Dadapolis – Caleidoscopio napoletano, di Carlo Luglio e Fabio Gargano
Ha il grande merito di navigare a vista, attraversando il turbinio di quel marasma culturale napoletano, devastante lavica eruzione della contemporaneità.
“… Così Napoli, dove è così difficile vivere e che invoglia tanto a partire, che è così difficile abbandonare e costringe sempre a tornare, diventa, più di molti altri, il luogo emblematico di una generale condizione umana nel nostro tempo: trovarsi su un inabitabile pianeta, ma sapere che è l’unico dove per ora possiamo star di casa…”. Sono le parole di Fabrizia Ramondino (autrice, insieme ad Andreas Friedrich Muller, dell’antologia da cui è tratto il documentario) che racchiude egregiamente quella visione caleidoscopica sull’attualità della città divisa per natura, per cui anche Totò sentiva di essere “parte napoletano e parte-nopeo”.
Lo sguardo e performance degli artisti, musicisti, poeti, scrittori, registi, attori, autori, oltrepassano gli orizzonti per affacciarsi sul mondo. Napoli, la terra sabbiosa che diventa fango, l’aria celeste che tutto mette in contatto e permea. Quel mare, a volte, che non bagna la città, pare una tavola di morte, una pasta cresciuta, stesa senza lievito, inerte. Inerte, perché sembra essersi perso il futuro, anche nella lingua parlata di tutti i giorni, che scandisce, mortifica, il passare del tempo su quelle superfici ossidate, corrose dal vento. Ecco, la città della nostalgia che si ammanta di poesia, quella poesia liquida che lotta ancora strenuamente per scongiurare la liquidazione totale della conoscenza.
La poesia di Napoli è inconsumabile, parafrasando Pier Paolo Pasolini, perché questa città è contemporaneamente carnefice e vittima della narrazione della realtà, la stessa narrazione che accompagna a vita la realtà, appunto, ormai non più sola e cruda. Città di scenografiche speranze, città sogno di un insonne destino. Quel sogno nel cuore non è il tricolore, si è tifosi della propria squadra e città perché si è tifosi della propria vita, nella stratificata porosità di risvolti tra futuro e (non) passato o passato e (non) futuro.
Prodotto dalla Bronx Film, Dadapolis di Carlo Luglio e Fabio Gargano, ha certamente il grande merito di navigare a vista, senza timore di perdersi nel turbinio di quel marasma culturale, decisa e devastante lavica eruzione della contemporaneità.
Regia: Carlo Luglio, Fabio Gargano
Distribuzione: Europictures
Durata: 72′
Origine: Italia, 2024