"Duplex – Un appartamento per tre", di Danny De Vito

Nel cinema di Danny De Vito convivono su due piani la commedia di maggiore "spettacolarità", legata ai canoni del prodotto commerciale, e la cinica, irritante paradossale, comicità che mostra però fin troppo la corda sciogliendosi nella pura farsa della contemporaneità.

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Ritorna alla mente Per favore non toccate le vecchiette di Mel Brooks più per un richiamo allegorico che per una sincera affinità artistica. Quella era comicità assurda, paradossale, aggressiva, polemica, debordante. Quella era comicità che segnava l'inizio di una stagione parodistica, spesso smaccata, calata in un gusto irriverente ed eversivo quasi mai superficiale e fine a se stesso. Ci piace credere che di sfumature questo film non sia avaro: Ben Stiller è il nuovo proprietario del duplex, un incrocio tra Hugh Grant e Jim Carrey, che si dimena a tratteggiare sapide figure umoristiche limitandosi al ricalco televisivo; Eileen Essel vive di sopra, è la "storica" inquilina da disfarsene al più presto, perchè irrita, corrode, conosce il "mestiere", ricorda la commedia acida e brillante divincolata da modelli contenutistici e formali ampiamente collaudati per il mercato. Nel cinema di Danny De Vito convivono (?) su due piani la commedia di maggiore "spettacolarità", legata ai canoni del prodotto commerciale e la cinica, irritante, paradossale comicità che mostra però fin troppo la corda sciogliendosi nella pura farsa della contemporaneità.

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Trovare casa è un tormento anche a New York: il "Ground Zero" (questo non riguarda il film) è stato ripensato come quartiere residenziale. Da farsa che le abitazioni in progettazione siano destinate esclusivamente alle fasce più abbienti. Divertente la storia che De Vito tiene a distanza da ogni manipolazione levigata: nessuna vivisezione di "interior" che mostri, come specchio critico e sarcastico, una realtà umana disseccata, arida, egoista.  Insomma più Per favore ammazzatemi mia moglie (di David Zucker) che l'umorismo nero di La guerra dei Roses. Istintiva tendenza a curare i ruoli marginali di caratterista "piccoli", infidi e scaltri (vedi la vecchietta, il poliziotto, l'agente immobiliare). Il duplex si riveste e si rispoglia, viene quasi abbattuto, non è la dimora giusta per convivere; il giusto, isolato, ovattato mondo per stimolare la creatività (Stiller è uno scrittore lontano dalle sue storie), si sdoppia irreparabilmente nel contrasto tra commedia corriva e comicità perfidamente diabolica.     


 



Titolo originale: Duplex


Regia: Danny De Vito


Sceneggiatura: Larry Doyle, John Hamburg


Fotografia: Anastas N. Michos


Montaggio: Greg Hayden, Lynzee Klingman


Musiche: David Newman


Scenografia: Stephen Alesch, Robin Standefer


Costumi: Joseph G. Aulisi


Interpreti: Ben Stiller (Alex Rose), Drew Barrymore (Nancy Kendricks), Eileen Essel (Sig.ra Connelly), Harvey Fierstein (Kenneth), Swoosie Kurtz (Jean), James Remar (Chick), Justin Theroux (Coop), Wallace Shawn (Herman), Maya Rudolph (Tara), Amber Valletta (Celine)


Produzione: Flower Films, Red Hour Films


Distribuzione: Buena Vista International


Durata: 90'


Origine: USA, 2003


 


 

 

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