"Doom" di Andrzej Bartkowiak

Il mestiere di Andrzej Bartkowiak alla regia e di Wesley Strick alla sceneggiatura fanno di “Doom” un b-movie sci-fi discretamente godibile. Semplicemente Doom-film è qualcosa che ha ben poco a che fare con Doom-gioco.

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Doom-film è una delusione. Era possibile che fosse altrimenti? Ovvero: era possibile che un videogioco intrinsecamente "gioco" come Doom potesse essere tradotto in film? Nonostante ormai ci siano almeno un paio di esempi di videogiochi che sono stati tradotti in film senza snaturare il rispettivo contesto narrativo (pensiamo ai primi Mortal Kombat e Resident Evil, entrambi non a caso di Paul W. S. Anderson) c'è chi continua a sostenere che videogiochi e film siano media reciprocamente incompatibili (v. Keepsake).  La trasposizione cinematografica di Doom è stata ad ogni modo più difficile di quanto non lo fosse per altri giochi. Intanto perché il film è ispirato a Doom 3, l'episodio più debole e meno apprezzato, ancorché quello graficamente più sbalorditivo, e non ai due episodi "storici" della serie: tale episodio tra l'altro ha il difetto di sacrificare la panoplia di mostri infernali che caratterizzavano i precedenti all'effetto grafico degli stessi e di trasformare un gioco basato sul geniale e delirante level design in un gioco "verosimile". Poi perché Doom è un "first person shooter", ovvero un gioco interamente in prima persona, visuale con cui il cinema, specie il cinema commerciale, non è a proprio agio. Qual è stato il modo per rendere cinematograficamente l'appeal di Doom? Rappresentarne i mostri e girare una lunga sequenza in prima persona in un contesto ripreso in maniera significativa da Aliens. La trama, che riprende appunto quella di Doom 3, parla di una squadra di marine inviata su Marte per indagare su una minaccia agli scienziati presenti su una base dedicata a studi archeologici. Prima ancora di incontrare i mostri scoprono gli scienziati loro vittime che però si trasformano essi stessi in mostri. La maggior parte del film è girata inquadrando primi piani e dettagli completamente in ambienti chiusi e per lo più bui, tentando di creare un clima di claustrofobia. Buona parte del tempo è dedicato ad illustrare i rapporti e i conflitti all'interno della squadra, e qui è forse dove il film si allontana maggiormente dal videogioco. Doom-gioco – anche l'ultimo episodio dove pure ci capita di incontrare e d'interagire con altri esseri umani – è fondamentalmente solitario e tutta la rappresentazione delle dinamiche di gruppo portano il film da tutt'altra parte. Non basta a rimetterlo in carreggiata la sequenza in cui lo spettatore viene posto in soggettiva mentre il protagonista uccide i mostri. Intanto sembra di stare su uno scivolo invece che di camminare realmente. Se il mancato utilizzo di una camera a spalla rende stabile l'immagine, fa assomigliare però la sequenza più che ad uno sparatutto in prima persona, ad uno shooter di quelli da utilizzare con le pistole laser in cui il giocatore non ha potere sullo spostamento del protagonista.

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Il mestiere di Andrzej Bartkowiak (già regista di Romeo deve morire e responsabile della fotografia di Speed, Dante's Peak, Arma Letale 4, ecc.) alla regia e di Wesley Strick (Cape Fear, Il Santo) alla sceneggiatura ne fanno comunque un b-movie sci-fi discretamente godibile. Semplicemente Doom-film è qualcosa che ha ben poco a che fare con Doom-gioco. Ma questo accade perché gli autori hanno evitato di analizzare cosa davvero lo rendesse di culto e ne hanno semplicemente riprodotto gli epifenomeni. Ciò non dimostra che non sia in assoluto possibile fare un film dedicato a Doom: dimostra solamente che non si tratti banalmente di una caccia all'alieno in stile Aliens.

Titolo originale: Id.


Regia: Andrzej Bartkowiak


Interpreti: Karl Urban, The Rock, Rosamund Pike, Deobia Oparei, Ben Daniels, Razaaq Adoti, Richard Brake


Distribuzione: UIP


Durata: 101'


Origine: USA/Repubblica Ceca, 2005

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