DVD – "A forza di essere vento, lo sterminio nazista degli Zingari", della redazione di "A"

Stampato dall'Editrice A, A forza di essere vento, lo sterminio nazista degli Zingari è un bellissimo documento per riflettere su un genocidio negato e su una minoranza marchiata dall'emarginazione, dalla discriminazione e dall'indifferenza

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Anno: 2006

Durata: 157'

Distribuzione: Editrice A

Genere: documentario

Regia: redazione di "A"

Formato DVD/Video: 4/3 1.33:1

Audio: italiano 2.0

Sottotitoli: italiano

Extra: libretto di 72 pagine

PORRAJMOS

Porrajmos, ossia divoramento, azzeramento, devastazione, è il termine romanes, la lingua parlata dai Romà o più comunemente i Rom, per raccontare uno sterminio ancora oggi negato, trascurato e taciuto, quello degli Zingari ad opera del regime nazista. Gli studi più accreditati indicano nel numero di 500.000 i Rom eliminati dalla follia nazista, ma la carenza della documentazione, il nomadismo, la mancanza di regolari registrazioni alla nascita, il carattere orale della cultura Rom, sommate ad una visione della memoria dove il male va estromesso dal ricordo ed infine le stragi compiute fuori dai campi di concentramento, rendono questa cifra forse riduttiva. Anche se alcuni studi sostengono l'ipotesi che i Rom furono internati per cause "criminali" o "asociali", la persecuzione degli Zingari, esattamente come quella degli Ebrei, avvenne per cause razziali. Il regime nazista considerava l'asocialità e l'inclinazione alla criminalità come caratteristiche congenite dei Rom, le teorie di Richard Ritter, il massimo esperto sulla "razza" zingara, riconoscevano le origini ariane di questo popolo, ma marchiavano gli Zingari come razza pericolosa per la purezza del popolo ariano in quanto irrimediabilmente corrotta dal "Wandertrieb", l'istinto al nomadismo che, secondo gli studi di Ritter, rendeva genetica anche l'inclinazione alla criminalità. I Rom furono considerati come il massimo della regressione umana e destinati ad opera di Heinrich Himmler prima alla sterilizzazione ed infine allo sterminio. Il 16 dicembre 1942 fu emanato l'ordine di trasferire ed internare tutti gli Zingari ad Auschwitz per procedere alla "soluzione finale". Auschwitz, sul quale è stata rinvenuta la più ampia documentazione sul genocidio dei Rom, era strutturato con un campo nel campo, lo Zigeunerlager, nel quale gli Zingari vivevano segregati dal resto del lager. Si è parlato dello Zigeunerlager come una sezione privilegiata in relazione al fatto che le famiglie Rom vivevano tutte assieme, ma in realtà le condizioni alimentari ed igieniche erano spaventose, il tasso di mortalità altissimo, a causa  della grave denutrizione si era diffusa una forma di tumore della pelle, il Noma. E se come risultato della coabitazione di uomini e donne, lo Zigeunerlager era diventata l'unica sezione di Auschwitz in cui venivano registrare delle nascita, molti dei bambini nati durante l'internamento si andavano ad aggiungere ai piccoli Rom usati come cavie nelle spaventose sperimentazioni dello spietato dott. Mengele.

Nel corso dei vari processi istituiti al termine della guerra e presso i quali nessun Rom fu mai chiamato a testimoniare, lo sterminio zingaro non fu giudicato come un genocidio, ma come una persecuzione finalizzata ad estirpare la criminalità e fu dunque negata a questo popolo ogni forma di risarcimento. Solo nel 1980 il governo tedesco riconobbe che lo sterminio dei Rom fu animato da "cause razziali".

Gli Zingari subirono forme di discriminazione, internamento in campi, arresti sommari e feroci uccisioni di massa anche in Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Austria, Francia, Belgio, Olanda, Yugoslavia ed Italia. Seppur ancora oggi rimane un capitolo della storia italiana trascurato, dimenticato, o anche ignorato, il regime fascista attuò una politica volta prima a scacciare il popolo zingaro dal suolo italiano e successivamente ad emarginarlo. Nei campi di internamento di Boiano, Agnone o Tossicia, per citare solo quelli sui quali è pervenuta la più ampia documentazione, gli Zingari conducevano un'esistenza ai limiti della sopravvivenza. Ed oggi? Oggi in Italia si continua a perseguire una politica discriminatoria, che ghettizza la gente Rom confinandola in campi o baraccopoli, che nega loro lo status di minoranza linguistica, che li costringe a vivere ai margini della società in una condizione di indigenza e in una totale assenza di norme atte a riconoscere e a rispettare i Rom come minoranza che abita questo paese.

IL DVD

A forza di essere vento, lo sterminio nazista degli zingari, stampato dall'etichetta EDA, acronimo di Editrice A, la cooperativa editoriale anarchica che dal 1971 pubblica la rivista anarchica "A", è un progetto nato grazie alla redazione di "A" che dal 2000 ha continuato a realizzare approfondimenti legati a Fabrizio De Andrè, come il dossier Signora libertà signorina anarchia, il cd+libretto ed avevamo gli occhi troppo belli, il dvd+libretto ma la divisa di un altro colore, il doppio cd+libretto mille papaveri rossi. Pur non essendo espressamente incentrato sul lavoro di De Andrè, se non per la presenza di Khorakhanè (a forza di essere vento), la canzone contenuta nell'ultimo album del cantautore genovese dedicata agli Zingari, A forza di essere vento è un progetto da inserire nel testamento culturale lasciato da De Andrè, che con la sua arte "ha contribuito a dar vita e dignità a persone, popoli, idee" assumendo il ruolo di "vendicatore contro i torti della storia". A forza di essere vento è un doppio dvd+libretto, per un totale di circa due ore e mezza di materiale e una settantina di pagine in cui vengono raccontate e approfondite la condizioni dei Rom sotto il regime nazista e fascista, con uno sguardo rivolto anche alle condizioni attuali degli Zingari in Italia. Il primo dvd si apre con una breve intervento di Moni Ovadia contro il pregiudizio, a questo segue Zigeunerlager, un documentario in cui Marcello Pezzetti, del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, illustra la storia e le condizioni degli Zingari internati nello Zigeunerlager di Auschwitz-Birkenau. Sempre nel primo dvd Porrajmos (una persecuzione dimenticata) è un documentario realizzato da Paolo Poce e da Francesco Scarpelli per l'Opera Nomadi, in cui vengono raccolte le testimonianze di alcuni Rom italiani che hanno vissuto le persecuzioni e le violenze ad opera del regime fascista. A chiusura del primo dvd Hugo, realizzato da Giovanna Boursier, è la testimonianza di Hugo Höllenreimer, un Sinto tedesco internato ad Auschwitz ed usato da Mengele per i suoi esperimenti. Nel secondo dvd Senza confini, senza barriere è un'intervista a Moni Ovadia, intervallata da alcune canzoni da lui interpretate in occasione di uno spettacolo del 2005 dal titolo Djelem Djelem, in cui viene fatto un parallelo tra il popolo ebraico e quello zingaro ed in cui viene dato risalto ad alcune delle caratteristiche proprie della cultura Rom. Intervista a Mirko Levak (storia di una Rom sopravvissuto ad Auschwitz), un documentario realizzato da Francesco Scarpelli ed Erika Rossi per l'Opera Nomadi, è la testimonianza sugli orrori dell'internamento e sulla politica di persecuzione attuata dai fascisti e dai nazisti. A chiudere il secondo dvd è la riproposizione di gran parte dello spettacolo Porrjamos. Voci da uno sterminio dimenticato (Rom e Sinti nell'Europa della 2° Guerra Mondiale), un progetto di Maurizio Pagani, con la partecipazione di Giorgio Bezzecchi, Naum Jovanovic e Daniela Di Rocco, in cui Dijana Pavlovic e Claudio V. Migliacca nel ruolo di "voci narranti" riportano alla memoria alcune vicende di uno sterminio dimenticato. Infine nelle 72 pagine del libretto, oltre alla presentazione in cui la redazione di "A" illustra questo progetto, si affiancano gli interessanti interventi di Gloria Arbib, che riflette sul mancato riconoscimento del Porrajmos; di Giovanna Boursier, che ripercorre le vicende della persecuzione zingara con una particolare attenzione al coinvolgimento italiano; di Paolo Finzi, che sottolinea le analogie e le differenze tra Ebrei e Rom uniti dallo stesso destino sotto il regime nazista; di Giorgio Bezzecchi e di Maurizio Pagani, che illustrano le condizioni degli Zingari nell'Italia di oggi; di Paolo Poce, che con la sua macchina fotografica racconta uno sgombero di uno stabile abitato da centinaia di Rom; infine viene pubblicato il testo scritto da De Andrè insieme ad Ivano Fossati di Khorakhanè (a forza di essere vento).

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