Dio esiste e vive a Bruxelles. Incontro con Jaco Van Dormael e Benoît Poelvoorde

Un Dio crudele e dispettoso quello interpretato da Benoît Poelvoorde per il regista belga Jaco Van Dormael. Distribuito dalla I Wonder Pictures, il film uscirà il 26 novembre.

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Si è tenuta questa mattina al Cinema Adriano di Roma l’anteprima stampa del film franco-belga Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael. Ea (Pili Groyne) è la figlia di un Dio (Benoît Poelvoorde) sadico e dispettoso, che vive a Bruxelles e si diverte a mettere gli uomini gli uni contro gli altri. Stanca di tutto ciò, la “sorellina di Gesù” decide di scappare per cambiare le sorti del mondo. Commedia divertente e provocatoria dalla trama tanto originale quanto attualissima, è la candidata a rappresentare il Belgio nella sezione Miglior Film Straniero ai prossimi Oscar. In Italia uscirà il 26 novembre con I Wonder Pictures (70 copie) e tra gli altri attori figurano Catherine Deneuve, François Damiens e Yolande Moreau.

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Allincontro sono stati presenti il regista e il protagonista Benoît Poelvoorde.

Come mai avete aspettato più di vent’anni per lavorare assieme?

Benoît Poelvoorde: Noi siamo amici da molto tempo e c’è stata sempre voglia di lavorare assieme. Ad una festa, dopo aver vinto molti premi per il suo film Mr. Nobody, Jaco me ne regalò uno. Io, purtroppo, lo persi quella stessa sera. Allora gli ho confessato che pur di lavorare con lui sarei stato disposto a fare qualsiasi cosa, anche la candela. E lui mi ha detto “no, farai ben più di quello, creerai la luce”.

Come è nato il film? 

dio esiste 2Jaco Van Dormael: Io e il co-sceneggiatore Thomas Gunzig volevamo creare una storia religiosa un po’ surrealista, con dei ruoli femminili molto importanti, dato che nei vari testamenti le donne non sono quasi mai presenti. Non abbiamo voluto parlare di religione, ma di meccanismi di potere, della società, della famiglia. Questo Dio crudele rappresenta l’autorità, l’obbedienza, la paura, la punizione; mentre Ea, la figlia di Dio, dice di non aver paura, ma di essere felici e godersi la propria vita. L’obiettivo, anzi, l’utopia è quella di ridere di tutto con tutti. Magari un giorno ci riusciremo

Perché Bruxelles?

Jaco Van Dormael: Bruxelles è una città grigia, dove spesso piove, dove ci sono gli ingorghi. Abbiamo pensato che fosse buffo renderla la città dove è iniziata la creazione. Poi dei miei amici greci e portoghesi mi hanno detto che è normale aver scelto quella città, in fondo è da lì che vengono tutte le seccature.

Nel film ci sono tanti riferimenti cinematografici, tra i quali uno in particolare riguarda Marco Ferreri.

Jaco Van Dormael: A me piace molto Ferreri, così come Fellini. La verità è che spesso non mi accorgo di fare riferimenti ad altri registi. L’unico che ho fatto volutamente nel film riguarda Tarkowskij. Ma più di tutto prendo molto spunto dagli eventi che mi capitano intorno a me, sono quelli che mi ispirano.

Il film è particolarmente attualdio esiste 1e in questi giorni. Come vive ciò che sta accadendo a Parigi e a Bruxelles in questi giorni?

Jaco Van Dormael: Tutto quello che sta succedendo non ha a che fare con le religioni, ma con la stupidità. Questi fatti sono legati alla volontà di controllare il potere, la questione del petrolio, dei soldi, i rapporti di forza. La religione viene utilizzata come uno strumento di guerra e a convincere dei ragazzi giovani e con pochi neuroni a farsi esplodere.

Benoît Poelvoorde: Sono d’accordo. E poi ho deciso che farò una trilogia: Allah non sa guidare, Allah spreca l’aria condizionata e Il frigo di Allah puzza. Un misto tra Allah e la vita, anche lui ha un frigo che puzza.

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