Dall’altra parte, di Zrinko Ogresta

Guerra e riconciliazione, dolore e forza: questi i temi del nuovo film del regista croato, in una concatenazione di sentimenti e lasciti intuiti, con un lirico apparato visivo

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Vesna è un’infermiera a domicilio di mezza età di Zagabria, sua figlia Jadranka, laureata in legge, sta per sposarsi con Bozo, “un inetto” secondo suo fratello Vlado che è sposato e ha un figlio piccolo, e un’amante incinta. All’inizio del film, Vesna riceve una chiamata misteriosa a lavoro. Presto scopriamo che è suo marito Žarko che era capitano dell’Esercito Nazionale di Jugoslavia quando iniziò la guerra in Croazia, e decise di stare “dall’altra parte”. Era finito a L’Aia, ed è stato appena rilasciato. I due non si parlano da vent’anni. La chiamata inaspettata riporterà a galla il ricordo di un segreto che ha cercato di nascondere per molto tempo.

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Il croato Zrinko Ogresta con il suo settimo film, Dall’altra parte, affronta il tema del perdono e della difficoltà di saper conciliare, anche in favore di esso, i tanti aspetti delle nostre personalità che si sovrappongono l’una con l’altra.
Presentato in anteprima mondiale nella sezione Panorama alla Berlinale 2016, il film affronta il tema della guerra balcanica ma soprattutto è una parabola psicologicamente più complessa di amore e di dolore, crudeltà e perdono. Ogresta sottolinea il senso di separazione e dislocazione vissuto da Vesna, un personaggio prevalentemente interiorizzato e che trasuda la stanchezza del mondo di una donna che è stato truffato ma non del tutto sconfitto dalla vita. Un film che fiorisce in una visione poetica dal tocco leggero, sospesa in questioni forse insolubili e che affascina nelle sue inclinazioni malinconiche e suggestive.

Un racconto che si avvale di un lirico apparato visivo mirato ad un’esperienza univoca e essenziale: Ogresta cura una pellicola che in ogni suo tratto dipana la storia in cui ci immergiamo, laddove le vicende ivi connesse usufruiscono di una struttura pienamente rivelatrice dell’apparato psicologico e fisico della protagonista.
‘Separazione’ e ‘unità’ sono concetti chiave che, amalgamati e fusi in un solo corpo, restituiscono la natura delle situazioni affrontate, esponendo l’immagine ad un impegno ulteriore che ricalca la pura e necessaria confessione di una complessità interiore che non può pienamente esternarsi. Ed è in questa catarsi scenica che affiora il senso di un’opera che, già nel suo stesso titolo, vuole porsi come sollecito di un viaggio nell’introspezione pur nella chiara comprensione dei suoi limiti. ‘Dall’altra parte’ ci siamo noi ma anche tutto un universo a sé, c’è il dolore della perdita e un infinito sentire-percepire che, ad occhi altrui, è possibile constatare solo per tracce, intuizioni, flebili attimi, ostinatamente contrari ad un contesto tangibile e marcatamente esposto. Una parabola umana che indaga le difficoltà ma anche la forza da esse scaturita.

 

Titolo originale: S one strane
Regia: Zrinko Ogresta
Interpreti: Ksenija Marinkovic, Lazar Ristovski, Tihana Lazovic, Robert Budak, Toni Šestan
Distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione
Durata: 80′
Origine: Croazia, Serbia, 2016

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