Dizionario del Cinema la Calabria – Parole, opere e personaggi

Quella curata da Giuseppe Papasso è un'opera organizzata su base regionale e nella sua veste non accademica permette di riscoprire dimenticati patrimoni artistici e i suoi protagonisti considerando, per la prima volta, la loro appartenenza culturale e i chiari connotati tradizionali. Si comincia dalla Calabria, in attesa degli altri 10 volumi.

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È sempre benvenuta una pubblicazione che, in forma di dizionario, metta un punto fermo nella cronologia settoriale di qualsiasi disciplina artistica.

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Cosicché il Dizionario del Cinema di fresca pubblicazione, curato da Giuseppe Papasso (giornalista e autore di documentari), per i tipi della Spot Italia, assolve a questo compito con molti pregi e molte curiosità interessanti, alcune marginali inesattezze che la nostra "pignoleria critica" non ci ha impedito di rilevare.


Si comprende fin dalla prima familiarizzazione con l'opera che la stessa è rivolta ad un pubblico mediamente informato, un pubblico cioè che ama il cinema e che frequenta occasioni di visioni anche più marginali. Non è, in altre parole, diretta ad un pubblico televisivo del sabato sera. La ricerca di Papasso, organizzata su base regionale con l'intento di comporre un quadro complessivo della penisola cinematografica, costituendo così davvero un inventario aggiornato del cinema e dell'audiovisivo e dei personaggi che a vario titolo ci lavorano, comincia dalla Calabria che, tradizionalmente, non ha avuto grande ascendenze sul cinema, ma che ha contribuito con una non trascurabile schiera di protagonisti, ad arricchire il quadro cinematografico e dello spettacolo di questo e dello scorso secolo.


L'indagine si estende e spazia dal cinema ad altre forme artistiche che vedono coinvolti i protagonisti calabresi, suscitando sempre interesse, a volte sorpresa e spesso sincera curiosità. L'agilità dell'opera e il suo formato tascabile consentono una consultazione immediata e, diremmo, non accademica, anzi, utile, nella quotidianità che ci spinge ad esaudire le piccole curiosità o tale da costituire valido spunto per più approfondite ricerche. Proprio da questo punto di vista il libro coglie nel segno laddove riscopre, riaprendo ogni opportunità per una riconsiderazione generale sotto la nuova prospettiva di una ricomposta cronologia, dimenticati patrimoni artistici del cinema che restano giacenti nei polverosi sgabuzzini di chissà quale stabile, inutilizzati negli archivi delle cineteche o per sempre perduti se non nella labile memoria dei fortunati che li hanno potuti vedere.

In questo senso questo primo volume del Dizionario del cinema consente una generale riconsiderazione della storia del cinema calabrese e, nel contempo, compone una panoramica dei suoi protagonisti in una luce sotto la quale, forse mai erano stati guardati e soprattutto classificati. Tenendo, cioè, conto della loro appartenenza culturale ad una precisa area del Paese dai chiari connotati tradizionali e da un preciso patrimonio di conoscenze.


Qui e là quindi spuntano quelle curiosità che non mancano di sorprendere, la calabresità di Ninetto Davoli o quella di Francesco Nuti, o ancora, la riscoperta, ma è solo un esempio, di un film come Patto col diavolo di Luigi Chiarini, girato nel basso Jonio calabrese su una storia e personaggi di quei luoghi. In altre parole il libro costituisce una guida interessante sulla vicenda cinematografica calabrese. Titoli, personaggi, luoghi del cinema fanno parte del volume nella cui sezione finale sono raccolte, insieme ad alcune belle e a volte rare fotografie, copie anastatiche di documenti che appartengono alla storia recente e passata del cinema calabrese.


Completa l'opera un supporto multimediale che sintetizza, attraverso un'immediata e intuitiva organizzazione dei materiali, i contenuti del libro. Un lavoro di ricerca e di sistemazione che risulta ben condotto e che permette, in alcuni casi, anche una panoramica della lettura della critica delle opere in evidenza. Alcune voci, tra cui quella che riguarda il curatore, sono corredate da opportune fotografie che consentono un alleggerimento per la lettura.


 

Interessante e utile appare la parte finale dell'opera, con la quale si vuole delineare lo stato dell'arte del cinema in Calabria attraverso una mappatura dei luoghi di fruizione del cinema. Qui vanno evidenziate alcune inesattezze, del tutto rimediabili, che siamo certi in una seconda edizione dell'opera, che auguriamo venga presto editata, verranno corrette dopo una più accurata verifica. Le imprecisioni attengono, ad esempio al numero delle sale cinematografiche (così a Reggio Calabria sono attive al momento tre sale e non le cinque riportate nel volume) o ad alcune manifestazioni cinematografiche che risultano del appena accennate, manifestazioni che hanno una propria dignità culturale e un proprio spessore,  quanto meno, come alcune rassegne di respiro cittadino ampiamente citate.


Un lavoro di aggiornamento sulle filmografie avrebbe permesso una maggiore contestualizzazione dell'opera, grazie alle quali non sarebbero sfuggite opere interessanti e meritevoli come ad esempio Il canto dei nuovi emigranti di Arturo Lavorato e Felice D'Agostino, vincitore a Torino 2005 nel Concorso documentari (ma probabilmente il Festival era troppo a ridosso della chiusura redazionale dell'opera).


Veniali inesattezze, in fondo, del tutto rimediabili, come si diceva, che non scalfiscono l'interesse dell'opera che nell'assumere il cinema come valore culturale per aree geografiche induce a riscoprire ulteriori accessi alla sua storia e alla sua progressiva stratificazione.

 


IL SITO DEL DIZIONARIO DEL CINEMA

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