David di Donatello 70. Trionfa Vermiglio, Sorrentino a mani vuote

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Corso estivo di MONTAGGIO, dal 22 luglio

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Pupi Avati lo ha definito un evento opulento, Maura Delpero rivendica l’importanza del cinema del reale nel suo discorso di ringraziamento, che ha aperto alle periferie geografiche ed economie diverse

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Forse la 70ª edizione dei David di Donatello, in un magniloquente Teatro 5, poteva concludersi con quel “Perché non sei andata via?” rivolto alla senatrice Borgonzoni da un gigante Pupi Avati, affaticato seppur mai stanco di avere le mani in pasta in questo artigianato che è il cinema.


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D’altronde, dopo quasi 60 anni di carriera e 55 film, con la sicumera di un veterano, si può permettere anche di bacchettare il sottosegretario ai Beni Culturali, perché “Cinema Revolution è carino – dice Avati sull’iniziativa del cinema a 3,50 euro – ma serve qualcosa di più, cara Lucia Borgonzoni“. Un qualcosa che forse ancora sfugge alla cerimonia diretta da Piera Detassis, che è lucente, festosa, dal gusto indiscusso con quel red carpet che inizia dalla Roma Antica di Cinecittà, ma non assomiglia in nulla al cinema italiano, come dice il regista di Bologna.

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Qui c’è l’opulenza, mentre nel cinema italiano ci sono piccole società indipendenti che fanno una fatica pazzesca“.

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Le parole di Avati risuonano così forte in quel teatro 5 del maestro Fellini da far passare in sordina anche il suo premio alla Carriera. Ma se l’allestimento è opulento quindi bugiardo, i premio dei David 70 sembrano raccontare altro.

A cominciare dai vincitori, con Vermiglio di Maura Delpero che si aggiudica il Miglior film e altri altri sei David, tra cui la Miglior sceneggiatura originale, la Migliore fotografia, il Miglior produttore, premio al suono, al casting e la Migliore regia, che, per la  prima volta nella storia, a vincerlo è una donna. Ci aveva visto lungo Isabelle Huppert, quando già a Venezia 81 aveva consegnato il Leone d’Argento a Delpero, dandole i meriti “di portare la poesia in immagini senza sdolcinatezze“.

Vermiglio è il terzo film della regista di Bolzano candidato ai David, dopo Maternal nel 2022 e Nadea e Sveta nel 2013. “Sembra come la prima volta – confessa – anche se allora non mi hanno invitata perché era un documentario. Al tempo abbiamo scritto una lettera dicendo che il cinema del reale non era un cinema minore, ma solo un altro modo di raccontare. È importante perché ha aperto alle periferie geografiche ed economie diverse. Senza il documentario non sarei qui oggi“.

È una rivendicazione di legittimità quella che ingaggia il cinema del reale ancora oggi; spesso tralasciato, snobbato dalla distribuzione eppure, diceva Pasinetti “chi ha il senso del documentario possiede il senso del cinema“. A tal proposito, il premio Cecilia Mangini se lo è aggiudicato Francesca Mannocchi con il reportage di guerra Lirica Ucraina.

Non mancano però i vinti e gli scontenti in questa 70ª edizione dei David di Donatello. Su tutti Parthenope di Paolo Sorrentino, per cui il grande successo di sala (secondo film più visto nel 2024 dopo Il ragazzo dai pantaloni rosa) e le 15 candidature potevano lasciar presagire a un’incetta di premi stile Garrone con Io Capitano. Eppure, con suo il mélo sulla figlia del mare e di Napoli Sorrentino torna a casa a mani vuote.

D’altronde, “the winners take it all” cantano gli ABBA. E a prendersi tutto ieri sera è stata Margherita Vicario, compositrice e regista del suo Gloria! che ha vinto il David al Miglior Regista esordiente, la Miglior Canzone Originale e Miglior composizione. È finalmente la cerimonia dei discorsi sfrontatamente sacrosanti, sulla guerra, la cultura, la donna.

“Il premio del Miglior compositore viene assegnato dal 1975, l’ho letto su Wikipedia – nota Vicario – da allora, solo pochissime donne l’hanno vinto. Non fatene una questione ideologica ma statistica e così stiamo tutti più sereni”, ha concluso la regista, tra i simboli di quest’edizione che, forse, trasuda spiragli di modernità.

 

Di seguito tutti i vincitori.

MIGLIOR FILM 

Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre.

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini.

L’arte della gioia di Valeria Golino.

Parthenope di Paolo Sorrentino.

Vermiglio di Maura Delpero – Vincitore

 

MIGLIOR REGIA

Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini 

L’arte della gioia di Valeria Golino

Vermiglio di Maura Delpero – Vincitore

 

MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA

Ciao Bambino di Edoardo Pistone

Gloria! di Margherita Vicario – Vincitore

I bambini di Gaza di Loris Lai 

Io e il Secco di Gianluca Santoni

Zamora di Neri Marcorè

 

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE

Berlinguer – la grande ambizione di Andrea Segre, Marco Pettenello

El Paraiso di Enrico Maria Artale

Gloria! di Margherita Vicario, Anita Rivaroli

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini 

Parthenope di Paolo Sorrentino

Vermiglio Maura Delpero – Vincitore

 

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

Campo di battaglia di Gianni Amelio, AlbertoTaraglio

Familia di Francesco Costabile, Vittorio Moroni, Adriano Chiarelli

Il ragazzo dai pantaloni rosa di Roberto Proia

L’arte della gioia di Valeria Golino, Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli, Stefano Sardo – Vincitore

Napoli – New York di Gabriele Salvatores

 

MIGLIOR PRODUTTORE

Berlinguer – la grande ambizione: Marta Donzelli e Gregorio Paonessa per Vivo Film, Francesco Bonsembiante per Jolefilm, con Rai Cinema, in collaborazione con Joseph Rouschop per Tarantula, Martichka Bozhilova per Agitprop

Ciao bambino: Gaetano di Vaio e Giovanna Crispino per Bronx Film, Alessandro Elia e Walter De Majo per Anemone Film, Andrea Leone e Antonella Di Martino per Mosaicon Film, Santo Versace e Gianluca Curti per Minerva Pictures. 

Gloria!: Valeria Jamonte, Manuela Melissano, Carlo Crestodina per Tempesta, con Rai Cinema, in collaborazione con Katrin Renz e Tellfilm.

Vermiglio: Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Santiago Fondevila Sancet, Maura Delpero per Cinedora, con Rai Cinema, in collaborazione con Charades (co-produzione con la Francia) Versus (co-produzione con il Belgio) – Vincitore

Vittoria: Nanni Moretti, Lorenzo Cioffi, Giorgio Giampà, in collaborazione con Alessandra Stefani

 

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA 

Familia: Barbara Ronchi 

Il tempo che ci vuole: Romana Maggiora Vergano 

L’arte della gioia: Tecla Insolia – Vincitrice

Parthenope: Celeste Dalla Porta 

Vermiglio: Martina Scrinzi

 

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA

Berlinguer – la grande ambizione: Elio Germano – Vincitore

Familia: Francesco Gheghi 

Il tempo che ci vuole: Fabrizio Gifuni

Parthenope: Silvio Orlando

Vermiglio: Tommaso Ragno 

 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

Diamanti: Geppi Cucciari

Familia: Tecla Insolia

L’arte della gioia: Valeria Bruni Tedeschi – Vincitrice

L’arte della gioia: Jasmine Trinca 

Parthenope: Luisa Ranieri 

 

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA 

Berlinguer – la grande ambizione: Roberto Citran 

Familia: Francesco Di Leva – Vincitore 

L’arte della gioia: Guido Caprino 

Napoli- New York: Pierfrancesco Favino 

Parthenope: Peppe Lanzetta 

 

MIGLIOR CASTING

Berlinguer – la grande ambizione: Stefania De Santis

Familia: Anna Pennella 

Gloria!: Massimo Appollloni

L’arte della gioia: Francesco Vedovati, Anna Maria Sambucco, Massimo Appolloni

Vermiglio: Stefano Rodà, Maurilio Mangano – Vincitore

 

MIGLIOR AUTORE DELLA FOTOGRAFIA

Capo di battaglia: Luan Amelio Ujkaj

Dostoevskij: Matteo Cocco

Hey Joe: Daniele Ciprì

L’arte della gioia: Fabio Cianchetti

Parthenope: Daria D’Antonio

Vermiglio: Mikhail Krichman – Vincitore

 

MIGLIOR COMPOSITORE

Berlinguer – la grande ambizione: Iosonouncane

Confidenza: Thom Yorke 

Gloria!: Margherita vicario – Vincitrice

Iddu: Colapesce

Il treno dei bambini: Nicola Piovani 

 

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE

Knife Edge – da Confidenza 

Diamanti – da Diamanti

Atoms – da Familia

Aria!- da Gloria! – Vincitore

MIGLIOR TRUCCO

Maurizio Fazzini – L’arte della gioia

Frédérique Foglia – Vermiglio

Paola Gattabrusi, Lorenzo Tamburini – Parthenope

Sara Morlando, Rossella Sicignano, Leonardo Cruciano, Viola Moneta – Berlinguer. La grande ambizione

Alessandro Vita, Valentina Visintin – Le déluge – Vincitore

MIGLIORI COSTUMI

Maria Rita Barbera – L’arte della gioia

Massimo Cantini Parrini – Le déluge – Vincitore

Andrea Cavalletto – Vermiglio

Mary Montalto – Gloria!

Carlo Poggioli – Parthenope

 

MIGLIOR SCENOGRAFIA

Berlinguer – la grande ambizione: Scenografia di Alessandro Vannucci, Arredamento di Laura Casalini

L’arte della gioia: Scenografia di Luca Merlini e Arredamento di Giulietta Rimoldi

Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta: Scenografia di Tonino Zera e Arredamento di Maria Grazia Schirippa, Carlotta Desmann – Vincitori

Parthenope: Scenografia di carmine Guarino e Arredamento di Iole Autero

Vermiglio: Scenografia di Pirra, Vito Giuseppe Zito e Arredamento di Sara Pergher

 

MIGLIOR MONTAGGIO

Berlinguer – la grande ambizione: Jacopo Quadri – Vincitore

Dostoevskij: Walter Fasano 

L’arte della gioia: Giorgio Franchini

Parthenope: Cristiano Travaglio

Vermiglio: Luca Mattei

 

MIGLIOR ACCONCIATURA

Tiziana Argiolas – Vermiglio

Desiree Corridoni – Berlinguer. La grande ambizione

Marta Iacoponi, Carla Idnonai – Gloria!

Marco Perna – Parthenope

Aldo Signoretti, Domingo Santoro – Le déluge – Vincitore

MIGLIOR SUONO

Emanuele Cecere, Silvia Moraes, Mirko Perri, Michele Mazzucco – Parthenope

Emanuele Cicconi, Alessandro Feletti, Alessandro Giacco, Marco Falloni – Campo di battaglia

Dana Farzanehpour, Hervé Guyader, Emmanuel De Boissieu – Vermiglio – Vincitore

Xavier Lavorel, Daniela Bassani, François Wolf, Maxence Ciekawy – Gloria!

Alessandro Palmerini, Marc Bastien, Vincent Grégorio, Franco Piscopo – Berlinguer. La grande ambizione

MIGLIORI EFFETTI VISIVI

Tristan Lilien, Michel Denis – Berlinguer. La grande ambizione

Rodolfo Migliari, Lena Di Gennaro – Parthenope

Francesco Niolu, Rodolfo Migliari – L’arte della gioia

Victor Perez – Napoli-New York – Vincitore

Fabio Tomassetti, Daniele Tomassetti – Limonov

 

MIGLIOR DOCUMENTARIO

Duse – The Greatest di Sonia Bergamasco

Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio

L’occhio della gallina di Antonietta De Lillo

Lirica Ucraina di Francesca Mannocchi – Vincitore

Prima della fine – gli ultimi giorni di Berlinguer di Samuele Rossi

 

MIGLIOR COSTUMI

Gloria!: Mary Montalto

L’arte della gioia: Maria Rita Barbera

Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta: Massimo Cantini Parrini – Vincitore

Parthenope: Carlo Poggioli

Vermiglio: Andrea Cavalletto

 

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

La confessione – Nicola Sorcinelli

Domenica sera – Matteo Tortone – Vincitore

The Eggregores’ Theory – Andrea Gatapolus

Majoneze – Giulia Grandinetti

La ragazza di Praga – Andree Lucini

 

DAVID GIOVANI

Familia

Il ragazzo dai pantaloni rosa

Il tempo che ci vuole

Napoli-New York – Vincitore

 

MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE

Anora: di Sean Baker, Universal Pictures International Italy – Vincitore

Conclave: di Edward Berger, Eagle Pictures

Giurato n.2 – Juror #2 : di Clint Eastwood, Warner Bros. Pictures

La zona d’interesse: di Jonathan Glazer, I Wonder Pictures 

Perfect Days: di Wim Wenders, Lucky Red

 

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