DPCM 25 Ottobre – Le reazioni dei lavoratori dello spettacolo

Il punto sulle reazioni degli operatori dello spettacoli all’indomani del DPCM che chiude cinema e teatri danneggiando lo spettacolo dal vivo: petizioni, lettere aperte, manifestazioni annunciate

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Il DPCM firmato il 25 Ottobre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che prevede, tra le varie misure, la chiusura di cinema, teatri e altri spazi per gli eventi dal vivo fino al 24 Novembre ha assestato un nuovo duro colpo all’industria dello spettacolo già fortemente danneggiata dalla prima ondata del COVID-19 e dal lockdown. Prevedibile che già dalle prime ore successive alla firma del decreto sia esplosa, attraverso lettere aperte, petizioni e altre iniziative, la protesta di esercenti e operatori dello spettacolo contrari alla chiusura di spazi che, statistiche alla mano, si sono dimostrati i più sicuri per il pubblico nel corso della Fase 2.

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A questo proposito, in una lettera aperta pubblicata ieri dall’AGIS ed indirizzata al presidente Conte e al Ministro Franceschini, i rappresentanti dell’Associazione Generale Italiana Dello Spettacolo esprimono contrarietà in merito alla sospensione dell’attività dei teatri e ricordano come, attraverso una ricerca da loro effettuata “i luoghi di spettacolo si sono rivelati i più sicuri spazi di aggregazione sociale e ritenendo pertanto che la misura prevista sia ingiustamente penalizzante rispetto al nostro settore”. In chiusura l’AGIS chiede l’apertura di un tavolo di discussione “al fine di individuare possibili strumenti idonei ad affrontare le situazioni di maggiore sofferenza e a garantire piùcertezza per il futuro”.

La lettera aperta dell’AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema) esprime invece una forte preoccupazione per la sospensione di un mese delle rassegne cinematografiche e porta all’attenzione del governo l’esperienza di un festival internazionale come quello di Venezia, che dimostra come si possa organizzare una manifestazione di ampio respiro che sia anche attenta alla delicata situazione sanitaria in cui ci troviamo: “Di queste esperienze ci piacerebbe che anche in futuro si tenesse conto – dicono i rappresentati dell’AFIC – prima di decidere chiusure generalizzate delle sale cinematografiche, luoghi che studi dimostrano essere sicuri per il pubblico”.

Su Change.org Chiara Lenzi ha lanciato una petizione firmata, tra gli altri, da Gabriele Salvatores, Marco Paolini, Francesca Comencini e Gianni Canova e che ha già raggiunto quasi novemila sostenitori. Il documento si oppone alla chiusura di cinema e teatri, presidi, si legge, “in cui sono garantite tutte le norme di sicurezza igienico sanitarie, dal tracciamento dei posti alla sanificazione, al controllo della temperatura e all’uso della mascherina obbligatoria”. In particolare tuttavia la petizione porta all’attenzione dei destinatari, l’importanza culturale che lo spettacolo, cinematografico e dal vivo ha per il Paese, una spinta pedagogica a cui verrebbe meno con la serrata del DPCM.

Dello stesso avviso è la petizione lanciata dall’associazione Cultura Italiae, che tra i sei punti attraverso cui critica le decisioni del governo afferma che “chi opera nel settore della cultura è consapevole dell’importanza che essa ricopre soprattutto in momenti difficili come quello che ci troviamo ad affrontare. Sarebbe un grave danno per i cittadini privarli della possibilità di sognare e di farsi trasportare lontano oltre i confini della propria quotidianità”.

In ultimo, CGIL Nazionale, Segreteria Nazionale FisTel – CISL, Ulicom Nazionale UIL hanno indetto per il 30 Ottobre la manifestazione “L’assenza spettacolare”, attraverso cui tutti i lavoratori dello spettacolo sono chiamati alla protesta nelle piazze di numerose città italiane come Bologna, Torino, Roma, Milano, Cagliari, Napoli, Bari.

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