Deadpool 2, di David Leitch

Il film rinnega la crescita del personaggio e allontana la sua integrazione nel Marvel Cinematic Universe. Tuttavia basta lasciare che Wade Wilson faccia Wade Wilson per amarlo e essere suoi amici

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Deadpool 2 è arrivato in un momento di radicale riprogrammazione del Marvel Cinematic Universe. Il film avrebbe seguito le drammatiche epurazioni di Infinity War, assecondando un avvicinamento sempre più vicino dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney? Dopotutto, lo sboccato antieroe di Fabian Nicieza e di Rob Liefeld appartiene al pacchetto dei personaggi che potrebbero ritornare nella continuity di Avengers. L’atteso sequel delle sue bravate non si è preoccupato di questa possibilità ed ha mantenuto una parziale estraneità al suo mondo narrativo. Il mutante suo malgrado interagisce con gli X-Men ma allo stesso tempo le situazioni e le citazioni dei superhero-movies fanno parte del suo bagaglio culturale.

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Nella prima sequenza del film, il protagonista sfida il suo potere dell’immortalità e tenta il suicidio dopo aver preparato l’esplosione del suo appartamento. Tuttavia, prima di saltare in aria trova il tempo di celebrare un commiato per l’ultima battaglia di Wolverine nello straordinario Logan di James Mangold. La lunga title-track inizia con la sua testa che continua a parlare in mezzo al fuoco e prosegue ridicolizzando tutte quelle degli 007. James Brolin è di nuovo il villain di turno e la sua cupa determinazione è chiaramente fuori posto. La serietà dei propositi di Cable gli vale l’accusa di assomigliare troppo a quella degli sfigati del DC Universe. Wade Wilson non vuole sconfiggerlo ma convertirlo ai suoi metodi e il loro rapporto assume le sfumature di un buddy-movie.

La genesi produttiva di Deadpool 2 non è stata scanzonata come si potrebbe supporre. Ormai, Ryan Reynolds considera il personaggio una cosa sua ed era diventato sempre più insofferente verso le ingerenze di Tim Miller. Alla fine, il rivale della star è stato allontanato perché non voleva limitarsi a ripetere la formula vincente del primo film. Il subentrante David Leitch non ha compromesso la coreografia dei combattimenti e la loro efficace simultaneità con le frecciate dell’ex mercenario. Il regista aveva già diretto Keanu Reeves in John Wick e aveva dato alla sua vendetta sanguinaria il tono di un comic-book. La sua predisposizione verso questo format si era confermata nell’adattamento di un graphic novel come Atomic Blonde.

Chi ha amato le prodezze di Wade Wilson non potrà trattenersi dall’esaltare la fresca creatività con cui vengono rielaborate. La sceneggiatura è firmata ancora una volta da Rhett Reese e da Paul Wernick e i due hanno acquisito una maggiore padronanza dei loro mezzi. La consapevolezza con cui il loro eroe annuncia l’arrivo di un momento topico è l’esempio più riuscito di parodia che i superhero-movies abbiano mai raggiunto. La battaglia finale tra Colossus e un cattivo a sorpresa della sua taglia viene esplicitamente presentata come il grande e costoso duello in CGI. Deadpool sembra sposare il vademecum etico di Charles Xavier con una voce over che ovviamente sconfessa la solita redenzione un minuto dopo.

Probabilmente, il momento più estremo di Deadpool 2 è quello in cui l’antieroe decide di formare un suo ensemble di mutanti. La X-Force è così eterogenea e scombinata che non gli offre soltanto il pretesto di infilare qualche battuta sulle forzature del politically correct. I provini della selezione e il modo in cui non riesce ad entrare in azione sono la divertita dissacrazione della natura stessa del supereroe. Dall’uomo comune che vuole unirsi soltanto per divertimento all’esilarante presenza del muto ed invisibile The Vanisher. Alla fine, Wade Wilson riesce trova un sidekick come Domino il cui unico potere è quello di essere fortunata. Una virtù strumentale a provocare ai suoi nemici una serie di situazioni al limite della slapstick comedy.

La voglia di ribaltare tutte le convenzioni prosegue persino con l’abituale attesa delle esche dei titoli di coda. L’ex mercenario trova il modo di riparare alle incongruenze passate del suo personaggio e a quelle della carriera di Ryan Reynolds. Il ritmo incessante del suo umorismo resta difficile da integrare con il resto del Marvel Cinematic Universe. Deadpool 2 potrebbe essere visto come un’occasione mancata perché non ha previsto nessuna crescita da parte del protagonista. La possibilità che questo possa avvenire attraverso un evento traumatico viene accennata ma poi prontamente cancellata con un semplice rewind. L’errore è chiedere troppo ad un personaggio che usa il torpiloquio e irride chiunque incontri soltanto per avere dei veri amici ed essere amato.

Per essere uno di loro, l’unica strada possibile è lasciare che Deadpool faccia Deadpool.

 

 

Titolo originale: id.

Regia: David Leitch

Interpreti: Ryan Reynolds, Josh Brolin, Morena Baccarin, T. J. Wilson, Brianna Hildebrand, Julian Dennison, Zazie Beetz

Distribuzione: 20th Century Fox

Origine: USA, 2018

Durata: 119′

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