Death to 2020, di Al Campbell

Il mockumentary Netflix, dai creatori di Black Mirror, dal primo mese ripercorre il 2020 per raccontarlo nell’unico modo tollerabile: ridendoci sopra, con una riflessione sulla post-verità

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Dopo Black Mirror e Bandersnatch, i creatori Charlie Brooker e Annabel Jones decidono di abbandonare, almeno in apparenza, i racconti distopici per dedicarsi a un esperimento completamente diverso.
Sempre in esclusiva con Netflix, questa volta propongono Death to 2020: un finto documentario sull’anno appena trascorso, nel tentativo di raccontarlo sotto un punto di vista meno drammatico.
Tant’è che gli stessi autori dichiarano che letteralmente la realtà sta superando la fantasia – non sappiamo con quale stomaco potremmo narrare una società che si sta smantellando pezzo per pezzo – decidendo inoltre che fin quando le acque non saranno più calme, di Black Mirror non ci sarà alcun bisogno.
Quello che potrebbe servire invece è uno sguardo al passato che faccia il punto sull’insieme degli eventi di cui siamo stati partecipi lo scorso anno per poterli guardare sotto un aspetto più ironico (senza sminuire quello tragico).
E’ così che nasce Death to 2020, il mockumentary diretto da Al Campbell, che dal primo mese ripercorre il 2020 per raccontarlo nell’unico modo tollerabile: ridendoci sopra.
L’intento è quello di fornire un po’ di sollievo, un esorcismo catartico come dichiarano i creatori, ma anche un buon metodo per riflettere sugli eventi recenti.
Per quanto le vicende siano drammatiche e spesso anche surreali c’è sempre un lato comico, ovvero tragicomico da cogliere, per assorbire meglio l’impatto e metabolizzarlo in modo più cosciente.

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È questa la filosofia di Death to 2020, che oltre a essere un finto documentario di attualità rappresenta anche un prodotto sperimentale. Assembla – un po’ come nella fruizione contemporanea, nella diffusione virale delle fake news, dei meme e dei post in rete e non – realtà e finzione, cultura pop e satira, sarcasmo e riflessione.
Dagli incendi in Australia, alla Megxit, alla diffusione della pandemia, dalle proteste per la morte di George Floyd, alle elezioni americane, qui si fa satira anche sul modus operandi confusionario che sta ridefinendo l’informazione e l’organizzazione sociale contemporanea.
E siccome nella confusione ci siamo spesso affidati ai pareri degli esperti (seguendo interviste in TV, video sul web ecc…) qui sono proprio dei finti professionisti a raccontarci le storie più assurde.

Politici, storici, virologi, psicologi, e persino la Regina Elisabetta, li interpretano attori come Samuel L. Jackson, Hugh Grant, Lisa Kudrow, Tracey Ullman.
E come di consueto non manca nemmeno l’opinione di un millennial in carriera su YouTube (Joe Keery).
Sulla falsariga dei documentari Netflix, Death to 2020 segue le stesse strutture, mostrandoci interviste fittizie accostate alle riprese di momenti reali, costruendo una storia che attraverso la comicità riflette sui traumi e sui cambiamenti della società contemporanea. Ci sarà bisogno di un seguito nel 2021?

 

Titolo originale: id.
Regia: Al Campbell
Interpreti: Samuel L. Jackson, Hugh Grant, Lisa Kudrow, Tracey Ullman, Leslie Jones, Joe Keery
Distribuzione: Netflix
Durata: 70?
Origine: USA/UK 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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