DocLisboa’19 – Il programma

Ancora una volta il DocLisboa durante l’annuncio del programma 2019 prende una netta posizione politica. Oggetto della reprimenda le censure attuate da Bolsonaro nei confronti dei cineasti brasiliani

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Doclisboa è e sarà sempre uno spazio sicuro per coloro che lavorano per un mondo libero”. La direttrice del Festival del documentario di Lisbona che si terrà dal 17 al 27 Ottobre Cintia Gil chiude in questa maniera perentoria il duro comunicato stampa col quale si denunciano le intimidazioni attuate dal presidente del Brasile sui cineasti del Paese. Il deciso militarismo di Bolsonaro pervade infatti sempre più pervicacemente tutti i gangli dello Stato attraverso l’annuncio di un programma di cinema militare alla Cinemateca e gli inspiegabili tagli di bilancio all’agenzia Ancine che fornisce un prezioso sostegno finanziario ai registi che concorrono ai vari festival internazionali. Il DocLisboa vuole allora essere uno spazio di resistenza attiva contro quello che è ormai a tutti gli effetti un vero e proprio smantellamento della democrazia nel Paese Sudamericano. Il programma di quest’anno diventa il corollario di questa lotta culturale attraverso alcuni documentari che ricordano al mondo l’importanza degli artisti brasiliani di ieri e di oggi. Verranno ad esempio presentati, nel corso dell’omaggio alla memoria di Eduardo Coutinho, il suo fondamentale Twenty years Later che pur parlando dei ricordi delle lotte contadine non dimenticava di raccontare i delittuosi effetti del colpo di Stato militare del 1964, e A treat of Coutinho, diretto da Josafà Veloso che attraverso un’intervista al regista e testimonianze di colleghi intende raccontarne l’importanza oggi. Ma ci sarà spazio anche per l’attualità di Landless, di Camila Freitas, un ritratto straziante del Movimento dei lavoratori senza terra, e per la première internazionale de L’ultimo sogno diretto da Alberto Alvares sull’artista indigena guarani Wera Mirim. Il DocLisboa diventa quindi una piattaforma di dialogo per tutti quelli che non si arrendono all’autoritarismo di Bolsonaro: “Vogliamo condividere questo momento di lotta con tutti coloro che vogliono resistere e vogliamo dire al governo brasiliano che domani sarà un altro giorno – un giorno costruito da coloro che rispettano i valori democratici e la libertà.”

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