L’immagine in un documentario deriva la sua forza dalla purezza intrinseca, anche “involontaria” di un gesto cinematografico. In questo caso le sequenze più ambigue e delicate sono quelle che tornano con la mdp nello stesso luogo, nel medesimo territorio in cui è avvenuto l’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro, e dell’autista Domenico Russo il 3 settembre del 1982. Dalla prefettura in via Cavour fino a via Carini, un camera car che mostra le strade di oggi, popolate da una massa disordinata, irrispettosa delle regole: pedoni che attraversano in qualsiasi punto della strada, motorini che zigzagano tra altri veicoli, altre auto disposte in modo caotico lungo le corsie. Tutti segni e segnali che non c’è ordine oggi come ieri, né alcun senso civico avanzato. Non c’è quella compostezza, quell’unione necessaria perché il popolo intero affronti la vita quotidiana con dignità e testa alta, perché le istituzioni pubbliche siano la più naturale roccaforte della legalità. E non c’è stata educazione civica, né compattezza della popolazione ed anche delle istituzioni neanche allora, in un mondo lacerato, diviso, tra immorali traffici, la Sicilia “mattanza” degli anni ottanta, dei morti ammazzati quasi ogni giorno e, purtroppo, anche quella di oggi, governata sempre dalla legge del più forte. Ci sono meno “operazioni” di kalashnikov, ma gli affari continuano, gli intrighi politici sono gli stessi, l’avidità ed arroganza dei flussi di denaro riciclato devastano il territorio in maniera ancora più subdola, lasciandoci pensare che sia un’economia del tutto naturale, un “progresso” legato però a una crisi profonda. Che paradosso!

Generale è un racconto di oggi, della testimonianza diretta dei sopravvissuti. Prima di tutto Dora, nipote più giovane della famiglia, figlia di Nando Dalla Chiesa, emozionata anche voce fuori campo ed intervistatrice acuta dei suoi cari, ragazza appena trentenne che non ha mai conosciuto il nonno, ne ha sentito sempre parlare e piano piano ha cercato di (ri)vedere la figura del generale attraverso innumerevoli voci esterne e non solo quella degli stretti parenti. Dalla sua memoria, dall’elaborazione del ricordo, dalle voci di testimoni vicini e lontani, dalla ricomposizione cronologica dei filmati d’archivio (tutti molto toccanti) e soprattutto dal coraggio di fare un’opera di sistemazione dell’immagine del Generale, è nato questo importante film documentario. Che è spesso attraversato da emozioni e commozioni intense, a volte rabbiose, a volte serene. La parte più appassionante nel film è la scena in cui tutti i nipoti sono riuniti per ricordare il nonno. Adesso sbraitano, urlano alla macchina da presa, come rivolgendosi minacciosamente a tutto il mondo, che è ora di svegliarsi, che la lotta ed il sacrificio di uomini come il nonno non rimanga vano. Perché il coraggio dei vari martiri della mafia ogni giorno accresce storicamente la coscienza collettiva su un fenomeno umano che prima o poi dovrà anche finire come si augurava lo stesso Giovanni Falcone. 

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Scritto e diretto da Lorenzo Rossi Espagnet in collaborazione con Dora Dalla Chiesa
Direttore della Fotografia: Ramiro Civita
Musiche: Raffaele Inno
Montaggio: Francesca Sofia Allegra
Produzione: EMMA Film in collaborazione con Own Air, Mauro Rossi Espagnet, Luca Martone, Patrizia Nardini, Enrico Miceli
Durata: 93’

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