Dear John

di Lasse Hallström

 

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dear john channing tatum amanda seyfriedInterpreti: Channing Tatum, Amanda Seyfried, Henry Thomas, Scott Porter, Richard Jenkins

Origine: USA, 2010

Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia

Durata: 110’

John (Channing Tatum ­­­­– La guerra dei mondi, Havoc – Fuori controllo, Guida per riconoscere i tuoi santi, Fighting, Nemico pubblico – Public Enemies) è uno schivo militare delle forze speciali, che torna in Sud Carolina per far visita al padre (Richard Jenkins – Hannah e le sue sorelle, Le streghe di Eastwick, Wolf – La belva è fuori, Tutti pazzi per Mary, Burn After Reading – A prova di spia), al quale è unito da un legame profondo ma controverso. Savannah (Amanda Seyfried – Mean Girls, Mamma Mia!, Boogie Woogie, Jennifer’s Body, Chloe – Tra seduzione e inganno) è una studentessa idealista e di famiglia benestante, che trascorre le vacanze estive a casa. I due giovani appartengono a mondi molto diversi, ma un giorno si incontrano sulla spiaggia e, a breve, si innamorano. Purtroppo si devono presto dividere: John torna nell’esercito, Savannah al college. Il loro sentimento è tenuto in vita da un rapporto epistolare, che accresce l’ansia di vedersi. Il periodo di serenità, durante il quale riescono finalmente a vivere la loro storia, dura poco: John riparte con l’esercito, promettendo a Savannah di tornare presto da lei. Ma quando l’attentato dell’11 settembre colpisce gli Stati Uniti, John prolunga la ferma di altri due anni, e il loro rapporto prende una piega imprevista.

L’idea di realizzare il film viene al produttore Marty Bowen (Twilight, New Moon) che, dopo aver letto il libro di Nicholas Sparks Ricordati di guardare la luna, ne rimane così sedotto da chiedersi quale possa essere il cast più adatto per dar vita alla storia. Channing Tatum, che già in Guida per riconoscere i tuoi santi aveva dato prova di saper miscelare bene l’anima romantica con quella più ombrosa, sembra perfetto per il ruolo del protagonista. Viene poi contattato lo sceneggiatore Jamie Linden (Things To Do Before I Die, The Dogs of Babel), molto apprezzato per la scrittura di We are Marshall. Linden inizialmente è titubante, in quanto inesperto di film d’amore; leggendo il romanzo, però, capisce che uno degli aspetti centrali è il rapporto tra John e il padre, e inquadra la giusta prospettiva verso cui incanalare la trama. I produttori si rivolgono poi al regista Helmer Lasse Hallström (La mia vita a quattro zampe, Buon compleanno Mr Grape, Le regole della casa del sidro, Chocolat, Casanova, Hachiko – Il tuo migliore amico), in grado di enfatizzare la storia senza scadere nel melodramma. Il cast è entusiasta, e Hallström ricambia; «Lavorare con Channing e Amanda è stato per una persona anziana come me quasi ringiovanire», dice ridendo. Accetta compiaciuto le improvvisazioni degli attori: molti «frammenti di loro parole, o di loro sensazioni di quel preciso momento sono poi finiti sullo schermo». E sa farsi apprezzare da tutta la troupe: l’inquadratura del campo afgano, dove sventola una bandiera svedese, rappresenta un omaggio della scenografa Kara Lindstrom (French Kiss, Strange Days, Amarsi) al regista.

Grazie al film, Tatum scopre la passione per il surf: il suo personaggio cavalca le onde per rilassarsi, e l’attore non vuole ricorrere a controfigure. «Ho comprato due tavole da surf e durante le riprese andavo da solo nei weekend a divertirmi». Dear John rappresenta un’occasione non solo per lui: Braeden Reed, realmente affetto da autismo, interpreta il piccolo Alan, e a soli sei anni suscita meraviglia e commozione nel resto del cast.

Il film viene girato interamente a Charleston, storica cittadina in Sud Carolina; qui sono ricostruite anche le scene ambientate in Germania, in Afghanistan, in Congo. Per l’episodio nel villaggio afgano bombardato si ricorre a un cementificio demolito, poco distante.

È necessario rendere le scene di guerra più credibili; il consulente militare cui ci si rivolge è Gavin McCulley, capitano in Iraq e in Afghanistan dal 2001 al 2008. McCulley recita anche nel ruolo di Sparks, un commilitone di John; ed è lui, insieme a un gruppo di soldati delle Forze Speciali, che insegna a Tatum e agli altri «come muoversi con un’arma […] o come muoversi spalla a spalla in un edificio». Il film, però, non vuole essere un monito sui conflitti in corso degli Stati Uniti: una «delle cose più interessanti […] è che sia i personaggi sia la storia possono essere contestualizzati in un’epoca diversa. […] Questo non è un film politico», dichiara Linden con fermezza.

(C.A.)

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    Un commento

    • sonia bonanno 10 anni

      Mi piace molto questo film perche e un film molto bello che dimostra quanto sia bello l'amore e che nonodstante la lontananza l'amore tiene uniti i 2 protagonisti