"Duplicity", di Tony Gilroy

Quella di Gilroy (sceneggiatore e regista del notevole Micheal Clayton) continua a essere una visione del mondo coerente per pessimismo e ambiguità politica, eppure in questa sua seconda pellicola si avverte una certa stanchezza stilistica che arriva troppo tardi a giocare la carta del coinvolgimento emotivo

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duplicity di tony gilroyLe atmosfere glamour di un cinema passato cullano gli intrighi di due agenti dei servizi segreti che si ingannano e si amano sullo sfondo di una guerra “virtuale” senza esclusione di colpi tra due multinazionali (capitanate da comprimari di lusso come Tom Wilkinson e Paul Giamatti). Partendo dal loro primo incontro a Dubai Ray Koval (C. Owen) e Claire Stenwick (J. Roberts) costruiscono la loro love-story fatta di intrighi, nottate romantiche, vacanze romane, truffe e progetti sentimentali, ma dovranno fare i conti con i cinici bluff dei Piani Alti dell'industria capitalistica. Gilroy sembra averci preso gusto a parlare di multinazionali e poteri occulti, sebbene qui il plot venga largamente ammorbidito da contorni sentimentali. Eppure forse ci aspettavamo qualcosa in più dallo sceneggiatore e regista del notevole Micheal Clayton. Intendiamoci: quello di Gilroy continua a essere un mondo coerente per pessimismo e complessità politica; e anche in Duplicity, oltre ai suoi spunti comedy, è possibile individuare lo spessore contenutistico e l’alienante desolazione esistenziale già presente nel film interpretato da Clooney e nella trilogia di Bourne – della quale Gilroy è peraltro sceneggiatore. Di fronte agli eccessi meccanicistici e “costruiti” di Duplicity è però come se l’intera operazione venisse sospesa in una dilatazione gigionesca simil-soderberghiana – di cui recupera atmosfere cool, splitscreen e percussionismi groove alla David Holmes, perdendone però la consapevolezza teorica – che in questo caso anziché potenziare l’iperrealismo fotografico di Robert Elswit conduce a un allontanamento dall'immagine e porta le sequenze a durare quell’attimo di troppo, con l’aggiunta reiterata di flashback, battute a effetto, finali e false piste. Gilroy in parte rinuncia al rigore stilistico della sua opera d'esordio e finisce così con l’appesantire la ludica, e a tratti contagiosa, evanescenza romantica del duo Roberts-Owen, alla ricerca di un ibrido comico-spionistico che arriva troppo tardi a giocarsi la carta vincente del coinvolgimento emotivo (la tesa sequenza del fax, il dialogo all’aeroporto, il discorso di Giamatti all’assemblea).
Titolo originale: id.
Regia: Tony Gilroy
Interpreti: Clive Owen, Julia Roberts, Tom Wilkinson, Paul Giamatti, Billy Bob Thorthon
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 129'
Origine: USA, 2009
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