Dark Hall, di Rodrigo Cortés

Cortés fa fatica a dimostrare un briciolo di personalità, limitandosi a un esasperante utilizzo del buio che da solo non basta, naturalmente, a trasformarsi in cifra stilistica

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Lontano dalle sperimentazioni o dalle coordinate più esplicitamente politiche (pardon: contemporanee) del genere, un film come Dark Hall sembra non fare nulla per nascondere una dimensione volutamente demodè e fuori dal tempo, cercando un difficile compromesso tra il gotico classico e quella narrazione di matrice young adult (produce Stephenie Meyer, non a caso) che tanto piace al pubblico dei giovanissimi. Un po’ Crimson Peak e un po’ Twilight, quindi, senza però il talento visivo del primo né l’appeal commerciale del secondo (tant’è che negli Stati Uniti è stato distribuito direttamente tramite le piattaforme video on demand), tradendo di fatto tutta quell’incoscienza tipica di chi guarda al cinema del passato senza avere granchè da dire in relazione al presente.

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Tratto da un romanzo per ragazzi del 1974 di Lois Duncan, ma opportunamente aggiornato secondo i parametri dettati dalle nuove tecnologie (il momento del sequestro dei telefoni cellulari è emblematico dell’operazione

da horror d’antan di cui sopra), Dark Hall si aggiunge quindi alla lunga lista di quei titoli degli ultimi anni – un altro esempio è l’imminente, indifendibile Balaguerò di La settima musa – che cercano di riallacciare un discorso con il classico, nel tentativo di replicare le atmosfere più identitarie che stanno alla base del genere (nello specifico, l’imponente maniero di campagna, i corridoi bui, le presenze spettrali). Un cinema che privilegia il racconto e l’indagine piuttosto che l’effetto fine a se stesso, e dove arriva sempre il momento in cui c’è un libro, preferibilmente antico e polveroso come Le tre madri di Varelli, a indicare ai personaggi la giusta strada da percorrere.

Ma se i tempi di Argento sono morti e sepolti, figuriamoci quelli della Hammer o di Corman: forse lo stratagemma migliore per riuscire a provare un briciolo di interesse in questa scialbissima riproposizione da primi della classe è quello di dimenticare qualsiasi esperienza visiva pregressa, abbracciando invece per quanto possibile il punto di vista del suo pubblico di riferimento ed entrare in empatia con le protagoniste ribelli (?) e disadattate, ragazze interrotte che poco a poco scoprono di essere parte di un disegno più grande di loro. Ma anche così, appare francamente difficile appassionarsi a questo bignamino di spaventi citofonati e preconfezionati, dinanzi ai quali persino Cortés (come al solito anche montatore) fa fatica a dimostrare un briciolo di personalità, limitandosi a un esasperante utilizzo del buio che da solo non basta, naturalmente, a trasformarsi in cifra stilistica.

 

Titolo originale: Down a Dark Hall

Regia: Rodrigo Cortés 

Interpreti: AnnaSophia Robb, Uma Thurman, Isabelle Fuhrman, Kirsty Mitchell, Taylor Russell, Rebecca Front, Jim Sturgeon, Victoria Moroles.

Distribuzione: Eagle Pictures in collaborazione con Leone Film Group

Durata: 96′

Origine: Usa, 2018

 

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