Delivery Man
di Ken Scott
Titolo originale: Delivery Man
Interpreti: Vince Vaughn, Cobie Smulders, Chris Pratt, Britt Robertson, Jack Reynor
Origine: USA, 2013
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 103’
Un uomo franco-canadese di mezza età (Vince Vaughn – Into The Wild, Vicini del terzo tipo) vive la propria vita in balia della sindrome da Peter Pan. Affabile, ma immaturo, scopre un giorno qualcosa che ne sconvolgerà l’esistenza e lo porterà sulla strada per la ricerca di se stesso. Un semplice gesto sepolto nel passato e che sembrava dimenticato torna a galla con l’effetto di una reazione a catena che instraderà il protagonista verso lo sviluppo e la successiva affermazione della propria identità, costringendolo a fare i conti con quello che non può essere sepolto e con quelle responsabilità cui aveva rinunciato e che di colpo gli cadono addosso. Infatti, la donazione del proprio sperma alla banca del seme fatta vent’anni prima non solo è andata a buon fine, ma ha dato alla luce ben 533 bambini, di cui 142 si uniscono in una class action per rivendicare il proprio ruolo di figli e dare un volto all’uomo conosciuto fino a quel momento con lo pseudonimo di Starbuck.
Ken Scott, dopo essersi fatto strada principalmente come attore (Ossessione di donna, The Boxer), si ritrova dietro la macchina da presa a dirigere questo Delivery Man, per dare corpo al remake del suo precedente Starbuck – 533 figli e non saperlo, giunto in Italia sono lo scorso agosto. Riconosciuto in patria come uno dei registi più promettenti per la capacità di mettere a nudo una parte del mondo e della vita reale, Ken Scott torna a quegli stessi temi che avevano animato la pellicola precedente, dove la tecnica sobria e pulita si unisce a una struttura narrativa, in cui l’umorismo si insinua nelle pieghe drammatiche, dando spazio alla riflessione dietro la comicità.
(M. G.)