Da Twilight a Dracula: l’eterno fascino dei vampiri
Il remake di Nosferatu di Eggers, il Dracula di Besson, ma anche l’acclamato I peccatori. La febbre “vampiresca” si diffonde sempre di più in questa stagione cinematografica tra horror e drama
Era il 1992 quando Francis Ford Coppola porta sul grande schermo il vampiro più famoso della storia: il Conte Dracula, interpretato da Gary Oldman. Dracula di Bram Stoker è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo irlandese che vedrà una nuova versione tra qualche settimana con la regia di Luc Besson. Annunciato nella categoria Grand Public della XX edizione della Festa del Cinema di Roma, Dracula. L’amore perduto racconta la storia del principe Vladimir, che dopo aver rinnegato Dio è costretto alla dannazione eterna.
Dopo il remake di Robert Eggers di Nosferatu, uscito nelle sale ormai quasi un anno fa, sembra essersi diffusa una nuova febbre “vampiresca”. Recente, infatti, è anche la notizia del ritorno in sala, tra ottobre e novembre, della celebre saga Twilight. Un evento speciale, in occasione dei 20 anni dalla pubblicazione del libro di Stephenie Meyer, per rivedere il cult generazionale. Forse perché, come nel caso delle quattro opere citate, l’immaginario vampiresco è spesso associato al tormento d’amore, alla passione, a triangoli amorosi che tanto incuriosiscono il pubblico.
Corso di Montaggio con DAVINCI dal 28 novembre online

-----------------------------------------------------------------
Nell’immaginario collettivo, che il cinema ha contribuito a modellare, i vampiri sono di frequente di bell’aspetto e giovani. Si intrecciano, nei film come nella serialità, con l’universo dei teen drama. Buffy l’ammazzavampiri, The Vampire Diaries, True Blood, sono ulteriori esempi di come la figura del vampiro e la tipica azione del succhiare sangue, siano una metafora della scoperta del desiderio e della voglia di proibito che caratterizza l’età adolescenziale. Il fascino del mito e la potenza simbolica contribuiscono al suo utilizzo in vari generi e con diverse chiavi di lettura. E così il vampiro diventa anche simbolo politico. Pablo Larraín, nel 2023, decide di dare le sembianze di vampiro al dittatore cileno Augusto José Ramón Pinochet nel suo El Conde. Un soldato francese, si scopre vampiro e sopravvive a un tentativo di assassinio.
Corso online DATA MANAGER E D.I.T. dal 2 dicembre

-----------------------------------------------------------------
Testimone della Rivoluzione francese e dell’esecuzione di Maria Antonietta, finge la sua morte e fugge all’estero, partecipando alla repressione dei moti rivoluzionari nei secoli successivi. Alla fine finisce in Cile dove si unisce all’esercito con il nome di Augusto Pinochet. Diventato generale, rovescia il governo socialista di Salvador Allende e diventa dittatore del Paese, chiedendo di essere chiamato “il Conte” dalla sua famiglia. La sua sete di sangue e di potere, il regime dittatoriale, la scia di violenza e il desiderio di restare in eterno trovano così un nuovo spunto narrativo che miscela horror, drama e satira.
Resta sull’allegoria sociopolitica, anche se di altro genere, un altro film di quest’anno: I peccatori. Apprezzato da critica e pubblico, questo vampire movie diretto da Ryan Coogler plasma come creta nelle mani il genere per parlare in realtà di popoli, oppressione e minoranze. Lo smantellamento del privilegio bianco e la condizione di parità, per Coogler, possono avvenire solo in un contesto distopico e fantastico, rappresentato dal fenomeno della vampirizzazione.
Si rende evidente, allora, che il costante vagare e la ciclicità che la figura del vampiro porta con sé, lo rendono perfetto per una moltitudine di commistioni e prospettive, alcune riuscite altre meno. Una febbre “vampiresca” che aggancia lo spettatore, che sia per l’eros, il tumulto emotivo, l’eterna giovinezza, la sete di vendetta o la rappresentazione di due minoranze che si incontrano.
























