Duse. The Greatest, di Sonia Bergamasco
La regista, animata da una profonda passione per il mistero che circonda Eleonora Duse, ci guida con grazia e sensibilità attraverso un affascinante viaggio di testimonianze e materiali d’archivio

“A che serve il sapere dove sono nata, dove ho vissuto, quanto ho disperato o quanto ho creduto nell’arte. Tutto questo è volgare riprodotto sui giornali e senza interesse per il pubblico. Se prima che fossi attrice nessuno si interessava a me, perché oggi l’artista dovrebbe svelare la donna?”
Nata a Vigevano nel 1858 Eleonora Duse, soprannominata da tutti “La divina”, è considerata ancora oggi la più grande attrice teatrale della sua epoca. Una donna la cui vita è ancora avvolta nel mistero. Un’antidiva che negava interviste tenendosi fuori dalle logiche del mercato, e che ha saputo conquistare il pubblico femminile dai primi anni del ‘900.
Sonia Bergamasco scrive e dirige il documentario Duse. The Greatest, seguendo quelle che sono le tracce di un’attrice che ha dedicato anima e corpo al teatro, ripercorrendo una carriera costellata da ostacoli. “A scuola di recitazione c’era un quadro di Duse e non facevo altro che fissarlo. Guardarla dava un’energia così potente, era come febbre. Un’ossessione”. Da questa immagine nasce il viaggio di Bergamasco, guidato da una domanda fatidica: perché Eleonora Duse è ancora oggi fonte di ispirazione? Con la meticolosità di un investigatore, Bergamasco raccoglie così le numerose lettere scritte da Duse per comporre un grande mosaico fatto di studi, indizi, testimonianze, materiali d’archivio e approfondite ricerche.
La voce narrante della regista si mescola alle parole degli intervistati, per introdurci e fare luce su una figura complessa e affascinante come quella di Duse. Il montaggio diviene il mezzo visivo per mostrare questo flusso di pensieri, che scorre senza volersi mai fermare.
Inizia, dunque, il cammino verso i luoghi legati alla vita di Duse, come Asolo, dove l’attrice ha trascorso gli ultimi anni. Paolo Andreoli racconta la capacità dell’attrice di capire l’importanza del teatro come strumento di comunicazione sociale, in un’epoca in cui il cinema non esisteva ancora. O meglio, quel cinema che nasce qualche anno prima del suo ritiro dalle scene e dal quale si è tenuta a debita distanza, “la verità del cinema si vede a scorci, a tratti come lampi”. Ne comprendeva il potenziale e per questo motivo ne era spaventata. La sua unica apparizione è stata Cenere, in un ruolo che le permetteva di nascondersi il più possibile, dando le spalle agli spettatori.
Com’era Eleonora Duse? Come sarebbe oggi? Cosa farebbe ora? Difficile avere risposte certe, persino per Mirella Schino, insegnante che ha dedicato la sua vita a raccogliere informazioni attraverso fotografie, schizzi e caricature dell’attrice, che potessero in qualche modo regalare dettagli più personali della sua vita. Seguono poi le testimonianze di figure come Fabrizio Gifuni, Ellen Burstyn, Helen Mirren e Valeria Bruni Tedeschi.
Ma la riflessione di Bergamasco è costituita per la maggior parte da donne, da attrici che si riuniscono intorno a un tavolo per osservare i movimenti delle mani e le espressioni di Duse nelle fotografie. Così il passato rappresentato da pellicole e materiali di archivio si mescola al presente, in un film mosso principalmente dalla passione di Bergamasco. Quella passione viscerale che la porta a rompere la quarta parete nella scena finale. Un momento cruciale che risalta l’importanza di continuare a porsi domande e, col sorriso in viso, di mostrare la bellezza della scoperta e della curiosità per Eleonora Duse. Un’artista che ha rivoluzionato l’immagine della donna e del teatro.
Regia: Sonia Bergamasco
Con: Annamaria Andreoli, Sonia Bergamasco, Valeria Bruni Tedeschi, Elena Bucci,Ellen Burstyn, Federica Fracassi, Fabrizio Gifuni, Ferruccio Marotti, Helen Mirren, Emiliano Morreale, Mariapaola Pierini, Caterina Sanvi, Mirella Schino, Giuditta Vasile
Distribuzione: Luce Cinecittà
Durata: 98′
Origine: Italia, 2024