"Dead Man Down – Il sapore della vendetta", di Niels Arden Oplev


La vendetta non restituisce quello che ci è stato portato via. Ma, a volte, è necessaria per voltare pagina. Lo sanno bene Victor e Beatrice i protagonisti di Dead Man Down – Il sapore della vendetta di Niels Arden Oplev. Anche qui però il regista di Uomini che odiano le donne non riesce ad uscire dai 'limiti' di una buona confezione. A noi, non rimangono che le vite messe all'angolo dal destino beffardo o dall'arroganza avida della violenza

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La vendetta non restituisce quello che ci è stato portato via. Ma, a volte, è necessaria per voltare pagina. Lo sanno bene Victor e Beatrice i protagonisti di Dead Man Down – il sapore della vendetta. Volti lontani e distanti tra due lembi dello stesso condominio. Mani che vorrebbero incontrarsi nel cielo della Grande Mela che li ha accolti (in una delle scene più belle del film), ma lo faranno solo al termine di un viaggio all'inferno.  Victor (Colin Farrell) è un ingegnere ungherese immigrato in Usa con moglie e figlia che finisce in mezzo ad una guerra tra bande criminali che gli sterminano la famiglia. Ma Victor miracolosamente si salva e decide di costruire la sua vendetta infiltrandosi tra gli scagnozzi di Alphonse (Terrence Howard), trasformandosi in un killer silenzioso al servizio del boss. L'ingegnere non è il solo a cercare la sua vendetta da novello(serial) killer. Sulla sua strada trova proprio la giovane vicina di casa d'orgine francese, Beatrice (Noomi Rapace, la prima Lisbeth Salander proprio in Uomini che odiano le donne di Oplev), che sfigurata in un incidente stradale, è però testimone dal suo appartamento (tocco da La finesta sul cortile di Hitchcock) di un omicidio commesso da Victor per evitare che venisse scoperta la sua nuova identità.

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L'esordio negli Stati Uniti del regista campione d'incassi in patria, Niels Arden Oplev,  ha tutte le carte in regola. Un ottimo cast, oltre ai già citati anche, se pur in pochi ciak, ci sono Isabelle Huppert, nei panni della madre di Beatrice e F.Murray Abraham in quelli del suocero di Victor. Senza dimenticare anche un volto come quello di Armand Assante. Una sceneggiatura solida, anche se con degli evidenti e prevedibili passaggi a vuoto fin dai primi minuti, firmata da JH Wyman (The Mexican). Un grande direttore della fotografia come Paul Cameron (Collateral, Man on Fire, Déja Vu). Il montaggio affidato ad un fedelissimo di Luc Besson come Frederic Thorval, per alto molto eclettico (Angel A, Bandidas, Banlieu B13).  La pellicola è quindi tecnicamente sopra la media. Ma a tutti questi ingredienti di grande spessore manca un collante che la regia di Oplev non riesce a restituire. Se pensiamo ad altre pellicole molto vicine a Dead Man Down, solo per citarne alcune: Taken – la vendetta di Oliver Megaton, Giustizia privata di F. Gary Gray o Io vi troverò di Pierre Morel, siamo piuttosto lontani. Manca nella regia la volontà di premere sulle ferite dell'anima, di mettere a nudo le cicatrici di due stranieri alla deriva nel Nuovo Continente. "Il mestiere di Niels Oplev è però forse troppo  'medio' per sprofondare nei cupi meandri del testo letterario di partenza", scriveva Carlo Valeri nella nostra recensione di Uomini che odiano le donne. Anche qui Oplev non riesce ad uscire dai limiti di una buona confezione. A noi non rimangono che le  vite messe all'angolo dal destino beffardo o dall'arroganza avida della violenza. Spiriti che rincorrono una vendetta senza urlare in faccia al mondo il loro dolore. Victor e Beatrice rimangono soli. Ma lo sono in fondo sempre stati, arroccati nei loro rifugi sopra la città, sempre più dolente e indifferente alla morte. Nessuna vendetta, lo sappiamo, restituisce ciò che si è perso.

 

 

Titolo originale: Dead Man Down
Regia: Niels Arden Oplev
Interpreti: Noomi Rapace, Colin Farrell, Isabelle Huppert, Armand Assante, Terrence Howard, Dominic Cooper, Saul Stein
Durata: 110'
Origine: USA, 2013
Distribuzione: Lucky Red

 

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