non ha più neanche parole, vocali, consonanti. Un grumo di disperazione. E lei risponde a quel grido, e tanto basta: che importa l’abito bianco, la gente in chiesa. Via, lasciare tutto e scappare. E fuggire in un bus, ridendo felici. Poi, impercettibilmente, quei sorrisi si spengono. Il bus giallo porta via i due innamorati, ma si è già trasformato in una prigione. Scorre The Sound of Silence di Simon & Garfunkel.

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Era il finale de Il laureato, uno dei film che hanno cambiato il nostro modo di pensare il cinema. Il film che rese celebre Mike Nichols, scomparso ieri a 83 anni per un improvviso arresto cardiaco. Il film con cui vinse l’Oscar. Il cinema americano cambiava, prendeva coraggio, raccontava quello che sino ad allora era rimasto nell’ombra. E Nichols si inventava un protagonista anomalo, un corpo rivoluzionario per Hollywood. Il protagonista di quel film doveva essere Robert Redford, bello, bravo, luminoso. Nichols impose Dustin Hoffman, piccolo, bruttino e sconosciuto. Scommessa vinta. E da allora, Hollywood fu preda di attori bravi, non belli, veri, come Robert De Niro e Al Pacino. La rivoluzione iniziò da lì. 

Dal 1988, Nichols era sposato con la giornalista di Abc News Diane Sawyer, la più famosa anchorwoman degli Stati Uniti. E’ stato il presidente di quella rete a dare l’annuncio della sua morte. Era nato a Berlino, da genitori ebrei tedeschi, nel 1931. Suo padre era un intellettuale, conosceva Nabokov e Pasternak, era imparentato con Albert Einstein. Il suo vero nome era Mikhail Igor Peschkowsky. Con i genitori era scappato negli Stati Uniti, nel 1939. In inglese, diceva, sapeva dire solo “Non parlo inglese” e “Non baciarmi”. In fondo, è uno degli ultimi eredi dell’asse Vienna-Berlino-Hollywood, della grande diaspora che dall’Europa ha portato tanti talenti ad innervare il cinema e la cultura americana.

mike nichols e julia roberts sul set di closerSenza atteggiarsi mai a genio, a guru dello spettacolo, Nichols è uno dei pochissimi al mondo ad aver vinto un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award: il Grande Slam dei premi dello spettacolo nel mondo. Quello che in gergo chiamano “Egot”. Senza contare i premi che ha fatto vincere ai suoi attori: tra i protagonisti dei suoi film, ne ha portati sedici dritti alla nomination per gli Oscar.

Eppure, era il teatro il suo vero campo da gioco. In collaborazione con Neil Simon, aveva messo in scena A piedi nudi nel parco con Robert Redford, La strana coppia con Walter Matthau e altre tre commedie, vincendo quattro Tony Award. Fu il successo de La strana coppia a teatro a spianargli il cammino nel cinema, con Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966). Fu la stessa Elizabeth Taylor ad imporlo ai produttori. Tredici le nomination all’Oscar: Nichols non vinse, ma gli bastò per diventare uno dei talenti da seguire da parte dei grandi produttori hollywoodiani.

 

dustin hoffman in il laureatoDopo Il laureato, Comma 22 (1970) e Conoscenza carnale (1971) nei primi anni ’70, non conobbero lo stesso successo di pubblico. Nichols si allontanò per un po’ di anni dai set, tornando al teatro. Tornò al cinema nel 1983 per dirigere Silkwood con Meryl Streep, ritrovando il successo, che mantenne con Heartburn. Affari di cuore nel 1986 e Una donna in carriera nel 1988. Gli anni ’90 sono quelli di Piume di struzzo (1996), versione americana de Il vizietto, con Robin Williams, e de I colori della vittoria con John Travolta, nel 1998. Dopo Closer del 2004, il suo ultimo film è del 2007, La guerra di Charlie Wilson, con Tom Hanks, Julia Roberts e Philip Seymour Hoffman. Prima aveva diretto per la tv la miniserie Angels in America nel 2003.

Tra i moltissimi che piangono la sua morte, il tweet di Steven Spielberg: “Il laureato – ha scritto Spielberg – è uno dei film che hanno cambiato la mia vita”.

 

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